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Sommario

 
 

IL TEATRO DI
CARLO GOLDONI

 

Biografia

  

Il "comico serio"

  

I contenuti

  

La riforma teatrale goldoniana

  

L'azione scenica

  

I personaggi, l'ambiente
e il dialogo

  

Dal parlato contemporaneo al dialetto veneziano

  

Il librettista "frettoloso"

  

Nel volgere
del Settecento

 
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Nonostante sia considerata opera minore del Goldoni, gli Intermezzi hanno una loro importanza come definizione del carattere dei singoli personaggi
 
 
Il teatro di Carlo Goldoni
di Daniele Bertolami

 

 

 

Nonostante sia considerata opera minore del Goldoni, gli Intermezzi hanno una loro importanza come definizione del carattere dei singoli personaggi e come quantità della loro produzione (intermezzi, drammi seri, drammi giocosi, più un certo numero di cantate, serenate, ecc.).

A parte alcune opere ispirate al modello metastasiano, la maggior parte degli Intermezzi e dei drammi giocosi possono essere considerati « Commedie appena abbozzate, suscettibili però di tutti i caratteri più comici e originali», così come li riteneva lo stesso Goldoni. A differenza della produzione contemporanea, che giocava su tipi fissi o di maschere, o dell'opera buffa napoletana che poco si cura del carattere dei personaggi a favore del dinamismo della commedia d'intrigo, Goldoni non solo si preoccupa di una maggiore definizione dei "caratteri", ma cerca lo sviluppo e la connesione logica tra parti recitate, nella loro struttura strofica, e cantate. Dando proporzioni più equilibrate alle due parti, senso logico, un maggior numero di personaggi, e finali corali (che ritroveremo nei drammi giocosi), Goldoni realizza una vera e propria opera comica. Non dovrà fare altro, infatti, che aumentare la dimensione delle tre scene portandola a 3 atti.

Qualcuno all'affermazione dell'autore « a scrivere un dramma per musica non ha mai impiegato più di quattro giorni» ha voluto trovare fretta e improvvisazione in questa parte dell'opera. A parte la loro fattura, la natura del libretto goldoniano si presenta in una forma e con una dignità introvabili nella librettistica contemporanea. Schizzate alla brava, ma con il suo talento, egli cerca di lasciare un margine maggiore alla parte musicale.

La sua "rivoluzione" si estende anche al teatro di musica veneziano. Aumentando dimensione e numero di personaggi, Goldoni trova una più decisa caratterizzazione, più ampia libertà compositiva e una unità drammatica maggiore. Moltiplica le scene a più personaggi e trova intrecci vocali in terzetti, quartetti, quintetti, nei giocondi concertati, nei travolgenti finali.

Nei Memoires egli scrive contro quelle stravaganti assurdità "qu'on appelle des règles dans le drame musical», regole e convenzioni del tempo che soffocano l'opera musicale. Goldoni le accettò e rispettò ma seppe mettere il suo marchio, la sua arte, comunque. Così facendo ha avuto un'influenza più profonda di quanto si creda nell'opera comica veneziana. La preferenza da parte degli operisti del tempo per i libretti goldoniani è dimostrata dalle innumerevoli versioni musicali che furono composte con essi. Tra essi basti nominare un Baldassare Galuppi e un Domenico Fischietti.

 

 

   
 
   
   
 
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