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PLATONE
ED IL MITO DI ATLANTIDE 
 

  PLATONE
     

Biografia di Platone

 
I ripetuti viaggi in Sicilia
 

La sua filosofia

 
  ATLANTIDE
   

Atlantide, tema serio o fantasy?

 

I due dialoghi “incriminati”

 

Il Mito di Atlantide nei secoli

 

Atlantide, tra Nazismo e sensatezza

 

A caccia di Atlantide

 

La fantasia non vuole limiti

 
 
 
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Platone, insieme a Socrate ed Aristotele, costituiscono la triade di filosofi greci che hanno dato fondamenta al pensiero occidentale.
Nacque ad Atene all'ottantottesima Olimpiade nel settimo giorno del mese di Targellione (da Cronologia di Apollodoro di Atene), cioè sul finire di maggio del 428 a.C Di famiglia aristocratica, il padre, Aristone, era discendente dell’ultimo Re di Atene, Codro, e di madre, Perittione, discendente di Solone, famoso legislatore greco (da Diogene Laerzio). Il suo nome di battesimo era Aristocle. I suoi due fratelli, Adimanto e Glaucone, vengono citati nel suo dialogo Repubblica, mentre la sorella, Potone, ebbe come figlio Speusippo, che fu suo allievo ed erede dell'Accademia di Atene.
Fu il suo maestro di ginnastica, un lottatore proveniente da Argo, Aristone anche lui, a soprannominarlo, per le sue spalle larghe, “Platone” (da platýs, che significa "ampio"). Da giovane, infatti, il filosofo praticava il pancrazio, una specie di lotta mista a pugilato. Altri storici attribuendo lo stesso significato al soprannome, ma facendolo derivare non dalle spalle, ma falla fronte o dal suo stile letterario. Secondo il giovane Platone si dedicò alla pittura e alla poesia, componendo ditirambi, liriche e tragedie, un esercizio letterario che, più tardi, tornerà molto utile per la stesura dei suoi Dialoghi. Tale notizia viene riferita da Diogene Laerzio, che si rifaceva ad informazioni date dai predecessori Apuleio, a Olimpiodoro ed Eliano.
Dal 409 a.C. al 407 a.C., partecipò alla Guerra del Peloponneso. Tre spedizioni militari lo portarono a combattere a Tanagra, a Corinto e a Delio.

Fu proprio nel 407 a.C che, appena ventunenne, conobbe Socrate, rimanendone affascinato. Riportano che Platone distrusse i suoi componimenti poetici giovanili, per seguire il maestro Socrate e le sue lezioni filosofiche. Per otto anni fu pervaso dalla pratica filosofica e la maieutica di Socrate. Tuttavia, poiché Socrate aveva fatto parte del governo oligarchico dei Trenta tiranni, che, oltretutto, era filo-spartano (a cui aveva fatto parte anche lo zio di Platone, di nome Crizia), all’insediarsi ad Atene di un nuovo governo democratico, accusato di corruzione, con i suoi insegnamenti, dei giovani ateniesi, fu condannato a morte, che avvenne nel 399 a.C.
I giovani allievi di Socrate, compreso Platone, morto il maestro, lasciarono Atene, alla ricerca di nuovi filosofi e nuovo sapere. Si recarono dapprima a Megara, poi a Cirene, dove incontrarono il matematico Teodoro e, infine, in Italia, dai filosofi pitagorici Filolao ed Eurito.

Dal 395 a.C., Platone inizia a comporre i primi dialoghi. Dopo l'Apologia di Socrate, che fu il primo di questi, redasse il Critone, in cui la figura di Socrate dibatte sulla legittimità delle leggi. In questi primi testi Platone affronta, infatti, proprio la problematica culturale legata al suo maestro Socrate e, in generale, al suo insegnamento, fondamento dei sofisti.
Dopo il suo primo viaggio in Sicilia (che vedremo in seguito), nel 387 a.C., Platone, dopo avere acquistato un parco dedicato ad Academo, fonda l’Accademia, che consacra ad Apollo e alle Muse. E’ una scuola di filosofia, ma a differenza di quella di Isocrate aperta nel 391 a.C. in cui si insegna principalmente  la retorica, in essa ci si basa sulla scienza e sul suo metodo, da cui la dialettica, che ne deriva. Nel suo giardino si svolgono continui dibattiti tra maestri, allievi ed allievi anziani. Si svolgono anche conferenze di personaggi notevoli, di passaggio ad Atene.
Durante questo felice momento, una ventina d’anni, Platone scrive altri dialoghi, che approfondiscono, stavolta, le condizioni necessarie alla creazione delle basi della scienza.

Dopo altri due viaggi in Sicilia, ad Atene, Platone realizza i suoi ultimi dialoghi, tra cui il Timeo ed il Crizia, che riportano il Mito di Atlantide. Platone muore nel 347 a.C. La sua scuola, ereditata inizialmente dal nipote Speusippo, gli sopravvive diversi secoli. Viene chiusa definitivamente nel 529 d.C. per volere dell’imperatore Giustiniano.

 

 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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