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Conosciuta come  “Badiazza”, questo gioiello tardo normanno si trova
a Messina, lungo il Torrente S. Rizzo, in una zona boscosa.
 
 
L'architettura di età sveva
di Marco Pugliatti 

 

 

Notizie storico-critiche.

Bellafiore sostiene che l’ osservazione in loco conferma la datazione dell’ opera che risale tra la fine del XII secolo e l’ inizio del XIII, ipotesi giustificata dallo schema planovolumetrico di tipo tardo-normanno. Secondo un documento del 1123, all’epoca di Ruggero II, nel sito dove adesso sorge la chiesa, si trovava un complesso monastico con annesso un convento di benedettine cistercensi.

Nella prima metà del XIII secolo Federico II di Svevia  riedifica la chiesa appartenente al complesso.Il suo intervento produrrà anche la riqualificazione delle navate, la ricostruzione del prospetto e il restauro delle absidi. La chiesa viene in seguito danneggiata da un incendio e restaurata questa volta  da Federico II d’Aragona.

L’osservazione in loco, sostiene Bellafiore, conferma una prevalenza di tratti tardo-normanni indicati dalla lettura dello schema planovolumetrico. “Il santuario ripete quella fondamentale cellula generatrice che è la Qubba che dall’architettura palaziale islamica era passata a costituire lo schema ideativo dei restauri delle chiese cristiane dell’età normanna”,(Bellafiore).

Il monastero rimase attivo fino alla pestilenza del 1347, abitato poi sempre meno fino al totale abbandono verso il finire del 1500. L’azione degli agenti atmosferici, metereologici e gli eventi tellurici infliggeranno ulteriori ferite alla chiesa, fino al  crollo della cupola e all’interramento parziale della struttura.

Descrizione dell’impianto e delle decorazioni.

E’ composta da due corpi: il santuario con le absidi ed il corpo della navate. Esistono quattro arcate asimmetriche ed uno spazio centrale cupolato circondato da quattro corridoi simmetrici. Le arcate si appoggiano sia alle pareti esterne che al corpo delle navate tramite archi ogivali.

Nelle pareti esterne vi sono alte monofore, mentre nella facciata principale ed in quella delle absidi si osservano finestre circolari. Il presbiterio è reso elegante da una serie armonicamente inserita di finestre. La cupola, ormai crollata, era costituita in pietra pomice per diminuire il peso e ridurre le spinte. Il passaggio dal quadrato al cerchio era assicurato grazie ad archetti sovrapposti. 

Sebbene la chiesa presenti alcuni elementi che richiamano a stili e soluzioni anteriori all’ epoca sveva (le colonne inserite negli spigoli frontali della abside centrale, le finestre del prospetto o i sistemi di appoggio della cupola), la veduta d’ insieme, con le sue proporzioni, le archeggiature, le crociere costolonate non lasciano dubbi sulla appartenenza del monumento al periodo federiciano. In particolare la parte sveva della chiesa corrisponderebbe al sistema delle coperture a crociera con robusti costoloni a sezione rettangolare e che risultano essere autonome rispetto alle strutture portanti, ed i portali.

All’esterno, il corpo presbiterale ornato di merli dà, all’esterno, l’impressione di un nobile palazzo. Archi in pietra lavica. Il portale ha archivolti ornati da un motivo a zig-zag.  All’interno, I capitelli sono opera quasi certa di maestranze locali, che hanno prodotto, in realtà, una sintesi scarna ma molto suggestiva.