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  9/21

I CASTELLI MEDIEVALI
 

     

Il Castrum, tra guerra ed urbanistica

 

Il Genio militare nell’antichità

 

Dal castrum al castellum romano

 

L’incastellamento, o la mutazione feudale


Gli elementi architettonici medievali
 

L’architettura arabo-normanna in Sicilia

 

Il mix degli stili nell’architettura normanna

 
I Castelli svevi di Federico II
 

I Castelli fortificati “alla moderna”.

 

Dall’assedio alla guerra “mobile”

 

La meccanizzazione della  guerra moderna

 
  I CASTELLI SICILIANI
   

Il Castello Maniace a Siracusa

 

Il Castello di Eurialo a Siracusa


Il Castello di Milazzo

 

Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Il Castello di Carini

 

IIl Castello Ursino a Catania

 

Il Castello di Aci Castello

 

Il Castello di Adrano

 

La Torre di Federico ad Enna

 
 

Il Castello di Lombardia ad Enna

 
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Con il potenziamento delle artiglierie nel XV secolo, l’architettura dei castelli subì un drastico cambiamento. Secondo le usanze costruttive se le mura del castello erano molto alte, più lo erano e più gli scalatori sarebbero stati  svantaggiati, permettendo dall’alto anche una visione panoramica più vasta e migliore. Quando l’artiglieria divenne più leggera e trasportabile, le mura di tipo classico entrarono in crisi. Lo dimostrò  la campagna militare di Carlo VIII di Francia contro il regno di Napoli (1494-1497), e l’assedio del castello di Rodi che era stato costruito dai Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni. Nell’assedio Ottomano del 1480 (le truppe turche erano al comando di Mehmet II), i cavalieri ed il vecchio castello riuscirono in qualche modo a respingere gli assalitori. La struttura, però, era gravemente danneggiata. Nel timore di un nuovo assalto, venne chiamato l’ingegnere militare vicentino Basilio della Scola, che ridisegnò l’intera struttura alla luce delle nuove armi. Il progetto fece scuola per tutte le costruzioni difensive successive.
Diverse furono le personalità che si applicarono al ridisegno e ristrutturazione dei Castelli e delle mura esistenti. Tra gli ingegneri più noti verso la fine del Quattrocento troviamo i fratelli da Sangallo, che idearono il bastione pentagonale, e Francesco di Giorgio Martini, che ebbe grande importanza soprattutto per avere formato un grande numero di allievi e per la sua attività di trattatista, che generò ovunque seguaci.

Poiché era facile fare breccia in tratti di mura lineari con il seguente assalto della fanteria, si sperimentarono nuove forme spezzate e nuovo bastioni, che evitavano gli angoli morti,  attrezzati anch’essi con cannoni che potevano sparare sugli assalitori, il cosiddetto fuoco di rovescio.
Le mura subirono un abbassamento e ispessimento, linee inclinate e planimetricamente spezzate  a stella. Le torri acquisirono una più resistente forma circolare. Ovviamente i castelli non si adattarono più alla forma dell’ambiente circostanze, ma seguirono l’andamento delle linee di tiro e balistiche.

Nel continente grande eco ebbe la costruzione della cittadella di Anversa ad opera di Francesco Paciotto e Galeazzo Alghisi che creò un nuovo modello di architettura militare. Poiché la guerra,, soprattutto nel XVII secolo, era concepita quasi esclusivamente come un susseguirsi di assedî e controassedi, le grandi guerre tra nazioni in Europa portarono ad un deciso sviluppo del nuovo “stile”. Nacquero nel nord due scuole di progettazione: quella fiamminga guidata da Menno van Coehoorn e quella francese, che avrà il suo massimo esponente con Sébastien Le Prestre de Vauban, legato alla corte di Luigi XIV di Francia, nel XVII secolo. L’ingegnere francese costruì 37 nuove fortezze o porti fortificati. Il Re Sole sulla creatività e capacità di Vauban fonderà l'Ėcole de Mézieres, in pratica l’odierno Genio militare.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
      
 
 

   
 
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