Molte furono le scoperte
messinesi degli anni 1910-1915. In via Garibaldi, successivamente a dei
grandiosi lavori di fognatura, fu scoperta una serie di mattonacci bollati ,
recanti iscrizioni greche. Fu inoltre rinvenuto un gruppo di ruderi,
esattamente un pezzo di muro ad una filata di grandi conci, eretti sopra una
zoccolatura di pezzani di pietra e mattoni.
Dietro l’Arcivescovado
furono trovati, nell’inverno del 1915, resti di una casa romana, di cui un
ambiente era adornato con un mosaico geometrico floreale. Presso il teatro
Mastrojenni in via S. Cecilia, nel 1913, fu trovata una conduttura fittile,
probabilmente appartenente ad uno degli acquedotti urbani, che adducevano
l’acqua nell’interno della città.
Nel 1912 fu rinvenuto un
dado spezzato in calcare conchiglifero durissimo, sul cui fronte era incisa
a grandi lettere un’iscrizione greca oschizzante del periodo mamertino.
Nell’area dell’edificio postale furono nuovamente scoperti bolli su
mattonacci, recanti iscrizioni greche, una tabelletta marmorea, con
un’incisione latina, e ancora un grande masso in calcare conchiglifero,
decorato con una rude cornice in alto e con una iscrizione sopra una base
stuccata al centro.
Dal sottosuolo della chiesa
di S.Nicolò dei Cistercensi, nel 1914, furono rinvenuti i frammenti di un
grande sarcofago ellenistico-romano, con al centro un piccolo albero di
palma affiancato da due pantere che sorregge un medaglione con testa di
Medusa. Ai suoi lati due coppie di centauri e centauresse incedono in senso
inverso, ognuno accompagnato da una pantera, mentre in alto volano delle
piccole arpie. I lati corti della cassa sono decorati con due grandi figure
di grifoni seduti.
Presso il Duomo, nel settembre del 1915, si
scoprì una grande statua marmorea acefala rappresentante Igea,
adagiata fra ruderi di costruzioni antiche, così distinte:
- Costruzione ellenistico-mamertina ,
formata da un piano di lastroni di arenaria, su un lato del quale si
elevava una poderosa muraglia.
- Casa ellenistica o
romano-repubblicana, con muri di grossi mattoni su fondazione di conci
lapidei irregolari.
La statua di Igea
rappresenta la divinità secondo il comune schema ellenistico, con il peso
del corpo sulla gamba destra rigida, a differenza della sinistra rilasciata
e a riposo, con un chitone a fitte pieghe cannellate e con un mantello
adagiato sulla spalla sinistra da cui scende verso il dorso una serpe.
Fin dal secolo sedicesimo
era conosciuto a Messana un titolo dedicato ad Asclepio e Igea, salvatori
della città. L’ara che recava questo titolo sorreggeva una pila
dell’acquasantiera del Duomo; probabilmente il titolo è stato ritrovato dove
è emersa la statua di Igea, in cui sorgeva probabilmente
il santuario dedicato alle
due divinità. Furono rinvenuti anche un grande frammento di architrave
marmoreo e due capitelli marmorei, ellenistico – romani, con doppio ordine
di foglie di acanto, dalle quali spu |