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  ANTONELLO
DA MESSINA
 
   
  VITA E OPERE
   

Antonello da Messina, artista non per caso

 

Antonello e le nuove tecniche fiamminghe

 

Come sfondo dei dipinti, lo Stretto

 

Antonello e la sua ricerca personale

 

I toni cupi della fede dell'artista

 

Il polittico del convento di Santa Maria

 

La capacità raggiunta lo fa conoscere ovunque

 
Ultimi capolavori di un grande Maestro

   
  EXCURSUS DEI DIPINTI
   

Parte prima 1455-1475

 

Parte seconda 1473-1476


Parte terza 1474-1479

 

 
   
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ANTONELLO
 
     
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 A cura di Daniela Daino 
 

Forte delle nuove conquiste ritorna, dunque,  a Messina, fra la sua gente. Anche se non offre grandi commissioni la città siciliana è sempre nei suoi pensieri e il 30 gennaio del 1461 si impegna con il nobile messinese Giovanni Mirulla, a dipingere una Madonna su un fondo oro, probabilmente molto simile alla prima Vergine Annunciata del 1450.

Poi negli anni fra il 1462 e il 1463, sempre nella sua città, sarà impegnato nella realizzazione di due gonfaloni, il primo per la confraternita di S. Elia de’ Disciplinati, il secondo per la chiesa di S. Nicolò alla Montagna. Purtroppo nessuna delle tre opere sopra citate ha resistito sino ad oggi, come molte altre opere dell’artista che per via delle “collocazioni prevalentemente private”, o dei terribili terremoti che devastarono la Sicilia, non sono giunte a noi.
Anche ricostruire un vero percorso artistico del pittore è estremamente difficile, dato che lo stesso terremoto del 1908 distrusse gli archivi notarili della città, confinando sotto le macerie parte dei documenti relativi alla vita e agli spostamenti di Antonello. Un vero e proprio buio cronologico fra il 1463 e il 1471 può essere, forse, giustificato da un ulteriore viaggio dell’artista, ma non si ha nessuna certezza.

Le uniche certezze di questo periodo, comunque attivo per l’artista, sono rappresentate dai ritratti datati fra il 1460 e il 1465, eseguiti sia per commissione che per diletto, che propongono una squisita naturalezza nei tratti e nelle linee di contorno dei volti così espressivi. Quasi un anticipo delle foto tessere odierne, Antonello cattura gli sguardi, i sorrisi appena accennati o le rughe d’espressione di persone normali, comuni, con sentimenti ed emozioni che filtrano e si irradiano dal fondo scuro delle composizioni.

Sembra che proprio da questo momento Antonello adotti un sistema. L’incertezza relativa alla datazione delle precedenti opere è risolta nelle successive grazie ad un metodo, già in precedenza utilizzato da un altro grande pittore del rinascimento veneziano, Giovanni Bellini. Antonello ha probabilmente conosciuto l’artista durante uno dei suoi viaggi a Venezia.
Sarà rimasto colpito dalla novità adottata dal collega:  inserire all’interno dell’opera, una volta terminata, dei foglietti ai margini della composizione, eseguiti in maniera talmente realistica da sembrare appuntati alla tela ,sui quali apponeva la propria firma.

 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

   
 
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