L’evoluzione umana, a partire dai
tipi umani ormai estinti, presenta
notevoli difficoltà relative, soprattutto,
alla loro datazione. Correlate ad esse vi
sono numerosi dati che ne caratterizzano
il contesto, come Il clima, la flora
e la fauna, ma anche la cultura
materiale e le tradizione magico-religiose
proprie dei vari gruppi sociali per quanto
riguarda gli ominidi.
La Paleontologia
La scienza che, genericamente,
se ne occupa è la paleontologia e la
collegata paleoantropologia. Essa è una
“scienza storica” e, in quanto tale, non
si basa sulla sperimentazione attraverso
l’osservazioni degli effetti, ma sulle
cause storiche. Nacque nell’Ottocento e si
è sviluppata nel successivo Novecento,
dagli studi sull'anatomia comparata di
George Cuvier. La paleontologia, basandosi
sui ritrovamenti fossili di organismi
viventi, parte dall'era precambriana,
risalente a 3.8 miliardi di anni fa.
L’evoluzione seguente investe nella
ricerca: animali, primi pesci, dinosauri,
uccelli e mammiferi. Come scienza storica
si colloca a metà tra geologia e biologia
con collegamento, naturalmente, con
l’archeologia. Divenuta recentemente una
scienza molto complessa, con numerosi
rapporti con altre branche, si relaziona,
tra l’altro, con la biochimica, la
matematica e l’ingegneria.
L’Antropogenesi
Quando si focalizza l’attenzione
sull’evoluzione dell’uomo, il quadro
diviene assolutamente interdisciplinare,
accludendo la fisiologia, la primatologia,
l'archeologia, la geologia, la linguistica
e la genetica. Tale evoluzione, definita
antropogenesi o ominazione, si interessa
dell'origine, e successiva evoluzione,
dell'Homo sapiens e della sua
diffusione sulla Terra. Il genere Homo,
acclude (catalogazione tassonomica) tutte
le specie dei sette generi della
sottotribù degli Hominina. La famiglia
Hominidae, possiede il suo progenitore in
una famiglia di primati, stanziati nel
Rift africano, che diedero origine agli
scimpanzé (circa 5-6 milioni di anni fa) e
al genere Homo (2,3-2,4 milioni di
anni fa), a partire dall'Australopithecus.
L'Homo erectus iniziò la sua
migrazione dall’Africa (circa due milioni
di anni fa), dando origine a varie specie
locali, come l'Uomo di Neandertal
in Europa (detta Out-of-Africa 1).
Sempre dall’Africa migrò (50.000 anni fa)
nel mondo l’uomo fisicamente simile a noi,
originatosi 200.000 anni fa circa (detta
Out-of-Africa 2). Due sono le
ipotesi sulla successiva trasformazione in
Homo sapiens: quella dell'Ipotesi
africana e quella detta "alternativa
multiregionale". La prima suppone che
l’uomo più simile a noi abbia sostituito
nel tempo (uscendo dall’Africa) l'Homo
erectus in Asia e l'Homo
neanderthalensis in Europa, mentre la
seconda ipotizza la trasformazione
indipendente nei vari continenti in
Homo sapiens.
Tra le tante
teorie, sulla graduale trasformazione
fisica e culturale, vi è quella che
ritiene la pressione selettiva come
causa principale. Nelle foreste tropicali,
ma soprattutto nelle savane l’uomo iniziò
a sollevarsi sugli arti posteriori, in
avvistamento di possibili predatori e
pericoli vari. Con le mani, rese libere,
iniziò allora ad afferrare, spostare e
trasportare, selezionare cibo e creare
diversi oggetti (circa 20-15 milioni di
anni fa). Il genere australopiteco, da
cui ebbero origine i vari ominidi, vissero
nell'emisfero australe (Tanzania ed
Etiopia) per circa 3 milioni di anni,
finendo, però, per estinguersi circa 1
milione di anni fa. Tre sono i generi da
essi sviluppatisi, ma, inizialmente, si
ritenevano incapaci di creare strumenti.
Ultimi ritrovamenti hanno, però, messo in
crisi questo giudizio, in quanto ritenuti
più antichi di quelli della tecnologia
olduvaiana. Questi, rinvenuti con fossili
di A. garhi, sono stati datati tra
2,5 e 2,6 milioni di anni fa, quindi più
antichi del periodo dell' Homo habilis,
ritenuto uomo proprio grazie alla sua
capacità di crearsi armi per la caccia.
Naturalmente, tali utensili sono in forma
ancora grezza. Ulteriori ritrovamenti,
oltre 3.000 utensili in pietra, nell’area
del fiume Awash nella zona desertica
dell'Afar e a Bouri, in Etiopia, sono
stati datati all’epoca
"australopitecina", a circa 2,5
milioni di anni fa. L'Homo erectus
(corca 1 - 1,5 milione di anni fa),
successivo all'homo habilis, possedendo
una postura eretta e una più alta capacità
mentale, realizzò utensili più “avanzati”
del precedente. Nell’Africa
meridionale, 300.000 anni fa, sarebbe nato
l'Homo Sapiens Sapiens, cioè, l’uomo
moderno.
Riepilogo cronologico
L'Universo sarebbe stato creato, 13
miliardi di anni fa, per mezzo del Big
Bang. Successivamente alla aggregazione
per gravità si formarono laVia Lattea (la
nostra galassia), quindi il nostro
Sole e infine la Terra (circa 4,57
miliardi e di anni fa. La vita sulla
Terra, inizia circa 3,5 miliardi di anni
fa. Durante il Cretaceo (circa 85 - 95
milioni di anni fa), alcuni appartenenti
alla classe dei mammiferi, nel superordine
degli Euarchontoglires, si scissero dal
gruppo dei Laurasiatheria,
dando origine il ramo dei primati, che
contiene con l'uomo tutte le scimmie. Nel
Miocene, da questa classe, 18 milioni di
anni fa, si formò il ramo delle attuali
scimmie antropomorfe (dal gibbone 18
milione di anni fa, allo scimpanzé 3-5
milione di anni fa). oggi riunite con
l'uomo in un'unica famiglia. Anelli
importanti, quali l’Ardipithecus
ramidus e l’Ardipithecus kadabba,
produssero la transizione ad
australopiteco (3 milioni di anni fa),
mentre lo Kenyanthropus platyops si
ritiene basilare per capire la successiva
transizione ad Homo.
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