Se le lontane origini
degli eroi moderni, come abbiamo
visto, possono ess ere quelle
degli eroi mitologici, le origini
dirette sono da ritrovare nella
letteratura inglese di fine
Ottocento. Qui troviamo il famoso
detective Sherlock Holmes
di Arthur Conan Doyle,
che risolve tutti i casi
polizieschi, e
l'avventuriero Allan Quatermain di
H. Rider Haggard. Tra gli altri
miti letterari del periodo ecco
apparire Buffalo Bill, Zorro e
Tarzan.
Tuttavia, alcuni
critici, come Alan Moore o Warren
Ellis, pongono la nascita di
questo genere a partire dalla
pubblicazione dei pulp magazine,
che erano delle riviste a basso
prezzo di racconti. Uscirono in
edicola tra il 1920 e il 1950. Da
esse nacque il genere letterario
detto Pulp. Il termine
"pulp" deriva dalla carta di
pessima qualità con cui esse erano
stampate. Questa si presentava
ruvida al tatto e spessa, ed
ingialliva velocemente. I pulp
magazine non godevano di una
buona fama ed i loro racconti
erano considerati sfacciati,
violenti, e a volte, osceni, ma si
rivolgevano ad un pubblico adulto.
Ciononostante, essi sono ritenuti
padri del fumetto moderno. Su di
loro vennero pubblicate le storie
(brevi), di personaggi come Conan
il barbaro, Doc Savage, Spider e
l'Uomo Ombra.
Il
periodo della
Golden Age
I primi eroi in costume ad
apparire furono Mandrake il mago e
l'Uomo mascherato, dei primi anni
trenta,
ma, ufficialmente,
il fumetto super eroico
nasce nel giugno del 1938. Nel n.
1 di Action Comics è
presente, infatti, il primo
episodio di Superman, creato dalla
fantasia di Jerry Siegel e
Joe Shuster. Dal nome del
personaggio deriva quello di
“supereroe”, oltre che una grande
parte delle convenzioni del genere
stesso. La DC Comics, sorpresa
dall’enorme successo della
striscia, colse l’occasione per
pubblicare storie con protagonisti
con superpoteri. Uscirono
velocemente nelle edicole Aquaman,
Hawkman, Flash, Lanterna Verde,
Batman e Wonder Woman, prima (e,
praticamente, unica) eroina al
femminile. La Fawcett Comics,
contemporaneamente, pubblicò
Capitan Marvel.
La Marvel propose al pubblico i
primi racconti di Torcia
Umana e Namor, che, con Capitan
America, diverranno famosissimi
durante la seconda guerra
mondiale. Sempre nello stesso
periodo, Will Eisner propose il
personaggio di Spirit, detectiv
mascherato. Se in tempo di
pace i supereroi godevano di una
grande popolarità nella diffusione
popolare, in tempo di guerra,
nonostante il razionamento della
carta, divennero essenziali.
Durante la Seconda guerra mondiale
i fumetti risposero alle ansie e
al bisogno di consolazione e svago
di quei terribili momenti,
mettendo al servizio della nazione
i propri supereroi. Ecco allora
che gli eroi della Marvel, Torcia
Umana, Namor e, soprattutto,
Capitan America, iniziarono una
strenua lotta del bene contro il
male, combattendo le forze
dell'Asse, contro il pericolo
nazista. In ogni episodio
riportavano una vittoria per un
conforto, seppur fittizio, dei
lettori. In realtà, anche il
settore dei fumetti pagò il suo
tributo di sangue. Molti furono
gli operatori del settore
richiamati al fronte e molti
furono i fumettisti che vi
morirono. Dopo la guerra,
nonostante il “servizio” offerto
ai lettori, il genere dei
supereroi, non solo perse in
popolarità, ma venne addirittura
messo sotto accusa. Il dottor
Fredric Wertham nel suo libro
Seduction of the Innocent
("Seduzione dell'Innocente")
criticò aspramente i fumetti dei
supereroi, accusandoli di
presentare pericolosi sfondi
sessuali “devianti” agli ingenui
lettori, fomentando, tra l’altro,
la delinquenza giovanile. Sotto
processo finirono anche i fumetti
del genere horror e thriller. Le
case di comics corsero ai ripari,
addolcendo le storie e adottando
un vero e proprio codice di
comportamento. I supereroi, così,
si defilarono, sopravvivendo alla
“tempesta” degli anni cinquanta.
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