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I CASTELLI MEDIEVALI
 

     

Il Castrum, tra guerra ed urbanistica

 

Il Genio militare nell’antichità

 

Dal castrum al castellum romano

 

L’incastellamento, o la mutazione feudale


Gli elementi architettonici medievali
 

L’architettura arabo-normanna in Sicilia

 

Il mix degli stili nell’architettura normanna

 
I Castelli svevi di Federico II
 

I Castelli fortificati “alla moderna”.

 

Dall’assedio alla guerra “mobile”

 

La meccanizzazione della  guerra moderna

 
  I CASTELLI SICILIANI
   

Il Castello Maniace a Siracusa

 

Il Castello di Eurialo a Siracusa


Il Castello di Milazzo

 

Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Il Castello di Carini

 

IIl Castello Ursino a Catania

 

Il Castello di Aci Castello

 

Il Castello di Adrano

 

La Torre di Federico ad Enna

 
 

Il Castello di Lombardia ad Enna

 
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Il castello medievale di Pietrarossa si trova a Caltanissetta, eretto su uno strapiombo dal quale si domina tutta la vallata fino al fiume Salso. E’ nella zona più antica della città: in contiguità con la chiesa di Santa Maria degli Angeli e vicino allo storico quartiere arabo.
Si dice che il castello avesse delle torri rivestite con mattoni d’argilla rossa, da cui avrebbe preso il nome di “Oietrarossa”.  Di questo non rimangono grosse traccia, per cui la denominazione rimane alquanto controversa. Altrettanto controversa è l’origine del maniero, nonostante il lavoro di diversi studiosi che vi ci sono applicati. Ne sono nate più ipotesi (almeno cinque) che vanno dall’età dei Siculi fino ai saraceni. La versione più accreditata, comunque, lo fa risalire ai bizantini, tra il 750 e l’800. Di certo si sa della sua esistenza nel periodo normanno, in quanto le prime fonti scritte risalgono proprio ad essi. Per la precisione ad un periodo successivo all’arrivo in Sicilia di Ruggero I d'Altavilla.
Il Castello fu assediato dagli angioini. Nicolò Maletta e i suoi concittadini si opposero all’arrivo delle truppe francesi, al comando di Guglielmo d'Estendard. Come capita spesso nella storia, Maletta fu tradito e il castello cadde in mano angioina. Nicolò Maletta perse non solo il fortilizio, ma anche la vita, perché finì impiccato.
Durante il dominio degli Aragonesi, il castello assurse a sede dei tre Parlamenti generali siciliani (nel 1295, 1361 e 1378). Ma col passaggio di proprietà alla casata dei Moncada, avvenuta nel 1407, che lo ritennero inadatto ad essere una residenza nobiliare. Fu, in pratica, declassato alla sola funzione di difesa militare. Sul finire del Quattrocento i sotterranei del Castello erano già utilizzati come prigione.
La fortezza militare, nella notte del 27 febbraio 1567, subì un terribile terremoto, che lo fece crollare miseramente. Tra le macerie rimasero intatte solo due torri, alcuni terrapieni ed una torretta di guardia, che, all’inizio del secolo scorso, andò anch’essa in rovina. Quelli del 1591, più che lavori di manutenzione assomigliarono a lavori di smantellamento, essendo utilizzato il castello come cava di pietra per l’edificazione della case private. Sembra che fra le rovine venne trovato il corpo di Adelasia, nipote di Ruggero d'Altavilla. Fu riconosciuta dalle iscrizioni su una corona di rame che portava indosso.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
      
 
 
 

   
 
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