“Narrami,
o Musa, di quell'uomo versatile
che molto tempo vagò dopo che ebbe
gettato a terra le sacre torri di
Troia”
All’opera di
Omero si attribuiscono due dei più
grandi poemi epici greci: l’Iliade
e l’Odissea. All’interno della
cultura classica occidentale è uno
dei testi principali, di cui,
oltre alla versione originale,
abbiamo una serie di traduzioni.
Tra queste è famosa quella di
Ippolito Pindemonte, di taglio
classicista, e quella del 1963 di
Rosa Calzecchi Onesti e
recentemente, di Aurelio
Privitera, con traduzione più
moderne e lineari. E’ tuttora
fondamentale e studiato e letto in
tutto il mondo. Il testo
dell’Odissea, narra del viaggio di
ritorno di Odisseo (Ulisse in
romano) a Itaca, dove regnava, e
che aveva partecipato alla
conquista di Troia, narrata nel
primo libro, l’Iliade.
L’Odissea e l’Iliade vengono
create nella Ionia d'Asia intorno
al IX secolo a.C., mentre, altri
storici ritengono che sarebbero
state composte tra l'800 a.C. e il
700 a.C. Prima della stesura
scritta,
l’Odissea è stata tramandata
oralmente da dotti aedi e rapsodi.
Gli Aedi, in particolare, nella
recitazione utilizzavano un metro
regolare chiamato "esametro
dattilico" o "esametro epico".
Da un originale della seconda metà
dell'VIII secolo a.C., il tiranno
ateniese Pisistrato decise di
unificare le diverse versioni e
dare forma scritta definitiva al
poema (nel VI secolo a.C.).
Nonostante ciò, esistono molte
versioni dell’Odissea, da quelle
legate alle polis (Massalia,
odierna Marsiglia, Creta, Cipro,
Argo e Sinope), a quelle legate a
grandi personaggi storici (come
Antimaco di Colofone o Euripide,
il figlio del drammaturgo). La
grande opera epica fu tramandata,
comunque, oralmente in Egitto fino
al III secolo d.C
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