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DA DIDEROT A WIKIPEDIA
 

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Jean-Baptiste Le Rond d' Alembert nacque da un rapport illeggittimo. Sua madre era la marchesa Claudine Guérin de Tencin (che si dilettava a scrivere) e il generale d’artiglieria Louis-Camus Destouches. Alla sua nascita venne abbandonato sui gradini della cappella di Saint-Jean-le-Rond della cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Fu battezzato dai monaci con il nome del santo della cappella : Jean le Rond. In seguito fi adottato dalla famiglia di un vetraio. Il padre, pur non riconoscendolo, gli assegnò una rendita di 1200 libbre, affinché potesse seguire studi regolari.

Adolescente entrò nel collegio giansenista delle Quattro Nazioni. Tra gli studi che portò avanti vi erano filosofia, diritto e belle arti. Nel 1735 conseguì il baccalauréat. Fu avviato alla carriera ecclesiastica, ma la sua inquietudine lo portò a seguire un corso di legge (nel 1738 divenne avvocato) e ad interessarsi di medicina e di matematica. Amava la poesia.
La sua abilità in matematica era tale che nel 1739 in uno scritto inviato all'Académie des Sciences
, arrivò a trovare errori nel testo di Charles René Reynaud, L'analyse démontrée, che era stato pubblicato nel  1708 e divenuto un classico su cui aveva studiato egli stesso. In uno studio, dell’anno successivo, sulla meccanica dei fluidi, intitolato Mémoire sur le refraction des corps solides, chiarì a livello teorico la rifrazione e formulò quello che ancora oggi viene chiamato “il paradosso di d'Alembert”.
Questi suoi lavori gli fecero guadagnare l’attenzione e il credito presso le grandi istituzioni. A 24 anni entrò a far parte dell'Académie des Sciences (1741) e a 28, dopo aver pubblicato un saggio sulla causa dei venti, dell'Accademia di Berlino (1745). Federico II gli offrì la direzione dell’Accademia stessa, ma D’Alembert rifiutò per concentrarsi nei suoi studi. Numerosi furono i saggi compitati, non solo di matematica e scienze, ma anche di filosofia e lettere. I suoi lavori gli guadagnarono l’elezione a membro dell'Académie française, nel 1754, e, dal 1772, la nomina a  segretario perpetuo della stessa.

Nelle sue frequentazioni dei salotti parigini conobbe Denis Diderot (1746), che gli offrì, dapprima, la collaborazione alla realizzazione dell’Encyclopédie (i collaboratori erano circa duecento studiosi), per poi, l’anno seguente, nominarlo condirettore. D’Alembert si sarebbe occupato della sezione matematica e scientifica.
Nel 1751 uscì il primo volume dell’opera, con un compendio scritto da D’Alembert. L’edizione, come abbiamo visto, subì parecchi intralci, polemiche e sospensioni, come nel 1757. D’Alembert redasse oltre un migliaio di voci. Quando alle critiche a agli attacchi che provenivano dall’esterno, nel 1759, si aggiunse il disaccordo con Diderot, D’Alembert abbandonò la condirezione.

Nella sua carriera di matematico fu in disaccordo con Alexis Claude Clairaut
all'Académie des Sciences, ma divenne amico di Joseph-Louis Lagrange, che avanzò la sua nomina come successore di Eulero all'Accademia di Berlino.
Svolse un approfondito studio dell’algebra tanto che, in Francia, il teorema alla base di essa è, tuttora, denominato “teorema di d'Alembert-Gauss”. Non mancò di analizzare matematicamente il calcolo della probabilità applicato al gioco d’azzardo. Formulò una teoria, rilevatasi infondata, detta «sistema d'Alembert».

Nella sua grande opera scientifica, ebbe anche l’occasione di tradurre Tacito, data la sua notevole conoscenza del latino. Gli apprezzamenti e le lodi, anche in questa occasione, non mancarono.
Notevole a livello scientifico la sua corrispondenza con Lagrange

A 66 anni, dopo lunga malattia, al culmine della sua fama, morì nel 1783. Essendo miscredente fu sepolto in una tomba comune. Ebbe grande successo in vita, lasciando una memoria di se fino ai giorni nostri. Il piccolo bambino abbandonato si è ripresa la sua rivincita.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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