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Sommario
del Minisito

 
 

  

   Gennaio 1909
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A guisa di un grande anfiteatro sorge Messina alle falde di una catena di montagne, che la custodiscono alle spalle e la liberano dai forti venti del settentrione. ...essa giace in riva al mare, sul quale stende lo storico Braccio di S. Rainero che forma, a guisa di falce, un porto, il più bello dell'Italia

 
 
 
Guide di Messina

COLLI SAN RIZZO




 

di Jeannette Power, da Messina: guida della città, 1842
 

 
   
 

Continuando la strada suddetta più in su, s’osservano sparsi qua e là varii minerali. Verso la contrada S. Rizzo si trovano calcarea primitiva saccaroide, tormaline nere con quarzo ametistico nelle rocce granitose, anfibole nere in dette rocce primitive, scisto micaceo, sianite con ossido di ferro, di mica argentea, nera, acerata, ed a varie altre tinte, granito a grossi ed a minuti elementi e con ciottoli di gneis di forme e colori diversi per l’ossido di ferro, di quarzo semplice ed a strato ametistico, od ossidato di ferro clorite, con piriti di ferro e di carbon fossile.

GESSO (22) dieci miglia da Messina. Nella chiesa de’ Cappuccini vedesi la Natività copiata da Catalano il vecchio sull’originale di Polidoro, e la Vergine del Soccorso d’Onofrio Gabriele. Nel suo territorio trovasi solfato di calce, talco, pietra serpentina ed alabastro. Sotto il suo castello, nella roccia calcarea, si rinviene la terebratula vitrea di piccola grandezza.

Continuando la strada, si giunge a

CALVARUSO (23). Salendo lungo il fiume, e giunto rimpetto al convento dell’Ecce homo, all’entrare in una piccola strada a man sinistra, nel fondo del fu principe di Monte Cateno, v’è una miniera di eccellente carbon fossile, e si dice esservene una di ferro. Presso il fiume suddetto vi sono due varietà di diaspri gialli con macchie verdi, e verdi con macchie gialle, non che quattro varietà di agate.

Tornando alla città di Messina, se si vuole prender la via del mezzodì, si vada a Bimare, salendovisi per la via di

S. FILIPPO INFERIORE, sei miglia da Messina. Nella chiesa di questo villaggio vi è un quadro di Deodato Guinaccia, rappresentante la Visitazione. – Nella chiesa di

S. FILIPPO SUPERIORE, intitolata S.Maria Maddalena, il quadro di Mariano Riccio, raffigura la Vergine col bambino.

Al mezzodì della fiumara avvi una grotta, ove S. Filippo celebrò la S. Messa all’altare su cui è collocata la statua di esso. Questa grotta fu dotata e concessa da Ruggiero a’ Basiliani.

A man sinistra di detta fiumara è una gran roccia a strati calcarei, e vi si rinvengono le seguenti conchiglie fossili: Tellina digitalis, bipartita, Cytherea veneziana, Arca Noæ, barbata, Pectunculus pilosus, Pecten jacobæus, Testæ, gibbus, sanguineus, varius, Ostrea lamellosa, cochlear foliosa, Anomia cepa, Terebratula caput serpentis (24), truncata, bipartita, vitrea, rotundata, Balanus, Anatifa, Trochus striatus, crenulatus, ziziphinus, Monodonata, Turritella tenebra, Ranella gigantea, Tritonium nodiferum, Buccinum serratum, ec.. Si rinvengono inoltre delle millepore, retipore, collepore, varietà di echini, vertebre e denti di pesci ec.

Da lì si sale sopra

BIMARI O DINNAMARI. Questo monte è così nomato perché guarda i due mari Jonio e Tirreno. Contiene marmi, e vari minerali ed insetti, fra’ quali bellissime farfalle; si trovano tartarughe ed altri rettili e si fa la caccia a’ volatili ed a’ quadrupedi. Di questi ultimi non vi hanno che lepri, conigli, volpi e qualche martora; vi vegetano pure delle piante interessanti pel botanico.

   
 
 
 
 
 
 
 
  Brani tratti da: AAVV, Guide di Messina, Ottocento,  Experiences, 2008.
 

 
     
 
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