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A guisa di un grande anfiteatro sorge Messina alle falde di una catena di montagne, che la custodiscono alle spalle e la liberano dai forti venti del settentrione. ...essa giace in riva al mare, sul quale stende lo storico Braccio di S. Rainero che forma, a guisa di falce, un porto, il più bello dell'Italia

 
 
 
Guide di Messina

DESCRIZIONE DELLA CITTA'

Panorama preso dalla Beata Eustochia da via XXIV Maggio al corso Cavour
 – preterremoto 1908.
da Guida descrittiva della città di Messina, 1882
 

 
   
 

A guisa di un grande anfiteatro sorge Messina alle falde di una catena di montagne, che la custodiscono alle spalle e la liberano dai forti venti del settentrione. Rimpetto alla punta meridionale della Calabria, essa giace in riva al mare, sul quale stende lo storico Braccio di S. Rainero che forma, a guisa di falce, un porto, il più bello dell'Italia, e forse il più bello di tutto il Mediterraneo e che per l'estensione di sei chi­lometri è andito sicuro ai legni che dal Tirreno si volgono per l'Adriatico e per l'Oriente.

Di architettura robusta, ma monotona e senza movimento, è stupenda una fila di pa­lazzi, che, come un solo edifizio si presentano per il corso di due chilometri in riva al mare, tutti di uguale altezza, con colonne, pilastri ed archi simmetrici. La costruzione di essi è posteriore al 1783, nel quale anno Messina dovette risentire le tristi conseguenze di for­tissimi tremuoti, che fecero scomparire i più grandi monumenti che la ornavano. Bellissima era anche la palazzata che vedevasi pria di questa che or sorge in riva al mare. Essa era stata costruita dal vicerè Antonio Colonna e se ne conserva ancora la memoria in un quadro, posseduto, sin da quei tempi, dalla Confra­ternita della Pace, e che oggi trovasi in una aula del Palazzo di Città.

La via che separa dal mare la palazzata é larga e quasi eguale per tutta la lunghezza - lastricata e adorna di marciapiedi. Essa dal 1579 (prima della quale epoca chiamavasi della Marina) fino al 1783 ebbe nome di Via Co­lonna; oggi chiamasi Corso Vittorio Emanuele.

È veramente una vista incantevole quando passato l0 Stretto del Faro, offresi all'occhio dell'osservatore la ridente città. Essa si presenta come un vago e stupendo edifizio, tutto uniforme, che par voglia fendersi nelle lim­pide acque sottostanti, su cui si specchia per un tratto estesissimo, interrotto quà e là dalle antenne e dai sartiami delle navi.

   
 
 
 
 
 
 
 
  Brani tratti da: AAVV, Guide di Messina, Ottocento,  Experiences, 2008.
 

 
     
 
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