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Il pensiero di Walter Gropius, sin dall’inizio, fu chiaro. Nel 1919, anno di apertura, pubblicò il Manifesto e programma del Bauhaus statale di Weimar, dove si esprimeva il ruolo ispiratore di pittura, scultura ed architettura. Nel suo programma, che ebbe contributi di Otto Bartning, rimbalzarono quelle di Bruno Taut, che l’anno precedente aveva pubblicato un proprio manifesto. In esso egli prospettava l’unione di tutte le arti e tendenze in un’unica arte rinnovatrice, che avrebbe portato ad una nuova coerenza culturale e sociale.
Tra le organizzazioni che la scuola si diede ci fu quella del Rat der Meister (Consiglio dei Maestri), su suggerimento di Bartning. Il Consiglio nominava i maestri e gestiva tutte le attività degli stessi studenti. L’insegnamento si suddivideva in tre anni, Alla fine del corso si raggiungeva il ruolo di giovane insegnante. La tipologia dei Maestri insegnanti nella scuola era più ampia rispetto ad altre. Vi erano non solo artisti, ma anche abili artigiani. Dal 1919, al Bauhaus rivestì il compito di insegnante il pittore svizzero Johannes Itten, proveniente da Vienna. Rimase a Weimar per tre anni, dando un’impronta più artistica all’insegnamento, finché Gropius volle dare più peso alla tecnica, dimettendo Itten.
Nel 1921, van Doesburg, artista olandese, tenne un corso a Weimar, sul De Stijl. Fu un vero spartiacque. Molti studenti del Bauhaus ne rimasero colpiti. Lo dimostra il lavoro di due allievi della scuola, Marcel Breuer e László Moholy-Nagy.

Nel 1922, il governo regionale chiese a Gropius di organizzare una mostra con i prodotti creati nella scuola. Gropius interessò tutti i laboratori del Bauhaus nella composizione di una casa d’avanguardia. La mostra, Haus am Horn, fu finanziata dall'imprenditore tedesco Adolf Sommerfeld, che ne mantenne tutti i diritti d’uso. Il progetto realizzato è d’avanguardia oggi, figuriamoci allora (tutta l’abitazione girava intorno ad un open space).Il progetto architettonico venne realizzato da Georg Muche; gli eventi musicali furono su composizioni di Paul Hindemith, Ferruccio Busoni, Ernst Krenek e Igor Stravinski; vennero organizzati anche spettacoli teatrali, mostre di pittura e convegni.
Questo rapporto benevolo con il comune di Weimar, decadde con la nuova amministrazione che si mostrò molto ostile alla scuola. Nel 1925, così, il Bauhaus fu spostato a Dessau, con la realizzazione della stessa sede, progettata da Walter Gropius. L’edificio divenne il manifesto dell’architettura razionalista per tutti gli architetti europei. A Dessau l’insegnamento dell’architettura aumentò d’importanza, così anche il numero delle pubblicazioni edite dalla scuola.

Per il nuovo corso di architettura e per la direzione del Bauhaus, nel 1927, fu scelto Hannes Meyer. Sin da subito, questo rivelò i suoi riferimenti, cioè "un tipo di insegnamento imperniato sulla sociologia, l'economia e la psicologia". Tuttavia la leadership di Meyer non durò a lungo. Nel 1930 una manifestazione di studenti filo.comunisti, provocò un grave imbarazzo tra la scuola e l’amministrazione comunale. In una riunione dei diversi rappresentanti fu decisa la defenestrazione di Hannes Mayer. Qualche giorno dopo, Mayer presentò le proprie dimissioni. Diversi furono gli architetti interpellati per la nuova direzione, persino lo stesso Gropius, che però non accettò. Alla fine il prescelto fu l’architetto Ludwig Mies van der Rohe.

La direzione di Mies comportò una modifica del programma in senso più architettonico. L’impostazione sociale di Gropius e Mayer, decadde a favore di un maggiore tecnicismo. Le difficoltà economiche, derivanti dalla diminuzione del finanziamenti, portò Mies ad aumentare il valore delle rette degli studenti, oltre che a puntare maggiormente sui brevetti degli oggetti prodotti nel Bauhaus.
In quegli anni turbolenti, la deriva filonazista iniziò ad avvertirsi a livello culturale e governativo. Nel 1930, divenne ministro degli interni e della pubblica istruzione Wilhelm Frick, che faceva parte del partito nazionalsocialista. Fu subito dichiarata guerra all'arte contemporanea ed alla cultura moderna, in generale. Il Museo Regionale di Weimar fu svuotato delle opere moderne, comprese quelle di design prodotte e comprate dal Bauhaus.
Poco dopo le richieste dei nazisti divennero più specifiche: come il licenziamento di tutti i professori stranieri del Bauhaus. Quindi, l’eliminazione del contributo statale.
Quando, ad agosto 1932, la giunta comunale mise a votazione la soppressione della scuola, perfino gli esponenti socialdemocratici si astennero. Alla fine di settembre dello stesso anno, il Bauhaus decise la propria chiusura.

Con la fine dell’esperienza del Bauhaus a Dessau, Mies van der Rohe decise di aprire a Berlino una scuola privata di design, nonostante le offerte di città come Magdeburgo e Lipsia. La scuola fu denominata "Libero istituto per l'insegnamento e la ricerca". Ma ebbe vita breve.
Con la salita al potere del partito nazionalsocialista di Hitler, la scuola fu subito tacciata d’essere un istituto bolscevico. Prima la procura della repubblica di Dessau e poi, direttamente, nel 1933, la Gestapo “trovarono” nella scuola prove del complotto comunista, tanto da ordinarne la chiusura. Mies ed i professori tentarono una possibile riapertura. La Gestapo pose come condizione il rispetto di alcuni requisiti imposti dal Ministero della cultura nazionalsocialista, come il licenziamento di Kandinsky e Hilberseimer, quello di tutti i professori ebrei della scuola, la presenza di professori nazisti ed altro. Mies ed il collegio dei professori, viste le condizioni e la grave crisi economica in cui versava la scuola, decisero la chiusura definitiva. Era il 1935.

La chiusura del Bauhaus non ne decretò la fine. Tutte le scuole di progettazione che seguirono si ispirarono al suo metodo didattico e ad i suoi laboratori. Ad esempio, nella città tedesca di Ulm, nel dopoguerra, nascerà la Hochschule für Gestaltung (scuola superiore di design), che opererà dal 1955 al 1968, riprendendo i temi didattici del Bauhaus, mirati all’industrial design.
Molti degli oggetti progettati nella scuola di Gropius divennero simboli del design tedesco. I professori e gli architetti fuoriusciti dalla Germania, come Mies van der Rohe, approdarono negli Stati Uniti. Qui, la loro opera razionalista diede vita all’International Style, che, nel secondo dopoguerra, caratterizzerà l’architettura ed il design del Movimento Moderno, alla base di ogni corrente artistica successiva.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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