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I CASTELLI MEDIEVALI
 

     

Il Castrum, tra guerra ed urbanistica

 

Il Genio militare nell’antichità

 

Dal castrum al castellum romano

 

L’incastellamento, o la mutazione feudale


Gli elementi architettonici medievali
 

L’architettura arabo-normanna in Sicilia

 

Il mix degli stili nell’architettura normanna

 
I Castelli svevi di Federico II
 

I Castelli fortificati “alla moderna”.

 

Dall’assedio alla guerra “mobile”

 

La meccanizzazione della  guerra moderna

 
  I CASTELLI SICILIANI
   

Il Castello Maniace a Siracusa

 

Il Castello di Eurialo a Siracusa


Il Castello di Milazzo

 

Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Il Castello di Carini

 

IIl Castello Ursino a Catania

 

Il Castello di Aci Castello

 

Il Castello di Adrano

 

La Torre di Federico ad Enna

 
 

Il Castello di Lombardia ad Enna

 
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Se la realizzazione della struttura poteva avvenire anche per pochi soldati, quando in marcia verso l’obiettivo erano due intere legioni (vedi per la conquista della Britannia) il castrum poteva coprire anche 50 ettari di terreno. Da questo, la sua importanza urbanistica. Poiché i romani “quando entrano in territorio nemico non vengono a battaglia prima di aver costruito un accampamento fortificato”. (Giuseppe Flavio, guerra giudaica, 66-70 d. C.), se ne rileva tutta la sua importanza. Infatti il castrum non veniva realizzato dai semplici soldati, ma da quelli del Genio militare, che aveva a disposizione fabbri e tecnici, e che utilizzava attrezzature ed arnesi, che venivano portati al seguito dell’esercito. Oltre alla costruzione delle strutture, il Genio militare spesso realizzava il livellamento della zona prescelta, che avveniva, quindi, non a caso.

Da tempo immemorabile, la specialità militare del Genio ha fatto sempre da supporto all’azione militare. Il suo compito, in generale, è stato sempre quello di realizzare strade, ponti e costruzioni. Ha sempre avuto una grande importanza strategica e, nel tempo, ha conosciuto un notevole sviluppo, anche civile
.
Nell’esercito romano, come abbiamo visto, era formato da validi artigiani e tecnici, ma anche da professionisti, come gli ingegneri, architetti e geometri di allora. Come supporto alle unità combattenti, creava gli accampamento di marcia (i castrum), i ponti militari e le strade, Interveniva anche nelle fasi d’assedio delle città fortificate da conquistare, mettendo a disposizione dei legionari macchine d'assedio (catapulte, arieti, torri da assedio), rampe e terrapieni (ed altro), fino a realizzare cordoni di mura, che cingevano le città nemiche. Oltre ai castrum provvisori, realizzò quelli permanenti, come, ad esempio, le fortificazioni lungo il confine germanico-retico. Ressero mura a difesa di importanti colonie divenute strategiche (vedi Aosta o Ulpia Traiana). Costruì, inoltre, in Britannia, il famoso vallo di Adriano.

In tempo di pace, le abilità del genio militare furono sfruttate per la costruzione di opere civili, come acquedotti, anfiteatri o ponti in muratura. Tra i ponti (anche ad uso militare) edificarono, ad esempio, il ponte di Cesare sul Reno o quello di Traiano sul Danubio. I militari del genio venivano impiegati anche in queste opere civili per tenerli occupati e ben addestrati al durissimo lavoro di costruzione, risparmiando costi ed evitando eventuali ammutinamenti.
Molte di queste strutture permangono fino ad oggi, anche nel loro utilizzo. Se i romani sono passati alla storia come grandi costruttori, molto si deve all’abilità dei suoi ingegneri militari.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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