Se
teniamo conto che anche le più
antiche città che si conoscono (ad
esempio, in Medio Oriente) erano
cinte da mura, possiamo valutare
quanto l’arte dell’assedio sia
connaturata alla storia umana. In
genere, l’assedio consisteva nel
circondare con le proprie truppe
la fortificazione, impedendo, a
chi vi era rinchiuso, di disporre
di cibo, acqua, mezzi ed aiuti.
L’assedio, infatti, impediva agli
assediati di comunicare con
l’esterno, precipitandoli nella
più totale mancanza di
informazioni.
Le prime
tipologie di mura erano realizzate
con il materiale che si aveva a
disposizione, come: pietra, legno
e mattoni di fango, cotti al sole.
Ogni civiltà dimostrava la sua
potenza e grandezza a partire
dalle proprie mura e
fortificazioni, che fungevano come
da deterrente per i
malintenzionati. Così le troviamo
ad Uruk (città sumerica), a
Babilonia, in Egitto o presso gli
Ittiti. Nei dipinti murali
egiziani, appaiono diversi assedi
a città nemiche, come quello di
Dapur, città siriana, da parte del
faraone Ramesse, nel XIII secolo
a.C. Altrettanto noto è l'assedio
degli assiri (che ne migliorarono
la tecnica) di Gerusalemme,
nell'VIII secolo a.C., Famosissima
è, pure, la caduta delle mura di
Gerico, narrata dalla Bibbia.
E’ del 327 a.C., invece, l’assedio
della "Rocca di Sogdiana" (detta
anche Rocca di Ariamazes), città
ritenuta inespugnabile, ai suoi
tempi. Fu conquistata dal macedone
Alessandro il Grande, che si servì
di 300 esperti rocciatori.
L’assedio nella classicità
Nella storia antica,
l’assedio si concludeva,
sostanzialmente, per fame o sete,
con il blocco degli ingressi della
città avversaria. E’ comunque
nella classicità greco-romana che
vengono create e realizzate le
prime macchine da assedio. Questi,
pur non avendo un carattere
decisivo, in quanto, sia i greci
che i romani, ritenevano che il
vero modo di condurre una guerra
fosse con lo scontro in campo
aperto tra gli eserciti, furono
spesso di grande utilità. Lo si
riscontra, infatti, durante le
guerre puniche: nell’impotenza di
Annibale di sconfiggere Roma, pur
battuta militarmente, a causa
della sua incapacità di assediare
Roma, e nel successivo assedio dei
romani di Cartagine, che portò,
invece, la vittoria contro
l’odiatissimo nemico.
Ugualmente, accadde nella campagna
gallica, vinta da Giulio Cesare,
che si basò, principalmente, in
una successione di assedi.
L’ultimo vinto, quello di Alesia
(del 52 a.C.), fece capitolare
definitivamente il re gallo
Vercingetorige.
Il
periodo medievale Ma il
vero periodo degli assedi fu il
medioevo (per lo più assedi
statici). E’ questa l’epoca
dell’incastellamento e dei
castelli, così numerosi, da
rappresentare un grosso ostacolo
alle guerre, non più risolvibili
con scontri tra eserciti. Per
questo, furono recuperate le
antiche macchine d’assedio,
migliorate, e unite a macchine di
nuova invenzione. Ad esempio
vengono lanciati grossi massi
contro la fortezza, per produrre
il massimo di danni. Poiché,
l’attacco e la difesa nel medioevo
si sostanzia nella tipologia del
castello, esso cambia e si
aggiorna in continuazione sotto il
profilo della robustezza delle
fortificazioni e dei sistemi
difensivi. Con il passare dei
secoli, l’invenzione delle bocche
da fuoco con a polvere da sparo,
cioè fucili e cannoni, modificò il
modo di assediare una fortezza,
ma, soprattutto, modificò le
fortezze stesse. Nacque il
castello “alla moderna”, cioè
studiato, appositamente, per
resistere e diminuire al massimo i
danni del tiro dei cannoni. Le
torri, ad esempio, divennero,
oltre che più spesse, anche
interrate e di forma circolare,
mentre gli spazi esterni del
castello aumentarono nel numero e
nella superfice, per non far
colpire punti importanti della
fortificazione. A difesa del
castello stesso, furono
posizionati dei cannoni.
All’origine della trasformazione,
Machiavelli indica, come elemento
scatenante delle innovazioni, la
spedizione di Carlo VIII re di
Francia contro il Regno di Napoli,
alla la fine del XV secolo. Tra i
primi assedi con la nuova
tecnologia delle artiglierie, sia
in attacco che in difesa, vi fu
quello di Mirandola, nel 1551, che
vide resistere all’assedio i
difensori, contro un soverchiante
numero di soldati nemici.
Anche nel XVII secolo, l’assedio
era, tra gli atti bellici, il più
usuale. L’introduzione delle
artiglierie nell’assedio,
comunque, portò a complessi
calcoli balistici (con calcoli
matematici e geometrici) e di
resistenza delle fortificazioni,
tanto da essere definito “assedio
scientifico”.
L’ attacco
frontale alle mura del castello,
pur continuando in molti casi ad
essere applicato (ma
eccessivamente costoso per la
perdita di materiali e vite
umane), fu sostituito con nuove
tattiche. Si preferiva concentrare
i cannoni contro pochi punti della
fortificazione, nel tentativo di
aprire un varco tra di esse, per
poi eseguire l’attacco con le
fanterie. Poiché l’assediato
deteneva la stessa tecnologia, i
cannoni venivano protetti con
trincee e ripari.
Poiché
questo tipo di guerra, con
l’assedio di molti castelli in
successione, richiedeva tempo e
denaro (i cannoni non erano
costruiti industrialmente), alla
fine del Settecento con le guerre
napoleoniche, fu formulata la
prima "guerra mobile" , dove gli
assedi non erano così strettamente
necessari, ma si preferiva lo
scontro degli eserciti in campo
aperto.
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