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IL PORTO se non molto vasto è uno dei
migliori del Mediterraneo. Esso è lavoro della natura che da sommo
artista lo disegnò pria di crearlo. Sta a guardia del suo ingresso
lo antico forte di S. Salvatore. Ivi esistea una chiesa innalzata
dal conte Ruggero per voto fatto di fabbricarla in quel sito, se la
grazia di liberare Messina dai barbari avesse ottenuta, commosso
dalla vista di dodici messinesi appiccati dai Saraceni in quel
luogo. Eravi anche il monastero dei PP. Basiliani, ma Carlo V nel
1546 lo fece demolire insieme alla chiesa per far luogo
all'ingrandimento del forte, e li fece riedificare con magnificenza
sulla spiaggia peloritana.
Nel falcato braccio del porto
denominato di S. Raineri vi sono il Lazzaretto di osservazione con
vasti magazzini, la torre della Lanterna edificata nel 1566 sul
disegno di Montorsoli delle cui opere parleremo appresso, il bacino
di carenaggio di recente costruzione, e la cittadella, fortezza di
prim'ordine, capace di una guarnigione di 6000 uomini, e munibile di
300 cannoni, fatta costruire da Carlo II dopo la famosa rivoluzione
del 1774 per eterno freno dei malcontenti. Durante la sommossa del
1848 tormentò vilmente la città cannoneggiandola, e nel settembre
del 1849, per proteggere l'assalto delle orde borboniche lanciava
bombe incendiarie che distrussero molti edifizi. Da ciò il ben
meritato epiteto di Re Bomba dato a Ferdinando II.
Ora, mercé il patriottismo dei
cittadini, è scomparso ogni vestigio di bombardamento e di case
incendiate. Notasi che per aversi lo spazio necessario per costruire
la cittadella nel 1680, furono demolite varie chiese, monasteri e
molti edifizi pubblici e privati che insieme formavano uno dei più
belli rioni della città.
Nel 1860, dopo brevissima ed
ostentata resistenza o piuttosto dimostrazione, la guarnigione
napolitana la rese al Generale Cialdini, e così cadde la temuta, ma
non inespugnabile rocca.
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