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PLATONE
ED IL MITO DI ATLANTIDE 
 

  PLATONE
     

Biografia di Platone

 
I ripetuti viaggi in Sicilia
 

La sua filosofia

 
  ATLANTIDE
   

Atlantide, tema serio o fantasy?

 

I due dialoghi “incriminati”

 

Il Mito di Atlantide nei secoli

 

Atlantide, tra Nazismo e sensatezza

 

A caccia di Atlantide

 

La fantasia non vuole limiti

 
 
 
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Platone (427-347 a.C.), allievo di Socrate, si spinse più in là nell’astrazione filosofica. Egli determina “l’Idea” (il vero “cosa” sapere sollevata da Socrate), fulcro della conoscenza umana. Tra attrazione e repulsione, tra bianco e nero, l’Idea è, contemporaneamente, sia staticità e inalterabilità dell'essere parmenideo, sia il divenire nella filosofia di Eraclito. L’origine di tutto è quindi l’Idea, sia nella conoscenza che nella realtà. Il rapporto che lega i due opposti viene definito da Platone dialettica, e si concretizza nella filosofia stessa, interpretata socraticamente come riflessione sociale.

Come in Pitagora, tra Numero e Unità, Platone sostituisce l’Unità con l’Idea, che trascende intelligibile, e, viceversa, compone gli oggetti sensibili, con le loro specificità individuali ed effimere.
Anche Parmenide aveva posto all’origine la centralità dell’Essere (con la contemporanea presenza del non-essere) Alla domanda: che cos’è l’Essere parmenideo? Non avendolo specificato, diveniva impossibile conoscerlo o capirlo. L’Idea, cavallo di Troia di Platone, può sostituire la definizione di Essere, coniugandola dialetticamente in un mondo delle Idee (o iperuranio), in una gerarchia di idee che va da un minimo a un massimo di “essere”, giungendo al concetto fulcro di Bene assoluto.
L’ideazione dell’Iperuranio crea, però, il dualismo con il mondo reale. Il loro rapporto viene instaurato concependo la conoscenza umana come reminiscenza (attraverso l’esperienza sensibile) del mondo delle Idee, che conoscevamo, ma che abbiamo dimenticato. Questo rapporto tra il nostro inconscio e la realtà dell’esperienza quotidiana logora l’uomo nel proprio essere. A questa sofferenza Platone lega una serie di Miti (della caverna, della biga, dell'Eros, ecc., influenza della mitologia religiosa), quasi un moderno Freud.

Alla costruzione del mondo delle idee, corrisponde una concezione dello Stato, altrettanto organizzato gerarchicamente secondo Ragione. A questi livelli corrispondono diverse classi sociali, a loro volta definite dai diversi elementi dell’anima umana (razionale, intellettiva e concupiscente). Incredibilmente per i tempi, Platone nella sua visione della società pone sullo stesso livello donne e uomini. Altrettanto incredibilmente svaluta l’importanza dell’Arte, poiché essa imita la Natura, che è già imitazione a sua volta del mondo delle Idee.

Platone pratica (e scrive) diversi dialoghi tra lui e vari interlocutori. Questi hanno una funzione più esteriore che concreta. In realtà sono la pratica di una voracità di ricerca, conoscenza e verità.

 

 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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