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PLATONE
ED IL MITO DI ATLANTIDE 
 

  PLATONE
     

Biografia di Platone

 
I ripetuti viaggi in Sicilia
 

La sua filosofia

 
  ATLANTIDE
   

Atlantide, tema serio o fantasy?

 

I due dialoghi “incriminati”

 

Il Mito di Atlantide nei secoli

 

Atlantide, tra Nazismo e sensatezza

 

A caccia di Atlantide

 

La fantasia non vuole limiti

 
 
 
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Con il sensitivo americano Edgar Cayce, inizia la ridda di ipotesi sulla possibile collocazione dell’isola di Atlantide.  Nel 1923, egli percepì la presenza di Atlantide nei Caraibi. Egli vide che gli Atlantidei avevano una civiltà avanzata e possedevano una grande flotta di navi, mosse da misteriosi cristalli di energia. Successivamente predisse che le antiche vestigia sarebbero riemerse nel 1968 o 1969. Ed in effetti fu poi individuata al largo di North Bimini Island una formazione rocciosa formata da blocchi squadrati, che fu chiamata la Bimini Road.

Per individuare la sua collocazione si è molto discusso sulla posizione delle “Colonne d’Ercole”. Secondo alcuni precedentemente Eratostene (250 a.C. circa), esse erano situate dagli antichi nello Stretto di Sicilia. Altri si riferirono al racconto di Erodoto (del 430 a.C. circa), che narra di una spedizione fenicia, voluta dal faraone Necho II, che circumnavigò l'Africa, in senso orario, e che sarebbe tornata nel mediterraneo proprio passando per lo Stretto di Gibilterra, cioè le Colonne d’Ercole come le conosciamo noi oggi.

Anche i teorici nazisti erano molto sensibili al mito di Atlantide, da interpretare, naturalmente, secondo la loro ottica. Si inizia con  un testo del
1913 di Hanns Hörbiger, in cui si formula la teoria del ghiaccio cosmico. In questo saggio si riteneva che la Terra subisse continui cataclismi legati alla caduta di meteoriti dalle grandi dimensioni, come la Luna. Sembrava quindi probabile, secondo Hörbiger, che in passato esistesse sul pianeta una razza di uomini giganti, attestato da varie mitologie.
Le implicazioni razziali si disvelano nel saggio Mito del XX secolo, scritto nel 1930 da Alfred Rosenberg. In esso si afferma l’esistenza di una razza dominante  del tipo"nordico-atlantiana" o "ariano-nordica". Nel 1934, Julius Evola in Rivolta contro il mondo moderno, senza problemi sostiene che gli Atlantiani erano Iperborei, cioè superuomini del nord, probabilmente originari del Polo Nord. Infine, nel 1938, il gerarca nazista Heinrich Himmler (che guiderà le SS) inviò una spedizione “scientifica” nel Tibet, alla ricerca di resti appartenuti ad Atlantidei bianchi.

Dopo i deliri nazisti e la distruttiva guerra seguitane, il mito di Atlantide si misurò con la teoria della deriva dei continenti. Il “continente perduto” scricchiolò, lasciando maggiore spazio a chi riteneva Atlantide un frutto dell’immaginazione di Platone.  Nel dialogo Timeo, infatti, Platone fa dire a Crizia delle parole che diversi critici (Julia Annas, docente all’università dell’Arizona, A. E. Taylor e Kenneth Feder) hanno interpretato come l’ammissione dell’invenzione totale del mito di Atlantide, cioè, sarebbe solo il frutto della propria immaginazione. Il brano di Crizia è il seguente:
“ (...) mentre ieri tu parlavi dello Stato e degli uomini che
delineavi, rimanevo meravigliato richiamando alla memoria
roprio le cose che ora ho raccontato e osservando che per una
ncredibile coincidenza avevi in gran parte perfettamente aderito
on quelle cose che disse Solone.”

  

 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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