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I CASTELLI MEDIEVALI
 

     

Il Castrum, tra guerra ed urbanistica

 

Il Genio militare nell’antichità

 

Dal castrum al castellum romano

 

L’incastellamento, o la mutazione feudale


Gli elementi architettonici medievali
 

L’architettura arabo-normanna in Sicilia

 

Il mix degli stili nell’architettura normanna

 
I Castelli svevi di Federico II
 

I Castelli fortificati “alla moderna”.

 

Dall’assedio alla guerra “mobile”

 

La meccanizzazione della  guerra moderna

 
  I CASTELLI SICILIANI
   

Il Castello Maniace a Siracusa

 

Il Castello di Eurialo a Siracusa


Il Castello di Milazzo

 

Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Il Castello di Carini

 

IIl Castello Ursino a Catania

 

Il Castello di Aci Castello

 

Il Castello di Adrano

 

La Torre di Federico ad Enna

 
 

Il Castello di Lombardia ad Enna

 
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Se teniamo conto che anche le più antiche città che si conoscono (ad esempio, in Medio Oriente) erano cinte da mura, possiamo valutare quanto l’arte dell’assedio sia connaturata alla storia umana. In genere, l’assedio consisteva nel circondare con le proprie truppe la fortificazione, impedendo, a chi vi era rinchiuso, di disporre di cibo, acqua, mezzi ed aiuti. L’assedio, infatti, impediva agli assediati di comunicare con l’esterno, precipitandoli nella più totale mancanza di informazioni.

Le prime tipologie di mura erano realizzate con il materiale che si aveva a disposizione, come: pietra, legno e mattoni di fango, cotti al sole. Ogni civiltà dimostrava la sua potenza e grandezza a partire dalle proprie mura e fortificazioni, che fungevano come da deterrente per i malintenzionati. Così le troviamo ad Uruk (città sumerica), a Babilonia, in Egitto o presso gli Ittiti.
Nei dipinti murali egiziani, appaiono diversi assedi a città nemiche, come quello di Dapur, città siriana, da parte del faraone Ramesse, nel XIII secolo a.C. Altrettanto noto è l'assedio degli assiri (che ne migliorarono la tecnica) di Gerusalemme, nell'VIII secolo a.C., Famosissima è, pure, la caduta delle mura di Gerico, narrata dalla Bibbia.
E’ del 327 a.C., invece, l’assedio della "Rocca di Sogdiana" (detta anche Rocca di Ariamazes), città ritenuta inespugnabile, ai suoi tempi. Fu conquistata dal macedone Alessandro il Grande, che si servì di 300 esperti rocciatori.

L’assedio nella classicità
Nella storia antica, l’assedio si concludeva, sostanzialmente, per fame o sete, con il blocco degli ingressi della città avversaria. E’ comunque nella classicità greco-romana che vengono create e realizzate le prime macchine da assedio. Questi, pur non avendo un carattere decisivo, in quanto, sia i greci che i romani, ritenevano che il vero modo di condurre una guerra fosse con lo scontro in campo aperto tra gli eserciti, furono spesso di grande utilità. Lo si riscontra, infatti, durante le guerre puniche: nell’impotenza di Annibale di sconfiggere Roma, pur battuta militarmente, a causa della sua incapacità di assediare Roma, e nel successivo assedio dei romani di Cartagine, che portò, invece, la vittoria contro l’odiatissimo nemico.
Ugualmente, accadde nella campagna gallica, vinta da Giulio Cesare, che si basò, principalmente, in una successione di assedi. L’ultimo vinto, quello di Alesia (del 52 a.C.), fece capitolare definitivamente il re gallo Vercingetorige.

Il periodo medievale
Ma il vero periodo degli assedi fu il medioevo (per lo più assedi statici). E’ questa l’epoca dell’incastellamento e dei castelli, così numerosi, da rappresentare un grosso ostacolo alle guerre, non più risolvibili con scontri tra eserciti. Per questo, furono recuperate le antiche macchine d’assedio, migliorate, e unite a macchine di nuova invenzione. Ad esempio vengono lanciati grossi massi contro la fortezza, per produrre il massimo di danni.
Poiché, l’attacco e la difesa nel medioevo si sostanzia nella tipologia del castello, esso cambia e si aggiorna in continuazione sotto il profilo della robustezza delle fortificazioni e dei sistemi difensivi.
Con il passare dei secoli, l’invenzione delle bocche da fuoco con a polvere da sparo, cioè fucili e cannoni, modificò il modo di assediare una fortezza, ma, soprattutto, modificò le fortezze stesse. Nacque il castello “alla moderna”, cioè studiato, appositamente, per resistere e diminuire al massimo i danni del tiro dei cannoni. Le torri, ad esempio, divennero, oltre che più spesse, anche interrate e di forma circolare, mentre gli spazi esterni del castello aumentarono nel numero e nella superfice, per non far colpire punti importanti della fortificazione. A difesa del castello stesso, furono posizionati dei cannoni. All’origine della trasformazione, Machiavelli indica, come elemento scatenante delle innovazioni, la spedizione di Carlo VIII re di Francia contro il Regno di Napoli, alla la fine del XV secolo. Tra i primi assedi con la nuova tecnologia delle artiglierie, sia in attacco che in difesa, vi fu quello di Mirandola, nel 1551, che vide resistere all’assedio i difensori, contro un soverchiante numero di soldati nemici.
Anche nel XVII secolo, l’assedio era, tra gli atti bellici, il più usuale. L’introduzione delle artiglierie nell’assedio, comunque, portò a complessi calcoli balistici (con calcoli matematici e geometrici) e di resistenza delle fortificazioni, tanto da essere definito “assedio scientifico”.

L’ attacco frontale alle mura del castello, pur continuando in molti casi ad essere applicato (ma eccessivamente costoso per la perdita di materiali e vite umane), fu sostituito con nuove tattiche. Si preferiva concentrare i cannoni contro pochi punti della fortificazione, nel tentativo di aprire un varco tra di esse, per poi eseguire l’attacco con le fanterie. Poiché l’assediato deteneva la stessa tecnologia, i cannoni venivano protetti con trincee e ripari.

Poiché questo tipo di guerra, con l’assedio di molti castelli in successione, richiedeva tempo e denaro (i cannoni non erano costruiti industrialmente), alla fine del Settecento con le guerre napoleoniche, fu formulata la prima "guerra mobile" , dove gli assedi non erano così strettamente necessari, ma si preferiva lo scontro degli eserciti in campo aperto.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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