Primo piano Argomenti Schede Anteprime Editoriali
 
Registrati My Account HOME Chi siamo  Prodotti

Carrello

Contatti Faq  Privacy Condizioni Area partner Biblioteche
 
 
   
 
 

 
 
       CATALOGO DEI PRODOTTI
 

Sommario
del Minisito

 
 

  

   Gennaio 1909
   Abitare l'emergenza

  

   Annunziata
   dei Catalani

  

  S. Maria della Valle

  

   Santa Maria
   Alemanna

  

   Necropoli
   di S. Placido

  

   Forte Gonzaga

  

   Forte San Jacchiddu

  

   Gli eremi perduti

  

   Il Gran Caffè Irrera

  

   Frammenti
   di memoria

  

   Chiesa
   di San Giacomo
 
 
 
 
 

BOOKSHOP

 

 
 
 
 
   



 

 
 

A guisa di un grande anfiteatro sorge Messina alle falde di una catena di montagne, che la custodiscono alle spalle e la liberano dai forti venti del settentrione. ...essa giace in riva al mare, sul quale stende lo storico Braccio di S. Rainero che forma, a guisa di falce, un porto, il più bello dell'Italia

 
 
 
Guide di Messina

IL MUSEO
 



 

di Giuseppe Coglitore, da Storia monumentale-artistica
di Messina
, 1864
 

 
   
 

Il MUSEO venne iniziato fin dal 1806 per cura del prof. Carmelo La Farina già padre dell’illustre nostro storico Giusep­pe. Ei lo proponea per discorso nell’ac­cademia de’ Pericolanti e venne favoreggiato nell’impresa dal Promotore di essa, padre priore Gregorio Cianciolo cassine­se. Non tardò ad impinguarsi e vi avea una collezione numismatica di monete urbiche ed imperiali che ci vennero ra­pite nel 1848 da una squadra palermitana che ivi preso avea stanza.

Vi è poi una ragguardevole galleria di quadri de’ quali meriterebbero altri di venire per mano perita, rinfrescati, ed altri ristorati e posti in bell’ordine; giac­chè ricordano la non interrotta scuola messinese. Ecco per tanto ciò che scrive il La Farina (158).

«In essi una Vergine col Bambino di­pinto a tempera dagli Antoni va su di ogni altro osservata, come pure uno stupendo trittico, ove è una santa famiglia degna di Andrea del Sarto; il famoso Presepe di Polidoro da Caravaggio, quadro ricco di figure e di stupenda composizione; la strage degli Innocenti, ardito lavoro del Rodriquez; la vedova di Naim, sterminato quadro del Menniti; un S. Diego di Giov. Paolo Funduli cremonese; la trasfigura­zione di Gesù Cristo di Antonio Catalano; il martirio di S. Placido del Vanoubra­cken; Giacobbe al pozzo, Saulle e Davidde, Ester, Giacobbe e i suoi figliuoli, Assalonne, Davidde, e l’Amalechita, com­posizioni a mezze figure dello Scilla, ed altri non pochi, per lo più della rino­mata scuola messinese. E incominciata ancora una collezione di vasi greco-sicoli, di conchiologia e di mineralogia, che col tempo speriamo veder condotta a perfe­zionamento.

Sonvi in oltre due sarcofagi in marmo, ed alcune iscrizioni latine, arabe e greche: vanno osservate, tra queste, quattro tavole in marmo, intorno alle quali leggiamo nel Bullettino dell’Istituto Archeologico,  fasc. di gennaio e febbraio, quanto segue :

«Furono scoperte nell’anno 1833 (l’epoca  determinata peranche non ci è nota) nei  dintorni di Taormina quattro tavole di marmo coperte di greci caratteri, le quali non furono decifrate d’alcuno per quanto si sappia fin a questo tempo. Alla gentilezza straordinaria del nostro collega sig. Carmelo La Farina dobbiamo i gessi di tutte le quattro tavole, e però già si è potuto trarne copia esatta ed analoga spiegazione. Il sig. dott. Franz, il quale si è preso il carico di darne più ritagliato conto negli Annali nostri, ce ne ha comunicati i seguenti cenni pre­liminari......

S’espone la entrata e la spesa men­suale di tre magistrature, vale a dire, degli Hieromnemones, de’ Quaestores e de’ Præfecti rei frumentariæ, aggiun­tovi talvolta anche il resto. L’impiego delle somme non vi è indicato; per la quale causa differiscono le reliquie in discorso dalla iscrizione tauromenitana presso Castelli, pag. 39. Da cotale espo­sizione risulta in generale, che nel tempo della libertà ciascuna delle nominate magistrature avea una cassa particolare. Imperciocché non v’ha punto dubbio che queste iscrizioni fossero scolpite prima che la Sicilia fosse commessa ai Romani, forse circa 270 anni avanti. Dalla tav. I si può dedurre che ogni anno s’indicasse dal nome dell’arconte. Dopo il nome del mese entra la menzione del Pritanis il quale avea mensuale officio, e dir si può con tutta ragione, che di quante iscrizioni sono state mai scoperte in Sicilia non è alcuna che possa confrontarsi con queste preziosissime reliquie, le quali porgono luce all’amministrazione interna alla celebre città di Tauromenio.»

   
 
 
 
 
 
 
 
  Brani tratti da: AAVV, Guide di Messina, Ottocento,  Experiences, 2008.
 

 
     
 
Experiences S.r.l. - Servizi per la promozione e lo sviluppo di attività culturali e ambientali - Copyright © 2004-2009. Tutti i diritti riservati - E-mail: info@experiences.it - Schermo 1024 x 768