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PRATT, MANARA
E CREPAX
 

  EMILIO SALGARI
     

Salgari e i suoi romanzi d'avventura

 
Il successo premiò solo i suoi editori
 
  IL FUMETTO
   

Il fumetto, "letteratura disegnata"

 

Storia del linguaggio per immagini


GLI INIZI
   

Bonelli e Galleppini, una coppia di successo

 

Tex Willer, un supereroe normale

 

Alcuni dati tecnici di un fenomeno editoriale

 

Il trio della EsseGesse e Blek Macigno

 

Diabolik e le sorelle del giallo


LA MATURITA'
   

Hugo Pratt, tra Conrad e Melville

 

Corto Maltese, un eroe suo malgrado


Cronologia delle pubblicazioni di Corto Maltese

 

Milo Manara, "maestro dell'eros"

 

Guido Crepax e le sue eroine

 

Valentina, tra sogno e realtà

 
  LA NUOVA FRONTIERA
   

Tiziano Sclavi ed il mistero dai mille sapori

 

Dylan Dog, “l'indagatore dell'incubo”

 
 
 
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Hugo Pratt nacque a Rimini nel 1927, con il nome Hugo Eugenio. Nella sua vita non si è limitato ai fumetti, anche se è per quello che è conosciuto maggiormente, ma ha scritto anche romanzi e saggi. E’, con il suo Corto Maltese, tra i fumettisti italiani più conosciuti in ambito internazionale ed è apprezzato e considerato tra i maggiori di tutti i tempi.
Suo padre Rolando Pratt, pur romagnolo era di origine innglese, mentre la madre, Evelina Genero, era figlia del poeta dialettale veneziano Eugenio Genero. Il padre morirà nel 1942, in un campo di prigionia in Francia. Hugo Pratt, pur avendo soggiornato per sei anni in Africa Orientale Italiana, con la famiglia, si legherà maggiormente alla Venezia della madre. La città veneta, di fatto, gli rimase sempre nel cuore, tanto da divenire la location di ben due fumetti: L'angelo della finestra d'oriente e Favola di Venezia (Sirat Al-Bunduqiyyah).
Il periodo della Seconda guerra mondiale, che segnerà un momento importante della sua generazione, fu anche per lui ricco di avvenimenti e molto “avventuroso”. Con la caduta, nel 1942, dell'Africa Orientale Italiana, l’intera famiglia Pratt fu internato nel campo di concentramento a Dire Dawa, dove il padre morì nel 1942. Grazie all’intervento della Croce Rossa, fu liberato con la famiglia e poté tornare in patria. A Città di Castello frequentò, per un breve periodo, un Collegio militare. Quando, nel 1943, fu firmato l'armistizio di Cassibile, Pratt entrò nell’esercito della Repubblica sociale, addirittura nel battaglione Lupo della Xª Flottiglia MAS. Ma non vi rimase a lungo. Nell’autunno del 1944 stava per essere fucilato dalle stesse SS, che lo sospettavano di doppio gioco con il nemico. Pratt riuscì a sfuggire, rifugiandosi nell’Italia meridionale, già liberata. Per la sua ottima conoscenza sia dell’italiano che dell’inglese, venne impiegato come interprete dall’esercito alleato fino al termine della guerra.

Hugo Pratt era cresciuto con i romanzi di James Oliver Curwood, Zane Gray e Kenneth Roberts ed aveva una buona conoscenza del fumetto americano. Aveva voglia di narrare storie e di rappresentarle graficamente. Così con degli amici, Mario Faustinelli e Alberto Ongaro, fondò a Venezia la rivista Albo Uragano, che, nel 1947, si chiamò “Asso di Picche – Comics”, dal nome del personaggio (Asso di Picche) inventato dallo stesso Pratt. Il buon successo dell’albo, che catalizzava giovani autori, gli permise di conoscere e collaborare con Dino Battaglia, Rinaldo D'Ami e Giorgio Bellavitis. La rivista intanto realizzò un buon risultato di vendite soprattutto in Argentina, tanto che Pratt si trasferì (insieme ad un piccolo gruppo di amici collaboratori) nel paese sudamericano, invitato dalla Editorial Abril di Cesare Civita di Buenos Aires, dove risiedette per 13 anni.

L’avventura sudamericana
Questi anni passanti in Argentina ebbero un grosso impatto su di lui e sulla sua opera. Dopo la collaborazione con la Editorial Abril, Pratt passò alla Editorial Frontera di Héctor Oesterheld. Nacque con quest’ultimo una importante collaborazione. Egli illustrò magistralmente delle storie scritte da Héctor Oesterheld, quali Sgt. Kirk, Ernie Pike e Ticonderoga (Junglemen, fu realizzato, invece, su testi di Ongaro).
I suoi disegni, così caratteristici, non passarono inosservati, tanto che fu invitato a tenere lezioni alla Escuela Panamericana de Arte diretta da Enrique Lipszyc. Pratt si divise, così, tra la professione e la didattica, non mancando di intraprendere dei viaggi esplorativi, come in Amazonia o nel Mato Grosso, o in tutti quei luoghi che ispiravano la sua voglia d’avventura.
Dalle esperienze africane della sua adolescenza e queste sudamericane, la fantasia di Hugo Pratt iniziò a produrre opere del tutto personali. E’ il caso di Anna della Jungla (che ancora risente del taglio di Oesterheld) che fu il suo primo romanzo a fumetti completo, in quattro singole storie. Successivamente a questa, videro la luce opere molto originali, come Capitan Cormorant e Wheeling, che avevano il sapore dei romanzi letti in giovinezza, come quelli di Kenneth Roberts e Zane Grey.
Tra il 1959 e il 1960, la sua voglia di mondo lo porterà a tentare strade nuove in Inghilterra, a Londra, e negli Stati Uniti, ma senza grande successo.

Nel 1962, troviamo Hugo Pratt di nuovo in Italia. Collabora col Il Corriere dei Ragazzi. Realizza per questo diverse opere, tra le quali la riduzione a fumetti, con la sceneggiatura di Mino Milani, di romanzi per ragazzi, come L'isola del tesoro e Il ragazzo rapito scritto da Robert Louis Stevenson. Con la collaborazione di Alberto Ongaro, nasce il suo secondo supereroe: dopo Asso di Picche, ecco il giustiziere de L'Ombra.

Per caso, ecco Corto Maltese
Nel 1967, conobbe Florenzo Ivaldi. Insieme decisero di dare vita ad un muovo albo di fumetti. Si intitolava Sgt. Kirk, e doveva contenere le storie redatte in Argentina, inedite per l’Italia, alcuni classici americani e dei nuovi fumetti di Pratt. Nel suo primo numero, apparve infatti, Una ballata del mare salato, che aveva come eroe Corto Maltese. Nata, quindi, quasi per caso, la figura non solo divenne il suo personaggio più famoso in assoluto, ma anche l’opera più impregnante della sua vita. Le avventure di Corto Maltese sono state paragonate ai romanzi di Conrad, Melville, Lewis, Cooper e Dumas, e del romanziere, poco conosciuto, Henry De Vere Stacpoole, che scrisse Laguna Blu.

Nel 1969, continuando la sua collaborazione con il Corriere dei Piccoli e Mino Milani, Pratt compose l’adattamento a fumetti di romanzi del noto scrittore Emilio Salgari: Le tigri di Mompracem e La riconquista di Mompracem. Tuttavia, i due racconti non furono mai concluse e rimasero degli inediti, fino al 2009, quando vennero pubblicate postume da Alfredo Castelli.
Nel 1970, sul giornale per ragazzi francese Pif Gadget furono pubblicate 21 brevi storie di Corto Maltese. Nel 1974 disegna Corte Sconta detta Arcana, effettuando una semplificazione del tratto e della composizione delle vignette. Con esso, verranno pubblicate le storie: Favola di venezia, La casa dorata di Samarcanda, e, nel 1992 (ma composto nel 1988), Ma, che sarà l’ultimo di Corto Maltese.
Sempre negli anni ’70, Prattconobbe il giovane Lele Vianello, grafico di grandi capacità, che assimilò le tecniche del maestro, diventandone il braccio destro. Il "maestro di Malamocco", lo definì, infatti, Oreste Del Buono.

Negli ultimi anni Pratt compose, oltre a Corto Maltese, anche la serie d'avventura, Gli scorpioni del deserto, che si rifà alla sua giovinezza, tanto che il racconto è ambientato in Africa, durante la Seconda guerra mondiale. Un’altra serie fu Un uomo, un'avventura, stampata da Bonelli, divisa in quattro storie (L'uomo del sertao, L'uomo della Somalia, L'uomo dei Caraibi e L'uomo del grande nord).
Verso la fine della sua vita, Pratt compose due brevi storie per l’amico (e allievo) Milo Manara, che sono: Tutto ricominciò con un'estate indiana ed El Gaucho, dove ritorna alla sua esperienza argentina. Il legame con Pratt, non fu da lui dimenticato. Manara compose Le avventure di Giuseppe Bergman, dove quest’ultimo viene avviato al mondo dell’avventura dal maestro HP. Tributò un saluto e un omaggio a Pratt, dopo la sua morte, scrivendo e disegnando Tribute for Corto.
Negli anni molti studiosi e critici di grande importanza, hanno scritto del suo valore. Tra gli altri, citiamo: Dino Battaglia, Andrea Pazienza, Vittorio Giardino, Vincenzo Mollica, Umberto Eco e Christian Kracht.
Negli anni ’70, quando cercò un cambiamento stilistico, un approfondimento grafico attraverso una semplificazione che raggiungesse l’essenzialità del tratto, Hugo Pratt scrisse: "Vorrei arrivare a dire tutto con una linea". E’ la ricerca di ogni vero artista.

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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