3/17

PRATT, MANARA
E CREPAX
 

  EMILIO SALGARI
   

Salgari e i suoi romanzi d'avventura


Il successo premiò solo i suoi editori
 
  IL FUMETTO
   

Il fumetto, "letteratura disegnata"


Storia del linguaggio per immagini


GLI INIZI
   

Bonelli e Galleppini, una coppia di successo


Tex Willer, un supereroe normale


Alcuni dati tecnici di un fenomeno editoriale


Il trio della EsseGesse e Blek Macigno


Diabolik e le sorelle del giallo


LA MATURITA'
   

Hugo Pratt, tra Conrad e Melville


Corto Maltese, un eroe suo malgrado


Cronologia delle pubblicazioni di Corto Maltese

 

Milo Manara, "maestro dell'eros"

 

Guido Crepax e le sue eroine

 

Valentina, tra sogno e realtà

 
  LA NUOVA FRONTIERA
   

Tiziano Sclavi ed il mistero dai mille sapori

 

Dylan Dog, “l'indagatore dell'incubo”

 
 
 
 BOOKSHOP
   
VIDEO
     
HOME
FUMETTI
 
     
HOME PRIMOPIANO
 
 
   
 
 
   
 
     

   
 
 
 

Anche se ha radici nel XIX secolo, il genere del fumetto nasce e si afferma nel Novecento. E’ uno strumento apparentemente elementare, ma, in realtà, utilizza in sé molteplici canali. Sicuramente, quello del testo (o delle didascalie) espresso attraverso i “fumetti” (da cui prende il nome), cioè la cosiddetta “nuvoletta” con cui parlano i personaggi. Altro linguaggio usato sono le immagini, i disegni, composti da illustrazioni, colore, prospettive e montaggio sequenziale. L’unione dei due linguaggi, ognuno con le sue caratteristiche, crea la categoria della temporalità, fatta da armonia, ritmo e narrazione. Quindi il fumetto è uno strumento molto complesso e, tutt’altro, che semplice.

Il termine fumetto, che indica in Italia tutto il genere, come abbiamo detto, deriva dai “fumetti” con cui si esprimono i diversi personaggi. La nuvoletta, come uno sbuffo di fumo, contiene le parole (in America, e in genere in inglese, vengono chiamati  balloon). Tuttavia la storia narrata si sviluppa anche tramite onomatopee iconiche (i “bang bang” delle pistole, per intenderci), didascalie interne o didascalie esterne alla vignetta stessa, che vengono chiamate cartigli.
Eppure in Italia la famosa “nuvoletta” , stratagemma grafico nei dialoghi, non fu subito accettata. Negli anni venti, quando iniziavano a diffondersi i fumetti nei giornali per bambini, come l’allora nascente Corriere dei Piccoli, fu creata una commissione di intellettuali di regime per studiare proprio questo nuovo strumento di comunicazione. La commissione, che aveva come coordinatore Tommaso Marinetti, esponente della corrente futurista, reputò l’uso dei balloon osceno e barbaro. Il testo delle vignette furono posti alla base delle stesse con un piccolo cartiglio e i balloon resi muti. Dopo la seconda guerra mondiale, tale norma fu abrogata, il fumetto riprese la sua funzione, tanto da divenire in Italia il nome stesso del genere espressivo.
I primi fumetti pubblicati erano per gli adulti ed avevano un taglio comico. Il nuovo genere narrativo, per un lungo lasso di tempo divenne quasi esclusiva del mondo dei bambini e degli adolescenti. Oggi, spesso per la sua qualità, ha ripreso ad essere seguito anche dagli adulti. Ci si sarebbe aspettato che, con la nascita e la diffusione di nuovi media, il fumetto, finisse quasi per scomparire o, almeno, a relegarsi nella letteratura per bambini. Invece esso continua parallelamente il suo percorso, avendo trovato parecchi estimatori.

Ma che cos’è il fumetto? La domanda fu posta a Hugo Pratt, ed egli rispose: "letteratura disegnata". In effetti, analizzando la struttura di questo genere così particolare, il fumetto può essere considerato "letteratura disegnata", in quanto utilizzato, principalmente, a fini narrativi. Infatti, della letteratura, così definita, esso ha tutti i canoni etici, da una parte, come il messaggio, la metafora e l’esempio,  e tutti i canoni estetici, dall’altra, quali la descrizione, la riflessione, la narrazione e il dialogo.
Tuttavia, il fumetto non viene impiegato esclusivamente a scopo narrativo. Capita a volte che lo si faccia in altri casi, quali un libretto d’istruzioni di un elettrodomestico o nelle illustrazioni delle fasi di lavorazione di una ricetta di cucina. Esempio eclatante di questo uso alternativo, è il saggio (chiaramente non narrativo) scritto da Scott McCloud, Capire il fumetto. L'arte invisibile, in cui si sviluppano le tesi proprio con l’uso di fumetti. Questa seconda possibilità rende la definizione di "letteratura disegnata"., non pienamente calzante. Infatti, il concetto attuale e corrente di letteratura la intende come un insieme di scritti, narrativi od altro, (come può essere la saggistica), che trasmettono idee, concetti, nozioni e sentimenti, nell’ambito dell'educazione umana.

Ciononostante, del genere del fumetto è stata data una seconda definizione generale. Will Eisner lo esprime come "arte sequenziale", cioè, una specie di linguaggio.
Prendendo, quindi, le due definizioni ("letteratura disegnata" e "arte sequenziale") si può dire che del fumetto esistono due idee, quella di mezzo di comunicazione o linguaggio, e quella di opera narrativa (o anche saggistica), cioè letteraria.

McCloud, parlando del fumetto nella sua opera, lo descrive in tal modo: “immagini e altre figure giustapposte in una deliberata sequenza, con lo scopo di comunicare informazioni e/o produrre una reazione estetica nel lettore”. Sempre McCloud chiarisce che esso. in un'epoca in cui si privilegia particolarmente l'immagine, fa parte, a pieno titolo, della categoria delle più moderne arti visuali. A suo avviso, il fumetto riunisce in sé la garbatezza e grazia dell'art nouveau e dell'art déco, di inizio secolo XX, alla visionarietà pop di Andy Warhol, con tocchi che oggi appartengono al fenomeno del vintage.

Il fumetto, così chiamato in Italia, all’estero non ha un nome univoco. In quasi tutti i paesi esso ha una diversa espressione. Nei paesi anglofoni, dove il fumetto è nato, viene identificato con la dicitura
comics o comic books, letteralmente “libri comici”, per l’uso che se ne faceva all’inizio. Nei paesi, invece, francofoni, esso è denominato bande dessinée ("striscia disegnata"), che viene anche abbreviata in BD o bédé'. In lingua spagnola viene utilizzato il termine historieta o tebeo. Fino ad arrivare in Giappone, dove prende il nome di manga che tradotto vuol dire "immagini in movimento".

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
  HOME  
 

 

È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi media, di testi ed immagini,
la cui proprietà intellettuale appartiene ai rispettivi autori.

 
   
Experiences S.r.l. - Servizi per la promozione e lo sviluppo di attività culturali e ambientali - Copyright © 2004-2013. Tutti i diritti riservati - E-mail: info@experiences.it - Schermo 1024 x 768