Il
Bauhaus fu una scuola di
architettura, arte e design, che
operò in Germania, dal 1919 al
1933. Tutti i tecnici la
conoscono, in quanto è stata
fondamentale per lo studio
del rapporto tra tecnologia e
cultura. Dal Bauhaus parte il
“Movimento moderno”. Ad essa
fecero riferimento tutti i
movimenti innovativi, degli inizi
del XX secolo, nel settore sia del
design che dell'architettura, come
il razionalismo ed il
funzionalismo. Fu un vero e
proprio “calderone” di idee e
studi in itinere, in quanto gli
stessi professori, provenienti da
vari settori culturali e
nazionali, insieme agli studenti,
crearono i nuovi ruoli, ancora non
pienamente esistenti nel periodo
del primo dopoguerra.
La
scuola (Staatliches Bauhaus) aprì
i battenti a Weimar (1919-1925),
per poi trasfersi a Dessau
(1925-1932) e infine a Berlino
(1932-1933). La scuola fu chiusa
dai nazisti, che presero il
potere, in Germania, nel 1933. Il
nome Bauhaus (ascolta), fu ideato
da Walter Gropius, dal termine
tedesco che indicava la loggia dei
muratori medievali.
La
Rivoluzione industriale, nata in
Inghilterra, interessò l’Europa
intera. Ma fu proprio in
Inghilterra (e nei paesi
anglosassoni) che iniziò una vera
evoluzione artistica delle arti
applicate nell’industria stessa.
Ruskin e Morris sottolinearono le
possibilità potenziali del design.
Morris, con i suoi laboratori,
trovò occasione di impegnarsi
nella progettazione di un’enorme
quantità di oggetti, piccoli e
grandi: mobili contenitori,
cassapanche, sedie, tavoli,
bicchieri, cucchiai e brocche. Con
lo sviluppo dello stile Arts and
Crafts, vennero aperti, in
Inghilterra, musei dedicati alle
arti applicate. Anche in Germania
si seguì la tendenza britannica.
La Prussia tentò una più
convinta emulazione di quello che
accadeva oltre Manica. Fu inviato
a Londra Hermann Muthesius, alla
ricerca degli ingredienti del
successo industriale inglese.
Muthesius rilevò la collaborazione
tra attività produttive ed
attività di scuole di artigianato
artistico. La loro collaborazione
produceva il miglioramento
commerciale ed il successo dei
loro prodotti. Egli consigliò tale
tandem al Re Prussiano. Nacquero,
quindi, i “laboratori” che egli
auspicava. Importanti
professionisti e studiosi
iniziarono a dirigere in Germania,
scuole di arti applicate, dando
origine al Deutscher Werkbund. Tra
le molte scuole tedesche si
ebbero: l'Accademia di Düsseldorf
diretta da Peter Behrens,
l'Accademia di Berlino da Bruno
Paul, l'Accademia di Breslavia da
Hans Poelzig e la Scuola di
artigianato artistico di Stoccarda
gestita da Otto Pankok, Anche a
Weimar si aprì la locale Scuola di
artigianato artistico, al cui capo
era Henry van de Velde. Tra i
professori che sognavano di
dirigere la scuola, c’era anche
Walter Gropius. Quando, nel 1915,
van de Velde fu esonerato, perché
colpevole d’essere straniero (era
in corso la prima guerra
mondiale), proprio questo segnalò
al Ministero, come possibile
successore, il nome di Gropius,
unitamente a quelli di Hermann
Obrist e August Endell.
L’Istituto superiore di belle
arti, tramite Fritz Mackensen,
offrirì a Gropius di dirigere la
sola sezione di architettura della
scuola. Gropius accettò, ma aveva
piuttosto chiare le idee sul
rapporto che doveva avere
l’architettura con le arti
applicate. Già nel 1916, Gropius
inviò una proposta sulla creazione
di una scuola che operasse come
polo per la consulenza artistica
al settore dell'industria, come
pure al commercio e
all'artigianato. Dopo un carteggio
durato anni tra Gropius, i docenti
della scuola ed il Ministero di
Stato del Granducato di Sassonia
di Weimar, nel 1919, fu
autorizzata la nascita della tanto
agognata scuola, con la fusione
dell'ex Istituto superiore di
belle arti e l'ex Scuola d'arte
applicata, cioè si fondeva
un’Accademia d'arte con una Scuola
di arti e mestieri. Era nato il
Bauhaus statale di Weimar (Staatliche
Bauhaus in Weimar).
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