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Sulla vorticosa Cariddi alla parte esteriore del braccio San
Rainero, tra la cittadella e il forte del Salvadore, surse in
remoti tempi una torre che serviva di faro a’ naviganti; ma nel
1555, essendo Vicerè Giovanni de Vega, venne essa demolita per
risorgere più bella a spese di questo nostro comune come attesta
il Gallo (65). Essa è di pietre riquadrate e sostiene al sommo
il fanale per accendere il quale vuolsi che una donna greca
dell’isola di Candia abbia legato alla città un
cespite posto nel torrente del nostro villaggio Bordonaro
contrada Calorendi (66).
Sull’alto
della porta leggesi questa iscrizione :
D. O. M. Carolo V Imperante, Hispaniarum
et utriusque Siciliæ rege, Joannes Vega
Prorex, Turrim Calofarum ad exponendas noctu navigantibus faces, Pub. Imp.
Constr: curavit. Jacobo Spataforo, Nicolao Sollima,
D, Ascanio Marullo, Petro Benedicto, Hieronymo Romano, Stephano Messenio Juratis, Francisco Romano, et Joanne
Jurba Provisoribus - MDLV.
Di sotto evvi
il seguente distico:
Me
tibi fallacis rapiat discrimina ponti hæc tibi fax monstret, nocte viator iter. Codesta
torre sotto la dominazione borbonica, e quando il popolo
commetteva il delitto di chiedere incessante la propria libertà,
venne munita trasfigurandosi in fortezza; ma la mano di Dio
benedisse quel delitto e null’ostante tanta serie di forti che
circuivano la città e la voleano rendere schiava e depressa
insieme al resto dell'isola, la libertà si ottenne e quella
dinastia venne scancellata dall’album delle famiglie
regnanti. |