Lo
stile architettonico normanno
viene definito come romanico
inglese. Esso si sviluppò
inizialmente nell’Europa
nord-occidentale, in particolare
in Normandia ed in Inghilterra,
dove rimane il maggior numero di
costruzioni del periodo (che va
dall'XI al XII secolo).
Lo stile si distingue per l’uso
dell'arco a tutto sesto.
Dopo la scacciata degli Arabi
dalla Sicilia, a partire dal 1060,
i normanni costituirono un regno,
protrattosi fino al 1194, quando
esso passò alla dinastia
imperiale sveva, d’origine
germanica.
L'architettura
arabo-normanna in Sicilia si
suddivide in tre grandi periodi:
il periodo della contea
(1061-1130), il periodo del regno
(1130-1154) e l'età guglielmina
(1154-1195). Con la diffusione
del dominio normanno, da parte
degli Altavilla, in Sicilia,
l’architettura normanna, già
romanica, si contaminò d’influssi
arabi e bizantini. La loro
architettura, in questa parte
d’Italia (Sicilia e Italia
meridionale), è oggi detta
architettura arabo-normanna.
Tra i primi esempi di
quest’architettura in Sicilia,
abbiamo la cattedrale del
Santissimo Salvatore, a Mazara del
Vallo, consacrata nel 1093, (di
cui ci rimangono il transetto e
l’abside), e la cattedrale di
Sant'Agata, a Catania, inaugurata
nel 1094.La chiesa tri-aabsidata,
ha in nuce quelle che diverranno
caratteristiche dell’architettura
arabo-normanna del secolo
successivo. Come ad esempio,
l’ampio catino absidale, le
tipiche colonne alveolate disposte
su due ordini e le lesene a
rilievo che giungono fino agli
archi a sesto acuto. Altra chiesa
coeva è la cattedrale di Messina,
che venne inaugurata nel 1097, che
fu distrutta da terremoti e sempre
ricostruita. Di essa da notare il
profondo catino absidale e le
colonne alveolate a doppio ordine.
I normanni (detti anche
vichinghi) erano un popolo di
guerrieri provenienti dal nord
Europa. In quanto tale, poco
inclini ad espressioni artistiche
e culturali. Con il loro
insediamento in Sicilia, vennero
in contatto, invece, con una
cultura molto più raffinata,
proveniente dalle antiche polis
greche. Gli stili esistenti
nell’isola, alla loro venuta,
sostanzialmente, erano due: quello
bizantino e quello arabo.
L’ispirazione a modelli
architettonici preesistenti si
percepisce chiaramente nelle loro
costruzioni. Se nelle chiese
normanne minori si scoprono
riferimenti saraceni, come in San
Giovanni dei Lebbrosi (1072), in
San Giovanni degli Eremiti
(1142-1148), e in San Cataldo
(1154), in alcuni esempi maggiori
la decorazione a mosaico è
chiaramente riferita all’arte
bizantina, come nella chiesa della
Martorana (1143) e la Cappella
Palatina (1130-1140) di Palermo.
Tra i loro capolavori il duomo di
Cefalù (1131-1267) e il duomo di
Monreale (1174).
Nei
palazzi regi i normanni portarono
tipologie del nord, modificando
quelle arabe trovate in Sicilia.
E’ il caso del palazzo extraurbano
di Maredolce (oggi nel Parco della
Favara), dove esisteva una delle
residenza dell'emiro arabo (Qasr
Ja'far), che presentava una
disposizione degli spazi, che gli
arabi avevano mutuato dalle
antiche ville a peristilio romane.
Il re normanno Ruggero II, vi fece
aggiungere delle stanze coperte da
volte, che si affacciavano su tre
dei quattro lati del cortile
arabo. Un eguale commistione di
stili è presente nell’edificio
della Zisa, voluta dal re
Guglielmo I e nel castello della
Cuba (un padiglione di caccia del
1180), costruito da Guglielmo II.
Nel parco di Villa Napoli, dove è
collocato quest’ultimo, si trovano
pure padiglioni come la "Cubula" e
la "Cuba Soprana", ma di
dimensioni minori. Un caso a
parte è il famoso Palazzo dei
Normanni di Palermo. Gli influssi
stilistici vennero miscelati in
una tipologia finora inesistente.
Il palazzo, infatti, fungeva da
residenza reale, difensiva, con
uffici amministrativi e
quant’altro, un vero e proprio
centro plurifunzionale, che
rispecchiava la filosofia
governativa normanna dello stato
centralizzato. Per quanto riguarda
gli stili, il grande polo
rispecchiava anche
l’organizzazione di abitazioni
arabe, come il Qasr al Manâr (la
residenza degli Ziridi, nell'XI
secolo).
Anche i capolavori
dell’architettura arabo- normanna
di Palermo, Monreale e Cefalù non
sono passati inosservati
all’occhio dell’UNESCO. E’ stato
aperto, infatti, dal 2010, un
fascicolo per il loro inserimento
nell’elenco dei siti “Patrimonio
dell’Umanità”.
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