Terminata la pubblicazione dell’Encyclopédie
nel 1765, ebbe
subito i suoi imitatori. Tra il
1768 e il 1771, ecco uscire
nientemeno che la Encyclopædia
Britannica. Stampata ad
Edimburgo, si componeva di appena
tre volumi, stilati alquanto
velocemente. Tuttavia, alla sua
terza edizione, del 1797, contava
già di 18 volumi. Era cresciuta
non solo nel numero di pagine, ma
poteva presentare voci redatte
dalle figure più insigni della
cultura britannica.
Come
nel caso dell’Encyclopædia
Britannica, che
seguì l’esempio dell’enciclopedia
francese, anche le altre
enciclopedie che furono stampate
nel Settecento, si cercò di essere
onnicomprensivi. Si tenne conto
però del tarfet di riferimento.
Quando,
fu pubblicato, a Lipsia, il
Brockhaus Konversations-Lexikon
(in 6 volumi), dal 1796 al
1808, si riscontrarono delle
differenze. L’opera, infatti, non
si rivolgeva agli scienziati,
quindi ad un pubblico
particolarmente colto, ma, con
ottica “divulgativa”, venivano
comunicate le scoperte più recenti
in campo scientifico ad un
pubblico più vasto.
L’impostazione, quindi, della
nuova pubblicazione tedesca
divergeva nettamente da quella
dell'Encyclopædia Britannica.
L’evidente differenza non
poteva passare inosservata. Il
risultato fu che l’enciclopedia
Brockhaus, per la sua modernità,
divenne punto di riferimento per
tutti i lavori enciclopedici del
XIX secolo. E questo ovunque:
dalla stessa Gran Bretagna, come
negli Stati Uniti, in Francia, in
Spagna e in Italia.
Nell’Ottocento
Nell’Ottocento furono pubblicate
nuove enciclopedie, alcune rimaste
famose, ancora oggi. Nelle nuove
opere si distingueva un prezioso
apporto di illustrazioni,
realizzate da esperti incisori.
Nella stessa Francia, più che
ripubblicare il lavoro di Diderot,
fu varata una nuova enciclopedia.
A Parigi, nel 1853, venne
pubblicata dall'editore Firmin
Didot, l’ Encyclopédie moderne,
che aveva come sottotitolo
Dictionnaire abregé des sciences,
des lettres, des arts, de
l'industrie, de l'agriculture et
du commerce, ed era in 30
volumi. Sempre in Francia, con
la pubblicazione del Grand
dictionnaire universel du XIXe
siècle (17 volumi più i
successivi supplementi), fra il
1866 ed il 1890, appare sul
mercato editoriale la casa
editrice Larousse, che legherà il
suo nome a importanti opere
enciclopediche fino ai giorni
nostri. La sua ultima enciclopedia
cartacea è la Grande
Encyclopédie Larousse, in 21
volumi, uscita nel 1971-1978.
Rimasta celebre, come opera in
lingua tedesca di particolare
livello, fu Das grosse
Konversations-Lexicon für die
gebildeten Stände (in 52
volumi). Curata da Joseph Meyer di
Gotha, fu edita in Germania fra il
1839 ed il 1855. In Gran
Bretagna, il paese dell'Encyclopædia
Britannica, nacque la
Rees's Cyclopædia, che venne
pubblicata, in 39 volumi, sia a
Londra che a Filadelfia tra il
1802 e il 1819. La sua
caratteristica principale fu la
particolare attenzione per le
tematiche moderne, come la
rivoluzione industriale e le
ultime scoperte scientifiche nella
loro attualità.
Con
l’aumentare delle enciclopedie
aumenta anche il livello culturale
e la sua diffusione (e viceversa),
Se il fenomeno aveva interessato i
maggiori paesi europei, alla fine
dell’Ottocento, videro la luce
opere enciclopediche anche in
Spagna, Olanda; Danimarca e
Russia. Sempre nello stesso
periodo, su incentivo della
Società per la Diffusione della
Conoscenza Utile, nasce la
Penny Cyclopædia (1833-1846),
cioè un’enciclopedia a fascicoli
pubblicati in edicola come un
giornale, ma, soprattutto, del
costo di un penny. Ovviamente la
proposta editoriale era rivolta
alle classi medio-basse borghesi,
e, quindi, si ampliava con essa la
diffusione culturale. L’iniziativa
fu ripresa un po’ in tutta Europa.
In Italia, ad esempio, fu
pubblicata l'Enciclopedia
Popolare dell’editore
Sonzogno fra l’Ottocento e il
Novecento. Questi nuovi formati
editoriali denotano, quindi, la
crescita contemporanea
dell'educazione popolare nel
continente europeo.
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