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DARWIN
E L'ANELLO MANCANTE
 

  DARWIN
     

Le Galapagos nel destino di Darwin
e dell'Umanità

 

Una verità scomoda per capire
il mondo naturale
.

 

Ma quali erano le verità della teoria
evoluzionistica?

 
  WALLACE
   

L'immaginaria linea di divisione
tra lui e Darwin.

 

Stessa teoria, modi diversi di interpretarla.

 
  L'ANELLO MANCANTE 
   

L’Evoluzionismo

 

La Teoria nella prospettiva storica

 

Il percorso evolutivo dell’Uomo

 

L’ anello mancante

 

Uomini ed ominidi

 

L’Antievoluzionismo

 

Evoluzionismo e religione Cattolica

 

L’Evoluzionismo e le altre religioni

 
Tra Devoluzionismo ed extraterrestri
 
 
 
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Dalle opere di Aristotele a quelle religiose, come, in primis, la Bibbia, fino alle ricerche di Linneo (che definì il termine di specie) e della nascita delle teorie evoluzionistiche, il concetto di evoluzione biologica non esisteva. Tutti gli organismi viventi erano considerati stabili sin dalla creazione. Se vi erano state scomparse di specie, lo si doveva a calamità, quale il diluvio universale. Qualcosa di simile ad una catalogazione potevano essere la Scala naturae, nella filosofia di Platone.
Eppure sin dagli albori della classicità il concetto di incrocio e selezione in agricoltura era ampiamente conosciuto ed applicato. Già Lucius Junius Moderatus Columella aveva scritto di incrocio, e selezione dei vegetali con reincrocio. I suoi testi furono  riscoperti in epoca rinascimentale e vennero ampiamente utilizzati.

Le cose cominciarono a cambiare in epoca illuminista (XVIII secolo). Si formarono due modi di guardare al mondo delle scienze naturali. Il primo continuava a ritenere immutabile la realtà, mentre il secondo, lo riteneva un mondo dinamico in continuo cambiamento. Tra questi ultimi vi erano scienziati vicino al pensiero illuminista francese, quali Maupertuis, Buffon, La Mettrie, che, però, rielaboravano riferimenti nel De rerum natura di Lucrezio. Tuttavia, in tutto il Settecento si mantenne, sostanzialmente, la fissità degli organismi. Lo stesso Linneo, che abbiamo visto formulò il concetto di specie, si mosse in questo quadro di inamovibilità, dove egli riteneva impossibile qualsiasi mutamento del mondo vegetale. Linneo, inoltre, aveva come riferimento la scala naturae d’origine medievale, strettamente relazionata alla Genesi biblica, alla filosofia platonica e aristotelica, o a teorie pitagoriche, come quelle di Timeo di Locri.

Nell’Ottocento la paleontologia iniziava a fare i primi passi. Il ritrovamento negli strati geologici più antichi di fossili di specie soprattutto estinte portò una riflessione e ad un primo  ripensamento. Il naturalista Lamarck, nel 1809, presentò la sua teoria dell’evoluzione biologica. Egli affermò che gli esseri viventi si modificassero nel tempo gradualmente mantenendosi in linea con le mutazioni dell’habitat in cui vivono. In questo cambiamento progressivo, negli organismi alcuni organi potevano o potenziarsi o portare ad un'atrofia dello stesso. Tale teoria implicava l'ereditabilità dei caratteri acquisiti. Da questa ipotesi nacque il lamarckismo. A tale corrente, come capita spesso, si contrappose un’altra dottrina: la teoria delle catastrofi naturali. Georges L. Chretien Cuvier compose questa ipotesi sulla base di una giudizio diffuso: le presenza e le modificazioni tra specie (e quindi anche la scomparsa) si dovevano addebitare ai grandi cataclismi, dove solo le specie sopravvissute potevano ripopolare il globo. La teoria darwiniana era comunque nell’aria.

Già all’epoca del suo viaggio sul brigantino Beagle, in età giovanile, rilevò una grande varietà di forme tra le specie studiate direttamente nel loro ambiente naturale. Dagli appunti di viaggio iniziò una riflessione che lo portò, cinquant’anni dopo, a formulare, nel 1859, la teoria dell’evoluzione delle specie. Partendo dalle teorie dell'economista Thomas Malthus, Darwin comprese che era la lotta per la vita l’elemento fondamentale delle mutazioni, dove l’ambiente naturale era cardine nel gioco selettivo. Ciononostante, egli non dava all’ambiente la colpa primaria delle mutazioni, quanto la variabilità casuale delle mutazioni genetiche. E’ a questo punto che il ruolo selettivo dell'ambiente porta a far vincere l’individuo che ha le caratteristiche più adatte alla sopravvivenza, e, quindi, alla successiva riproduzione. E’, quindi, un problema di adattamento.

Dopo il prevedibile duro impatto della teoria darwiniana con gli ambienti scientifici del tempo ed un successivo dibattito, agli inizi del Novecento, molti scienziati cercarono di mettere a punto ed affinare la teoria. Vi fu la riscoperta delle leggi di Mendel e la contemporanea formulazione dell'evoluzione per salti, definita saltazionismo, e del mutazionismo.

In seguito il biologo e matematico D'Arcy Wentworth Thompson e il genetista Richard Goldschmidt integrarono genetica, sviluppo ed evoluzione. Inoltre, fu suggerito che le nuove specie potessero comparire improvvisamente senza stadi intermedi o piccole transizioni. Fu creato il termine salti improvvisi.Anche Darwin aveva percepito la possibilità che avvenissero mutazioni discontinue o "spot" in particolari situazioni e che queste potevano essere ereditate. Ciononostante non avvalorò mai questa interpretazione. La fusione di simili teorie con il corpus della dottrina darwiniana ha portato attualmente al neodarwinismo.
Quest’ultimo, detto anche sintesi moderna si basa sulla teoria darwiniana della selezione naturale e sulle scoperte di Gregor Mendel sulla ereditarietà biologica, più una serie di contributi prodotti nell’ultimo secolo. Tra gli scienziati che hanno contribuito al perfezionamento della teoria biologica troviamo: Ronald Fisher, Theodosius Dobzhansky, J.B.S. Haldane, Sewall Wright, Julian Sorell Huxley, Ernst Mayr, George Gaylord Simpson e Motoo Kimura.

Verso la metà del XX secolo, alcune scoperte collaterali hanno permesso di affinare la sintesi neodarwinista. Per primi W. D. Hamilton, George C. Williams, John Maynard Smith hanno approfondito i fondamenti molecolari della genetica, mentre negli anni sessanta, vi sono state alcune scoperte sulle basi biochimiche della vita e la sequenziazione degli acidi nucleici (anche su base matematica). Al corpus della teoria dell’evoluzione, si sono aggiunte, quindi, la selezione parentale, l'altruismo e la speciazione.
I ritrovamenti paleontologici, caratterizzati da brusche modificazioni, hanno portato alla formulazione della teoria degli equilibri punteggiati da parte di Spephen Jay Gould. Tale scienziato ha osservato, dai ritrovamenti fossili, come vi fossero improvvise transizioni in tempi relativamente brevi (non previsti da Darwin). Tali cambiamenti spiegherebbero la difficolta di ritrovare "anelli di congiunzione" tra una specie e l'altra.

Come si vede, gli aspetti in gioco sono ancora molti, e la ricerca non è, quindi, ultimata.

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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