Dal
1471 al 1472 troviamo notizie di
Antonello a Noto, per via di una
nuova commissione. Un nuovo
gonfalone gli viene richiesto per
la chiesa del Santo Spirito, ma
niente rimane dell’opera, che
certamente sarà stata di notevoli
dimensioni e maestria.
Successivamente, importanti
risultano i Polittici realizzati
dall’artista nel 1473. Il primo
commissionato dalle monache
benedettine del convento di Santa
Maria Monialium a Messina, ha come
soggetto principale la Madonna in
trono con Bambino, ai lati due S.
Gregorio e S. Benedetto e nella
parte superiore, che corona la
composizione, è rappresentata
l’Annunciazione.
Sfortunatamente è la sola e unica
opera riconosciuta, insieme ad una
tavoletta dipinta su entrambe le
facciate, che raffigura da un lato
"La madonna col Bambino e
dall'altro un Ecce Homo", che è
stata acquistata dall’ Assessorato
ai Beni Culturali della Regione
Siciliana solo nel 2004 dopo
averne avuto notizia del
ritrovamento a Berlino, che
conserviamo al Museo Regionale di
Messina, e che sicuramente vale la
pena andare a vedere di persona.
Certo
le condizioni non risultano
eccellenti, dopo il terremoto che
colpì disastrosamente la città nel
1908, le tavole del polittico
giacevano sotto le macerie, ma
l’insieme è davvero maestoso, e
rappresenta un sunto dei
cambiamenti adottati da Antonello.
Oltre
al già citato uso dei colori caldi
e della luminosità si evidenzia
l’importanza data alle figure in
un ambiente preciso e definito,
caratteri distintivi acquisiti
dall’adozione di accorgimenti
prospettici, carpiti al grande
maestro Piero della Francesca,
conosciuto probabilmente
personalmente da Antonello a Roma,
intorno al 1470.
La
lezione fiamminga si evidenzia
invece nell’analisi adottata per
l’esecuzione del manto della
Madonna in trono, che con leggere
pieghe rende il tessuto quasi
palpabile, così come i minuziosi
dettagli del libro sorretto da S.
Benedetto.
La
maestria di Antonello sta nel far
partecipare all’opera anche gli
spettatori: cerca in ogni modo, e
con ogni accorgimento di rendere
comunicante i due mondi, quello
reale dello spettatore e quello
iconico dell’opera. Con la punta
dei piedi i due Santi superano un
confine, così come il rosario,
naturalmente scivolato giù dal
gradino, e ci invitano ad entrare,
a prendere parte alla
composizione. Ma una descrizione,
anche se la più precisa ed
approfondita, non riuscirà mai a
dare la stessa emozione che solo
una visione diretta sa dare.
L’altro
grande Polittico commissionato
negli stessi anni non ha avuto la
stessa fortuna del primo poiché è
andato perduto.
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