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del Minisito

 
 

  

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A guisa di un grande anfiteatro sorge Messina alle falde di una catena di montagne, che la custodiscono alle spalle e la liberano dai forti venti del settentrione. ...essa giace in riva al mare, sul quale stende lo storico Braccio di S. Rainero che forma, a guisa di falce, un porto, il più bello dell'Italia

 
 
 
Guide di Messina

CHIESA DI S. GREGORIO

Chiesa di San Gregorio, eseguita su disegno del Calamech, scomparsa a seguito
del terremoto del 1908.
di Grosso-Cacopardo, da Guida per la città di Messina, 1826
 

 
   
 

Salendo quindi a sinistra per magnifica scalinata si ascende all'antico e ricco monistero di 

S. GREGORIO 

Varj preziosissimi monumenti in fatto di pittura, e scultura son conservati entro le mura del monistero, inaccessibili all’occhio degli intendenti, fra quali ricordo più tavole del Guinaccia, una famosa cena di Stefano Giordano Messinese scolare di Polidoro, ed una fonte marmorea scolpita dal nostro Brugnani.

Tralasciando da parte questi per ora invisibili oggetti, potrà il viaggiatore dalle ringhiere che ricorrono intorno la chiesa, osservare tutta la città ed il bacino del porto, che gli stanno di sotto, la Calabria dirincontro, e lo stretto del Faro dalla sinistra, spettacolo cui pochissime città del mondo possono offrire l'uguale.

In questo elegantissimo luogo eravi ne' secoli greci inalzato un tempio a Giove, e quindi ne' bassi tempi fu convertito in un ospedale, che dal monte prese il nome della Caparrina.

Negli anni. a noi vicini, e precisamente nel secolo XVI, aggregato quest'ospedale a quello della Pietà, fu inalzato questo tempio sul modello d'Andrea Calamech in forma di croce greca, nel cui mezzo si erge elevatissima cupola ricoperta di piombo. Ne' secoli susseguenti fu internamente adornata a commesso di pietre dure, con ispesa pressoché incalcolabile, e di una esecuzione sorprendente: tale ornamento la fece invero più ricca, ma la fece all’incontro meno bella togliendole la semplicità. Tutte le volte e la cupola sono accuratamente dipinte dalli fratelli Filocamo. Degni d'ammirazione sono i quadri che si vedono sugli altari. Il S. Benedetto fra i suoi discepoli è del tante valte lodato Antonello Riccio. Il Titolare è di Antonio Barbalonga. La S. Silvia é del pennello de' Filocami. La palla della Vergine del Carmine con S. Giuseppe è creduta del Guercino.

In uno degli altari si venera un'antichissima immagine della Vergine col Bambino fra le braccia a di cui piedi sta genuflesso S. Gregorio, lavoro di mosaico d'incognito maestro. Intorno a questa devota immagine, si vedono varj quadretti dipinti sopra rame d'Alessandro Fei fiorentino, con un gusto, ed una dilicatezza incomparabile.

Entro il parlatorio si vede la famosissima Icona della Vergine col Bambino ricordata da molti autori, opera d'Antonello di Messina segnata col suo nome e coll'epoca del 1473, di cui si vedono ancora in sagrestia altre quattro tavole, cioè un'Annunziata, ed un Angelo mezze figure, S. Gregorio e S. Benedetto, quali tutti formavano parte della riferita Icona.

   
 
 
 
 
 
 
 
  Brani tratti da: AAVV, Guide di Messina, Ottocento,  Experiences, 2008.
 

 
     
 
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