Notizie storico-critiche.
Bellafiore sostiene che l’ osservazione in loco
conferma la datazione dell’ opera che risale tra la fine del XII secolo e l’
inizio del XIII, ipotesi giustificata dallo schema planovolumetrico di tipo
tardo-normanno. Secondo un documento del 1123, all’epoca di Ruggero II, nel
sito dove adesso sorge la chiesa, si trovava un complesso monastico con
annesso un convento di benedettine cistercensi.
Nella prima metà del XIII secolo Federico II di Svevia
riedifica la chiesa appartenente al complesso.Il suo intervento produrrà
anche la riqualificazione delle navate, la ricostruzione del prospetto e il
restauro delle absidi. La chiesa viene in seguito danneggiata da un incendio
e restaurata questa volta da Federico II d’Aragona.
L’osservazione in loco, sostiene Bellafiore, conferma
una prevalenza di tratti tardo-normanni indicati dalla lettura dello schema
planovolumetrico. “Il santuario ripete quella fondamentale cellula
generatrice che è la Qubba che dall’architettura palaziale islamica era
passata a costituire lo schema ideativo dei restauri delle chiese cristiane
dell’età normanna”,(Bellafiore).
Il monastero rimase attivo fino alla pestilenza del
1347, abitato poi sempre meno fino al totale abbandono verso il finire del
1500. L’azione degli agenti atmosferici, metereologici e gli eventi
tellurici infliggeranno ulteriori ferite alla chiesa, fino al crollo della
cupola e all’interramento parziale della struttura.
Descrizione dell’impianto e delle decorazioni.
E’ composta da due corpi: il santuario con le absidi ed
il corpo della navate. Esistono quattro arcate asimmetriche ed uno spazio
centrale cupolato circondato da quattro corridoi simmetrici. Le arcate si
appoggiano sia alle pareti esterne che al corpo delle navate tramite archi
ogivali.
Nelle pareti esterne vi sono alte monofore, mentre
nella facciata principale ed in quella delle absidi si osservano finestre
circolari. Il presbiterio è reso elegante da una serie armonicamente
inserita di finestre. La cupola, ormai crollata, era costituita in pietra
pomice per diminuire il peso e ridurre le spinte. Il passaggio dal quadrato
al cerchio era assicurato grazie ad archetti sovrapposti.
Sebbene la chiesa presenti alcuni elementi che
richiamano a stili e soluzioni anteriori all’ epoca sveva (le colonne
inserite negli spigoli frontali della abside centrale, le finestre del
prospetto o i sistemi di appoggio della cupola), la veduta d’ insieme, con
le sue proporzioni, le archeggiature, le crociere costolonate non lasciano
dubbi sulla appartenenza del monumento al periodo federiciano. In
particolare la parte sveva della chiesa corrisponderebbe al sistema delle
coperture a crociera con robusti costoloni a sezione rettangolare e che
risultano essere autonome rispetto alle strutture portanti, ed i portali.
All’esterno, il corpo presbiterale ornato di merli dà,
all’esterno, l’impressione di un nobile palazzo. Archi in pietra lavica. Il
portale ha archivolti ornati da un motivo a zig-zag. All’interno, I
capitelli sono opera quasi certa di maestranze locali, che hanno prodotto,
in realtà, una sintesi scarna ma molto suggestiva.
|