Se la
realizzazione della struttura
poteva avvenire anche per pochi
soldati, quando in marcia verso
l’obiettivo erano due intere
legioni (vedi per la conquista
della Britannia) il castrum poteva
coprire anche 50 ettari di
terreno. Da questo, la sua
importanza urbanistica. Poiché i
romani “quando entrano in
territorio nemico non vengono a
battaglia prima di aver costruito
un accampamento fortificato”.
(Giuseppe Flavio, guerra
giudaica, 66-70 d. C.), se ne
rileva tutta la sua importanza.
Infatti il castrum non veniva
realizzato dai semplici soldati,
ma da quelli del Genio militare,
che aveva a disposizione fabbri e
tecnici, e che utilizzava
attrezzature ed arnesi, che
venivano portati al seguito
dell’esercito. Oltre alla
costruzione delle strutture, il
Genio militare spesso realizzava
il livellamento della zona
prescelta, che avveniva, quindi,
non a caso.
Da tempo
immemorabile, la specialità
militare del Genio ha fatto sempre
da supporto all’azione militare.
Il suo compito, in generale, è
stato sempre quello di realizzare
strade, ponti e costruzioni. Ha
sempre avuto una grande importanza
strategica e, nel tempo, ha
conosciuto un notevole sviluppo,
anche civile .
Nell’esercito romano, come abbiamo
visto, era formato da validi
artigiani e tecnici, ma anche da
professionisti, come gli
ingegneri, architetti e geometri
di allora. Come supporto alle
unità combattenti, creava gli
accampamento di marcia (i
castrum), i ponti militari e le
strade, Interveniva anche nelle
fasi d’assedio delle città
fortificate da conquistare,
mettendo a disposizione dei
legionari macchine d'assedio
(catapulte, arieti, torri da
assedio), rampe e terrapieni (ed
altro), fino a realizzare cordoni
di mura, che cingevano le città
nemiche. Oltre ai castrum
provvisori, realizzò quelli
permanenti, come, ad esempio, le
fortificazioni lungo il confine
germanico-retico. Ressero mura a
difesa di importanti colonie
divenute strategiche (vedi Aosta o
Ulpia Traiana). Costruì, inoltre,
in Britannia, il famoso vallo di
Adriano.
In tempo di pace,
le abilità del genio militare
furono sfruttate per la
costruzione di opere civili, come
acquedotti, anfiteatri o ponti in
muratura. Tra i ponti (anche ad
uso militare) edificarono, ad
esempio, il ponte di Cesare sul
Reno o quello di Traiano sul
Danubio. I militari del genio
venivano impiegati anche in queste
opere civili per tenerli occupati
e ben addestrati al durissimo
lavoro di costruzione,
risparmiando costi ed evitando
eventuali ammutinamenti. Molte
di queste strutture permangono
fino ad oggi, anche nel loro
utilizzo. Se i romani sono passati
alla storia come grandi
costruttori, molto si deve
all’abilità dei suoi ingegneri
militari.
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