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Sommario
del Minisito

 
 

  

   Gennaio 1909
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A guisa di un grande anfiteatro sorge Messina alle falde di una catena di montagne, che la custodiscono alle spalle e la liberano dai forti venti del settentrione. ...essa giace in riva al mare, sul quale stende lo storico Braccio di S. Rainero che forma, a guisa di falce, un porto, il più bello dell'Italia

 
 
 
Guide di Messina

RIVIERA DEL FARO

Messina, Riviera del Faro
di Giuseppe Martinez, da Guida manuale di Messina, 1874
 

 
   
 

Se il viaggiatore avrà desiderio di fare una lunga passeggiata, potrà continuare per la riviera sino al capo Peloro che dista dalla città per dodici chilometri. La strada a ruota che gl'istorici dicono di essere stata costruita da Pompeo, discorre sempre in prossimità del lido, ed al piede di verdeggianti colline alle cui falde di dolce pendio le deliziose villette si alternano con i giardini di aranci, gli oliveti, ed i vigneti che l'industria agricola ha man mano sostituiti ai cardi, ai cacti, ed agli aloi, rendendo con lodevole industria feraci gli ingrati sabbiosi terreni (9).

Lungo la eletta riviera s'incontrano le borgate del Ringo, Paradiso, Pace, Sant'Agata, Ganzirri e Faro inferiore, tutte dipendenti dalla città di cui fan parte. Oltre a dette borgate che sono tutte traversate dalla strada, questa viene fiancheggiata da molti casini che la rendono assai animata. Nella borgata Pace la chiesa di forma circolare con portico intorno, dicata alla Madonna della Grotta, fu edificata da Emanuele Filiberto di Savoja nel 1622 e si crede su gli avanzi dell'antichissimo tempio di Diana.

I due laghetti tra Ganzirri e Faro erano in fama presso gli antichi romani per le squisite chiocciole, cibo prediletto nei banchetti di Lucullo e di Vitellio, delle quali fanno mensione Lucilio ed Orazio. Anche oggigiorno se ne fa abbondante pesca ed è una delle principali risorse di quelli abitanti. Diodoro Siculo parla di un antico tempio in uno dei detti laghi, e si vuole dagli scrittori delle patrie storie che le colonne monoliti del Duomo vi appartenessero. Vi si osserva tutt'ora qualche rudero che si suppone di essere servito di base alle colonne. Anche altri avanzi di antichità sono tutt'ora visibili nella prossimità, cioè, grossi muri rivestiti di marmo, pavimenti a mosaico di due colori, bianco e nero. Furono molti anni addietro eseguiti vari scavi, e si rinvennero dei calidari coi corrispondenti tubi di creta, con i sottostanti ipocausti, e due vasche per bagno di marmo antico cotognino. Tutto ciò fa supporre di esservi state delle ricche abitazioni in tempi assai remoti. Altro non offre di rimarchevole il villaggio del Faro, meta della peregrinazione.

Abitato per la maggior parte da pescatori, vi regna la miseria, quando il mare tempestoso non permette la pescagione. Fornisce ottimi piloti che conoscono a perfezione il corso delle correnti nello Stretto, e guidano con molta perizia a salvamento i navigli quando sono assaliti da procella. Sulla estremità della lingua di terra che forma il capo Peloro, sorge la torre del Faro di antichissima costruzione, la quale fu in epoca posteriore restaurata e circondata di un fortilizio. Dalla sommità di detta torre si gode il magnifico spettacolo di un paesaggio di fate, il quale presenta da un lato le verdeggianti colline nordiche della Sicilia, e le istoriche isole Eolie, tra cui il vulcano Stromboli, chiamato lanterna dei naviganti dal continuo fiammeggiare; e dall'altra parte l'interminabile catena dei monti calabri dei quali le diverse distanze succedentesi gradatamente sono marcate dalla varietà delle tinte dal verde al bruno. Contemplando dall'eminente sito la sublime scena, le più belle reminiscenze di poesia e di antiche storie si presentano alla mente dello spettatore: Omero ed il suo esagerato canto sulle celebri rupi di Scilla, che coll'acuto vertice toccano il cielo; il ramingo Enea ed i suoi seguaci; Ulisse ed i sei compagni perduti nelle rocche di Scilla (10); Annibale e la flotta cartaginese; Pompeo ed il suo esercito condotto in Sicilia per battere Perpenna, Ottavio e Pompeo, ed il navale combattimento avvenuto nello Stretto tra le flotte dei due illustri rivali. Con la mente piena di tante reminiscenze ed emozioni lo spettatore colassù si raccoglie e medita sulla caducità delle umane grandezze.

   
 
 
 
 
 
 
 
  Brani tratti da: AAVV, Guide di Messina, Ottocento,  Experiences, 2008.
 

 
     
 
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