Nel
1961, apre a Milano la prima
edizione del Salone Internazionale
del Mobile: è il segnale della
prepotente rinascita del settore
dell’arredamento in Italia. Negli
anni sessanta, infatti, giungono
sul mercato nuove tecniche di
imbottitura, come il poliuretano e
le plastiche, che vengono subito
utilizzate dai nostri designers
nella produzione industriale del
mobile. Il bravissimo Enzo Mari,
disegna per Gavina la libreria
componibile Grifo, e quindi
il tavolo Frate (1973), il
divano Daynight (1971) e la
sedia Box (1971). Sempre
operanti nel settore
dell’arredamento, i fratelli Afra
e Tobia Scarpa, nel 1960, sempre
per Gavina, realizzano il divano
Bastiano, con all’interno
una struttura in legno, e il letto
Vanessa, con struttura in
metallo. Comporranno
successivamente i divani
Coronado (1966) ed Erasmo
(1973) e, nel settore
dell’illuminazione, la lampada da
terra Papillona (1975). I
due fratelli operano
parallelamente nel settore dei
vetri di Murano. Nel 1964,
nasce l’azienda Artemide, leader
nel settore dell’illuminotecnica,
fondata dal progettista Ernesto
Gismondi. Nel 1971, esce sul
mercato l’innovativo divano
Serpentone per Arflex. Il
progettista è Cini Boeri, un altro
dei nostri designer, che
disegnerà, in seguito, la poltrona
di cristallo Ghost, nel
1987, per Fiam, in collaborazione
con Tomu Katayanagi. Altri
designer rilevanti sono Bruno
Munari e Joe Colombo, che operano
sul concetto di compattezza
dell’abitare. Colombo, infatti,
comporrà la microcucina
Carrellone (1963), il
Rotoliving (1969), il letto
Cabriolet (1969), la seduta
Tubo (1969) e la Total
Furnishing Unit (1971),
Sul concetto di compattezza
lavorerà un altro grande designer,
Ettore Sottsass, che collabora con
la
Olivetti, disegnando il
computer Elea (1964), poi
le macchine da scrivere Tecne 3
e Valentine (1969),
quest’ultima portatile.
Gli
anni settanta sono anni
tumultuosi. Anche nel settore
artistico e del mobile, nascono
delle correnti di avanguardia o
importanti gruppi di associati.
Inizia, così, la rivoluzione della
radical design
(definita così da
Germano Celant) formata da Ufo,
Archizoom Associati, Franco Raggi
e Gaetano Pesce, oltre altri.
Tra i gruppi, citiamo lo Studio
Alchymia (fondato, nel 1976, da
Adriana e Alessandro Guerriero) e
il Memphis Group (fondato, nel
1981, da Ettore Sottsass), che
avrà tra gli associati non solo
architetti italiani, ma anche
stranieri, come Hans Hollein,
Arata Isozaki e Michael Graves.
Due sono gli eventi
internazionali che segneranno
l’inizio del decennio: la mostra
sull’arredo italiano del MoMA di
New York, nel 1972, e la Triennale
di Milano, del 1973. A volerla
è Emilio Ambasz, che organizza la
mostra americana The New
Domestic Landscape. Achievements
and Problems of Italian Design.
Vi è esposta la nostra
concezione di abitare con stile.
Vi sono, infatti, esposti: arredi,
lampade, televisori, radio, e
giradischi, e altro. Inoltre,
appositamente per il MoMA, Mario
Bellini presenta la
Kar-a-sutra, un’auto
monovolume ante-litteram. Ma la
manifestazione non sarà un punto
di inizio ma d’arrivo del design
italiano policentrico, che,
invece, sviluppandosi negli, anni
confluirà nel più ampio
forniture italian design.
L’anno seguente apre la XV
Triennale di Milano, che contiene
la mostra Mostra internazionale
dell'industrial design, opera
di Ettore Sottsass e Andrea
Branzi. La mostra è “siglata” da
un artista come Giorgio de
Chirico, che per l’occasione crea
due sculture I bagni misteriosi
e l’Ettore e Andromeca
(oggi ad Osaka)
Fondata
nel 1921, l’azienda Alessi
raggiunge un forte rilancio,
grazie ad Alberto Alessi, nel
1983, L’idea è originale: produrre
piccoli oggetti per la cucina
“firmati” da grandi artisti ed
architetti. In pochi anni, vengono
lanciati 11 servizi da tè e caffè.
Ma sono soprattutto i nomi dei
progettisti ad essere unici.
L’elenco è lungo, tra questi: Aldo
Rossi, Alessandro Mendini, Paolo
Portoghesi, tra gli italiani, e
poi Michael Graves, Hans Hollein,
Charles Jenks, Richard Meier,
Robert Venturi, Stanley Tigerman,
Oscar Tusquets e Kazumasa
Yamashita, tra gli stranieri. E’
tutta l’arte del movimento
Post-moderno. L’azienda italiana
conquista, così, una grande
visibilità ed, ovunque,
apprezzamento. Tra i designer
che hanno collaborato con Alessi,
vi è l’italiano Stefano
Giovannoni, che disegna oggetti
“anfibi” e cioè dai pluri
significati, come, ad esempio, lo
schiaccianoci che assomiglia ad
uno scoiattolo. Le sue invenzioni
gli fanno guadagnare due volte il
premio Compasso d'oro.
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