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Continuando la strada suddetta più in
su, s’osservano sparsi qua e là varii minerali. Verso la contrada S.
Rizzo si trovano calcarea primitiva saccaroide, tormaline nere con
quarzo ametistico nelle rocce granitose, anfibole nere in dette
rocce primitive, scisto micaceo, sianite con ossido di ferro, di
mica argentea, nera, acerata, ed a varie altre tinte, granito a
grossi ed a minuti elementi e con ciottoli di gneis di forme e
colori diversi per l’ossido di ferro, di quarzo semplice ed a strato
ametistico, od ossidato di ferro clorite, con piriti di ferro e di
carbon fossile.
GESSO (22) dieci miglia da Messina.
Nella chiesa de’ Cappuccini vedesi la Natività copiata da Catalano
il vecchio sull’originale di Polidoro, e la Vergine del Soccorso
d’Onofrio Gabriele. Nel suo territorio trovasi solfato di calce,
talco, pietra serpentina ed alabastro. Sotto il suo castello, nella
roccia calcarea, si rinviene la terebratula vitrea di piccola
grandezza.
Continuando la strada, si giunge a
CALVARUSO (23). Salendo lungo il
fiume, e giunto rimpetto al convento dell’Ecce homo, all’entrare in
una piccola strada a man sinistra, nel fondo del fu principe di
Monte Cateno, v’è una miniera di eccellente carbon fossile, e si
dice esservene una di ferro. Presso il fiume suddetto vi sono due
varietà di diaspri gialli con macchie verdi, e verdi con macchie
gialle, non che quattro varietà di agate.
Tornando alla città di Messina, se si
vuole prender la via del mezzodì, si vada a Bimare, salendovisi per
la via di
S. FILIPPO INFERIORE, sei miglia da
Messina. Nella chiesa di questo villaggio vi è un quadro di Deodato
Guinaccia, rappresentante la Visitazione. – Nella chiesa di
S. FILIPPO SUPERIORE, intitolata
S.Maria Maddalena, il quadro di Mariano Riccio, raffigura la Vergine
col bambino.
Al mezzodì della fiumara avvi una
grotta, ove S. Filippo celebrò la S. Messa all’altare su cui è
collocata la statua di esso. Questa grotta fu dotata e concessa da
Ruggiero a’ Basiliani.
A man sinistra di detta fiumara è una
gran roccia a strati calcarei, e vi si rinvengono le seguenti
conchiglie fossili: Tellina digitalis, bipartita, Cytherea
veneziana, Arca Noæ, barbata, Pectunculus pilosus, Pecten jacobæus,
Testæ, gibbus, sanguineus, varius, Ostrea lamellosa, cochlear
foliosa, Anomia cepa, Terebratula caput serpentis (24), truncata,
bipartita, vitrea, rotundata, Balanus, Anatifa, Trochus striatus,
crenulatus, ziziphinus, Monodonata, Turritella tenebra, Ranella
gigantea, Tritonium nodiferum, Buccinum serratum, ec.. Si rinvengono
inoltre delle millepore, retipore, collepore, varietà di echini,
vertebre e denti di pesci ec.
Da lì si sale sopra
BIMARI O DINNAMARI. Questo monte è
così nomato perché guarda i due mari Jonio e Tirreno. Contiene
marmi, e vari minerali ed insetti, fra’ quali bellissime farfalle;
si trovano tartarughe ed altri rettili e si fa la caccia a’ volatili
ed a’ quadrupedi. Di questi ultimi non vi hanno che lepri, conigli,
volpi e qualche martora; vi vegetano pure delle piante interessanti
pel botanico. |