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I CASTELLI MEDIEVALI
 

     

Il Castrum, tra guerra ed urbanistica

 

Il Genio militare nell’antichità

 

Dal castrum al castellum romano

 

L’incastellamento, o la mutazione feudale


Gli elementi architettonici medievali
 

L’architettura arabo-normanna in Sicilia

 

Il mix degli stili nell’architettura normanna

 
I Castelli svevi di Federico II
 

I Castelli fortificati “alla moderna”.

 

Dall’assedio alla guerra “mobile”

 

La meccanizzazione della  guerra moderna

 
  I CASTELLI SICILIANI
   

Il Castello Maniace a Siracusa

 

Il Castello di Eurialo a Siracusa


Il Castello di Milazzo

 

Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Il Castello di Carini

 

IIl Castello Ursino a Catania

 

Il Castello di Aci Castello

 

Il Castello di Adrano

 

La Torre di Federico ad Enna

 
 

Il Castello di Lombardia ad Enna

 
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Con il suo primo imperatore, Augusto (30-29 a.C.) si definisce il concetto di impero romano, con i suoi confini (limes) e con le prime strutture stabili di difesa. La tipologia del castrum fino allora utilizzata per passare gli inverni (hiberna), adesso viene adottata per ospitare in modo permanente truppe, formate da legionari ed auxilia. La vecchia struttura si trasforma in fortezza (stativa).
Similare all’accampamenti di marcia (o "da campagna") le nuove strutture difensive romane, inizialmente, furono di grandi dimensioni. Per esempio, vennero costruite Castra Vetera (grande  50 ettari) e Mogontiacum (che raggiungeva i 36 ettari). Tuttavia, con la riforma tetrarchica di Diocleziano, che riduceva il numero dei legionari, le fortezze pur aumentando in numero, vennero rimpiccolite a 16-20 ettari. Anch’esse presentavano al centro il quartier generale, che dava sulla via Principalis e sulla via Praetoria. Sul modello originario la costruzione delle fortezze era in terra e legno. Questo durante la dinastia dei giulio-claudi. Con gli imperatori della seguente dinastia dei Flavi, si inizia ad edificarle in pietra e mattoni (tegulae).

Il muro di cinta che raggiungeva spessori anche notevoli (tra i 2 ed i 3,5 metri) ed era fornito di una o più  fossa, un agger ed un vallum. Per un certo periodo di tempo dietro fu collocato uno spazio totalmente  libero (l'intervallum), poi soppresso nel Basso Impero.
Accanto alle porte, che permettevano l’accesso all’accampamento, vi erano due torri a sua difesa (nel II secolo), di forma o quadrata o rettangolare. Dopo l’imperatore Marco Aurelio, la loro forma variò, diventando anche pentagonale o  arrotondata. Le torri d’avvistamento erano posizionate lungo lo sviluppo del recinto, in genere, ad intervalli regolari. Successivamente alle guerre marcomanniche, apparvero le prime torri angolari.
All’interno della struttura anche diverse costruzioni venivano edificate. Si poteva incontrare al centro del recinto, oltre al Praetorium (la residenza del comandante), i Principia, cioè gli edifici amministrativi della fortezza. Erano di dimensioni rilevanti. Esistevano poi le costruzioni dei tribuni militari e dei centurioni disposte "in testa" ai  baraccamenti per i soldati, che ospitavano mediamente 80 uomini circa. Una stanza di 4x6 metri, che fungeva da dormitorio, conteneva 8 legionari (i contubernium).
Le fortezze legionarie contenevano non solo i dormitori, ma anche molti altri edifici. Tra questi: l’ospedale militare (il Valetudinarium), delle fabbriche di armi (le fabricae), i magazzini dei granai (gli Horrea) e l'Aedes, che conteneva le insegne e le aquila imperiali. A seconda l’importanza e le dimensioni, la fortezza poteva ospitare anche un edificio termale, una prigione (un carcer) e, fuori dalle mura, addirittura, un anfiteatro.

Intorno a questi poli militari, situati sul confine dell’impero, si vennero creando nuclei abitati, che col tempo, crebbero, divenendo municipi e poi, vere e proprie, colonie. La romanizzazione di questi abitati diffuse lo stile di vita romano, le sue leggi e la sua cultura. Al di là del confine, sorgevano i villaggi dei barbari, con cui spesso la fortezza intratteneva rapporti commerciali. Tra le città sviluppatesi da un castrum stabile possono essere ricordate Firenze, Torino, Bologna, Como, Pavia, Belluno e Brescia. Tra quelle britanniche Chester, Lancaster, Manchester (la terminazione chester indica l’origine da un castro romano).
Essendo le fortezze costruite con veri e propri materiali edili, la tipologia delle nuove costruzioni influenzò, in generale, i metodi di costruzione architettonica in tutto l’impero.

La nascita dei “castella”
Le fortezze romane, che contenevano unità ausiliarie, venivano solitamente chiamate castellum. Potevano contenere da 500 a 1000 legionari, sia di fanteria, sia di cavalleria che miste. La dimensione variava di conseguenza, da 1,2 fino a raggiungere i 7 ettari. A livello difensivo, che di organizzazione delle residenze interne, pur nelle ridotte dimensioni, erano, in tutto e per tutto, simili alle fortezze legionarie.
Tra i “castella” giunti fino a noi, quello più interessante si trova a Saalburg, in Germania. Fu in parte ricostruito agli inizi del Novecento. Era chiaramente posto lungo il confine prospicente con le popolazioni barbare tedesche.
Il concetto di limes, di confine, cambiò nel corso dei secoli. Da linea rigida a fascia elastica. Molte delle strutture difensive, dopo Diocleziano, si attestarono in vere e proprie “teste di ponte” nei territori barbari, creando fasce molto profonde, ma sempre ben relazionate tra loro da strade, anche lunghe. Vennero costruiti piccoli castella anche oltre le linee demarcate da fiumi, come il
Reno, il Danubio o, in oriente,  l’Eufrate. Le legioni erano posizionate molto più all’interno dell’impero, sempre pronte ad “intercettare” possibili sfondamenti nemici. “In ogni sua parte le truppe erano pronte a opporsi agli invasori ed a respingerli.” (Zosimo, Storia nuova)
Se all’inizio dell’impero romano era prevalente l’attacco, finalizzato a nuove conquiste, la nuova filosofia difensiva, portò ad un ripensamento delle strutture già esistenti. Furono ridotte le dimensioni delle fortezze, aumentato il numero delle torri esterne e irrobustito le mura del recinto, portato da uno spessore medio di 1,6 metri a ben 3,4 metri.
La nuova politica di Diocleziano diede impulso al numero dei  castellum imperiali, impegnati in un grande sistema difensivo, che già preannuncia la strategia che verrà sviluppata in seguito nel medioevo, a partire dai normanni.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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