Nel
XVII secolo, l’Alchimia, ridotta a
pseudo-scienza, denunciò la
caratteristica filosofica delle
sue teorie. Quella che era stata
l'Ars magna, condivise lo
stesso destino di altre teorie
esoteriche, come
l'astrologia e la cabala,
apparentate tra loro semplicemente
dalla superstizione. L’Alchimia si
svalutò d’importanza ed uscì dagli
studi universitari del tempo.
Tuttavia, il grande credito che
l’Alchimia aveva goduto per
millenni, non poteva scomparire da
un momento all’altro. Soprattutto
a livello popolare, non informato
delle nuove scoperte scientifiche,
l’alchimia continuò ad avere una
grande diffusione. Gli alchimisti
seguitavano ad avere doti di
guaritori e detentori del grande
sapere. Molti di questi scrissero
libri sulla falsariga dei grandi
alchimisti del passato,
autocelebrandosi ed
autoaffermandosi. Nacquero veri e
propri manuali, come i cosiddetti
"erbari dei falsi alchimisti".
Con l’affermazione progressiva
della scienza, nel tempo,
l’alchimia perse ogni prestigio
intellettuale, finendo per
scomparire del tutto. Solo verso
la fine dell’Ottocento e nei primi
decenni del secolo successivo,
l’alchimia venne riscoperta, ma
più come fenomeno culturale del
passato, non certo per la sua
“scienza”. Tra le personalità che
si interessarono ad essa, vi
furono, tra gli altri, lo
psicanalista Carl Gustav Jung,
mentre tra i primi studiosi che si
interessarono all’esoterismo e
all’occultismo, e quindi di
alchimia, vi furono Julius Evola e
Giuliano Kremmerz.
La chimica
Il termine chimica,
che noi usiamo, potrebbe originare
dal kemà,
l’antico libro dei segreti
dell'arte egizia, da cui derivò il
termine arabo al kimiaa, da
cui viene la parola sia di
Alchimia, che di Chimica. In
effetti, chimica ed alchimia
convissero nei millenni. Questo
perché hanno in comune la loro
funzione. La chimica, infatti, è
un ramo delle scienze naturali,
che si occupa della
composizione della
materia e dei comportamenti da
essa derivanti. Ma mentre
l’alchimia effettuò le sue
ricerche rimanendo nel campo
filosofico ed esoterico, la
chimica nel Seicento si poggiò sul
metodo scientifico galileiano. Le
progressive scoperte
incontrovertibili, portarono, alla
fine del XVIII secolo, a quella
che sarà denominata come
“rivoluzione chimica”, con varie
interazioni con la vita sociale
dell’epoca. La chimica è
tutt’altro che una branca di
margine. Essa è stata definita
come "la scienza centrale". La
chimica, infatti, connette tra
loro: l'astronomia, la fisica, le
scienze dei materiali, la geologia
e la biologia.
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