La vera
rivoluzione apportata dal Bauhaus
non fu la sua apertura o i
brevetti conseguiti, quanto il
metodo didattico applicato
all’insegnamento del design.
Sin dall’inizio Walter Gropius
riteneva che nel design dovessero
confluire arte, artigianato e
tecnologia. Quest’ultima, a
differenza delle Arts and Crafts,
la “macchina” veniva
considerata un elemento positivo e
non negativo, quindi l’arte si
univa alla tecnica. In funzione di
questa nuova ottica, nei
laboratori del Bauhaus la cattedra
si sdoppiava: erano, infatti,
presenti un professore-artista ed
un maestro artigiano.
L’iter educativo nella scuola
tedesca partiva dal Vorkurs
cioè da un corso preliminare, che
venne tenuto all’inizio da
Johannes Itten e poi da László
Moholy-Nagy, Il corso era
propedeutico ma obbligatorio,
della durata di sei mesi. Esso era
improntato sull'energia creativa
da ben indirizzare all’atto
progettuale, migliorando il
rapporto dell’allievo nei
confronti della percezione e
dell'espressione artistica. Questo
pre-corso viene, oggi, denominato
basic design, ed è considerato
fondamentale nelle scuole di
architettura e industrial design
di tutto il mondo.
Tra le
discipline, inserite nel programma
vi furono, per breve tempo,
lezioni di storia dell'arte tenute
da Bruno Adler e poi da Wilhelm
Koehler. In genere lo studio della
storia, non era anteposto ad
altri, in quanto si preferiva
l’atto creativo del tutto
innovativo e, quindi, senza
riferimenti storici. Tra le altre
materie vi erano, inoltre, quelle
di anatomia, di grafia (insegnata
da Dora Wibiral) e di disegno
naturalistico (da parte di Paul
Dobe).
Se l’insegnamento
di Itten cercava strade di
innovazione, praticando modi di
concepire le cose non usuali, come
le filosofie orientali e approcci
utopici, dopo lo spostamento della
scuola a Dessau, venne rivisto il
metodo d’inizio corso. Il corso
propedeutico venne diretto da
Josef Albers (il secondo semestre
da László Moholy-Nagy). Questo
diede un taglio molto pratico alle
sue lezioni, con lo studio dei
materiali principali, come vetro,
carta e metallo, e con la
progettazione di piccoli oggetti.
Dal 1930, con la direzione della
scuola da parte di Mies van der
Rohe, il corso iniziale di Josef
Albers venne ampliato, sia come
tempo che di materie. Vennero
aggiunte, infatti, delle lezioni
di disegno a mano libera, ritenute
necessarie da MIes. Nella
formazione di base a Dessau (sotto
la direzione di Hannes Meyer),
vennero aggiunte altre lezioni
innovative, come il corso sul tema
"L’uomo" , lo studio del nudo,
diretto da Oskar Schlemmer, e di
scrittura,
tenuto da Joost Schmidt. Per
sottolineare la diversità
dell’approccio artistico, Oskar
Schlemmer insegnava, non solo
l'essere corporeo, ma anche quello
dotato di psiche, introduttivo
alla psicologia, e l'essere dotato
di intelletto, introduttivo
all’interpretazione filosofica,
con la conseguente storia dello
spirito. Erano, in pratica, in
sintonia con le correnti ed
avanguardie artistiche loro
contemporanee.
Tra i
professori, che intervennero nei
corsi del Bauhaus, possiamo
annoverare pittori del calibro di
Paul Klee
e Vassily
Kandinskij. Il primo
sviluppò lezioni su
"l’insegnamento formale
figurativo", cioè sullo studio
delle proporzioni, delle forme e
colori primari e delle immagini
riflesse; mentre il secondo
sviluppò quattro tipi di
esercitazioni di base, quali:
sistemi di colore e sequenze,
corrispondenza di colore e forma,
relazione fra colori, colori e
spazio. Naturalmente , al Bauhaus
fu introdotto anche un corso
specifico sulla teoria del colore.
Grazie a Klee e Kandinskij, fu
aperto pure un corso di pittura.
Il frutto dei
laboratori Dai singoli
corsi, tenuti al Bauhaus, si
deduce, facilmente, che
l’apprendimento fosse
parallelamente sia teorico che
pratico. Ad esempio, il corso di
disegno tecnico, nel 1920, aveva
due professori: Walter Gropius,
per la teoria, e Hannes Meyer per
la parte pratica. Sin dall’inizio
l’attività pratica non venne
sottovalutata. Il Consiglio dei
Maestri, infatti, stabilì che le
ore nei laboratori dovessero
essere almeno sei al giorno.
Quando, nel 1928, Hannes Meyer
divenne direttore del Bauhaus, fu
aumentata l’importanza dei
laboratori. Ogni laboratorio
prevedeva un direttore, un
insegnante tecnico-pratico,
studenti e collaboratori-studenti,
che, lavorando otto ore al giorno,
godevano di uno stipendio.
L’aspetto innovativo, però, era
rappresentato dagli studenti
stessi. Essi riuscivano a
mantenersi agli studi,
autonomamente, percependo i
diritti d’autore sulla vendita
degli oggetti da loro stessi
progettati al Bauhaus. Il rapporto
tra la scuola e l’industria e la
società del tempo era reale e non
fittizio. Al Bauhaus si addebitano
numerosi oggetti di design, che
sono entrati in produzione in
seguito.
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