Nonostante sia considerata opera minore del Goldoni, gli Intermezzi hanno
una loro importanza come definizione del carattere dei singoli personaggi e
come quantità della loro produzione (intermezzi, drammi seri, drammi
giocosi, più un certo numero di cantate, serenate, ecc.).
A parte alcune opere ispirate al modello metastasiano, la maggior parte degli
Intermezzi e dei drammi giocosi possono essere considerati « Commedie appena
abbozzate, suscettibili però di tutti i caratteri più comici e originali»,
così come li riteneva lo stesso Goldoni. A differenza della produzione
contemporanea, che giocava su tipi fissi o di maschere, o dell'opera buffa
napoletana che poco si cura del carattere dei personaggi a favore del
dinamismo della commedia d'intrigo, Goldoni non solo si preoccupa di una
maggiore definizione dei "caratteri", ma cerca lo sviluppo e la connesione
logica tra parti recitate, nella loro struttura strofica, e cantate. Dando
proporzioni più equilibrate alle due parti, senso logico, un maggior numero
di personaggi, e finali corali (che ritroveremo nei drammi giocosi), Goldoni
realizza una vera e propria opera comica. Non dovrà fare altro, infatti, che
aumentare la dimensione delle tre scene portandola a 3 atti.
Qualcuno all'affermazione dell'autore « a scrivere un dramma per musica non
ha mai impiegato più di quattro giorni» ha voluto trovare fretta e
improvvisazione in questa parte dell'opera. A parte la loro fattura, la
natura del libretto goldoniano si presenta in una forma e con una dignità
introvabili nella librettistica contemporanea. Schizzate alla brava, ma con
il suo talento, egli cerca di lasciare un margine maggiore alla parte
musicale.
La sua "rivoluzione" si estende anche al teatro di musica veneziano.
Aumentando dimensione e numero di personaggi, Goldoni trova una più decisa
caratterizzazione, più ampia libertà compositiva e una unità drammatica
maggiore. Moltiplica le scene a più personaggi e trova intrecci vocali in
terzetti, quartetti, quintetti, nei giocondi concertati, nei travolgenti
finali.
Nei Memoires egli scrive contro quelle stravaganti assurdità "qu'on appelle
des règles dans le drame musical», regole e convenzioni del tempo che
soffocano l'opera musicale. Goldoni le accettò e rispettò ma seppe mettere
il suo marchio, la sua arte, comunque. Così facendo ha avuto un'influenza
più profonda di quanto si creda nell'opera comica veneziana. La preferenza
da parte degli operisti del tempo per i libretti goldoniani è dimostrata
dalle innumerevoli versioni musicali che furono composte con essi. Tra essi
basti nominare un Baldassare Galuppi e un Domenico Fischietti.
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