14/21

I CASTELLI MEDIEVALI
 

     

Il Castrum, tra guerra ed urbanistica

 

Il Genio militare nell’antichità

 

Dal castrum al castellum romano

 

L’incastellamento, o la mutazione feudale


Gli elementi architettonici medievali
 

L’architettura arabo-normanna in Sicilia

 

Il mix degli stili nell’architettura normanna

 
I Castelli svevi di Federico II
 

I Castelli fortificati “alla moderna”.

 

Dall’assedio alla guerra “mobile”

 

La meccanizzazione della  guerra moderna

 
  I CASTELLI SICILIANI
   

Il Castello Maniace a Siracusa

 

Il Castello di Eurialo a Siracusa


Il Castello di Milazzo

 

Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Il Castello di Carini

 

IIl Castello Ursino a Catania

 

Il Castello di Aci Castello

 

Il Castello di Adrano

 

La Torre di Federico ad Enna

 
 

Il Castello di Lombardia ad Enna

 
 BOOKSHOP
   
VIDEO
     
HOME
CASTELLI
 
     
HOME PRIMOPIANO
 
 
   
 
 
   
 
 
 
 
 

Notizie storico-critiche.

Il castello sorge su una penisola che è stata sede sin dall’antichità di opere fortificate. Il complesso, fondato dagli arabi, è stato ampliato in epoca normanna e restaurato, con interventi sostanziali, in età sveva per volere di Federico II.

L’opera, in questo periodo, rientrava tra i  “catra exempa”, ovvero sotto la giurisdizione imperiale.  Le ragioni della riedificazione del castello di Milazzo vanno individuate nell’esigenza di Federico II di costruire una grande residenza destinata a soddisfare  la sua inclinazione per la caccia e la pesca, ma anche a fungere come luogo di villeggiatura. Una delle fonti più attendibili, per risalire alla sua datazione, sono sicuramente le lettere lodigiane del 17 novembre 1239, già utili per l’indagine di altri monumenti svevi.

Nel 1278 Carlo D’Angiò provvede all’allestimento delle galee dotandone il castello di 100. Il monumento divenne teatro di lotte ed assedi durante il XIV secolo quando si verificarono furibonde battaglie prima tra gli eserciti di Roberto D’Angiò e Pietro D’Aragona, poi tra l’esercito di Ludovico D’Aragona ed i seguaci di Chiaromonte.

Col tempo, ed il succedersi delle varie epoche e dominazioni, il Castello di Milazzo ha subito alcune modifiche di tipo difensivo, anche a causa del perfezionamento dei mezzi bellici che necessitavano di una cornice strutturale più adeguata. Negli anni ’60 del secolo scorso l’opera era ancora adibita a carcere giudiziario e falsato da ulteriori sovrastrutture moderne.

Descrizione dell’impianto e delle decorazioni.

L’irregolarità del territorio su cui fu edificato il monumento ha suggerito all’architetto imperiale, progettista dell’opera, una soluzione che sfruttasse l’asperità dei luoghi ed i dirupi circostanti a vantaggio di una maggiore impenetrabilità dell’edificio. Solo il lato S-E, ed una parte del alato N-E, sporgono sul piano. Le caratteristiche geomorfiche del sito hanno, contemporaneamente, costretto all’edificazione di un’opera che sacrificasse il gusto estetico a favore delle più urgenti esigenze statiche e strutturali. Anche per questo il Castello di Milazzo si discosta da quelli coevi.

L’imponente complesso architettonico è costituito da un recinto con torri ai quattro angoli. Il perimetro misura 304,59 metri, con un’altezza media di 10 metri. Nonostante le trasformazioni e le parziali sostituzioni strutturali avvenute nel corso dei secoli, il recinto murario è sostanzialmente quello della città dell’ XI-XII secolo.

All’interno della fortificazione sopravvive la cosiddetta Torre Saracena, alta 14 metri e con possenti mura dello spessore di 2 metri. I vasti ambienti configurano un palazzo che copre una superficie di 361,20 mq. L’ingresso si apre sul lato orientale, attraverso un piccolo cortile (37,73 mq) presso la grande torre, ove è possibile accedervi oltrepassando un portale ogivale. Dallo stesso cortile si scorge un altro portale ogivale, ma più piccolo, che immette in un salone di 106,60 mq, per un’altezza di 8,50 metri. Esso ebbe funzione di soggiorno, come testimoniano le nobili strutture degli archi ogivali che sostengono il tetto ligneo e l’ampia finestra ogivale. Adiacente alla grande sala si trova un altro ambiente ampio 52,30 metriquadri.

Sebbene fosse una dimora all’interno delle riserve di caccia dell’imperatore e avesse le caratteristiche del palazzo residenziale, doveva comunque conservare una sua inespugnabilità agli attacchi e possedere, quindi, anche le peculiarità difensive di un’opera militare.

Il materiale utilizzato per la costruzione del castello ha impoverito il suo patrimonio decorativo, costringendo alla rinuncia della tradizione che ha segnato i tratti delle più importanti opere sveve. A Milazzo era troppo antieconomico importare la pietra calcarea, ottima per le decorazioni. Al suo posto si è scelta la pietra lavica che, essendo dura ed irregolare, impone scelte e soluzioni tradotte  in uno stile povero e spoglio delle forme finali.

All’esterno gli elementi decorativi sono persi quasi del tutto anche a causa di interventi e manomissioni operate in ogni epoca. Sopravvivono ancora, nel lato N-E, nella porta più grande, arco con conci lavici che disegnano l’archivolto. Stesso disegno nella porta del lato S-O e in quella di comunicazione tra la campate e l’ala N-O

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
  HOME  
 

 

È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi media, di testi ed immagini,
la cui proprietà intellettuale appartiene ai rispettivi autori.

 
   
Experiences S.r.l. - Servizi per la promozione e lo sviluppo di attività culturali e ambientali - Copyright © 2004-2013. Tutti i diritti riservati - E-mail: info@experiences.it - Schermo 1024 x 768