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PRATT, MANARA
E CREPAX
 

  EMILIO SALGARI
     

Salgari e i suoi romanzi d'avventura

 
Il successo premiò solo i suoi editori
 
  IL FUMETTO
   

Il fumetto, "letteratura disegnata"

 

Storia del linguaggio per immagini


GLI INIZI
   

Bonelli e Galleppini, una coppia di successo

 

Tex Willer, un supereroe normale

 

Alcuni dati tecnici di un fenomeno editoriale

 

Il trio della EsseGesse e Blek Macigno

 

Diabolik e le sorelle del giallo


LA MATURITA'
   

Hugo Pratt, tra Conrad e Melville

 

Corto Maltese, un eroe suo malgrado


Cronologia delle pubblicazioni di Corto Maltese

 

Milo Manara, "maestro dell'eros"

 

Guido Crepax e le sue eroine

 

Valentina, tra sogno e realtà

 
  LA NUOVA FRONTIERA
   

Tiziano Sclavi ed il mistero dai mille sapori

 

Dylan Dog, “l'indagatore dell'incubo”

 
 
 
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Se il genere del fumetto è un “media” d’invenzione abbastanza recente (le sue radici sono nel XIX secolo), ha un’ispirazione tra le più lontane nel tempo. Lo svolgimento di una storia attraverso immagini in successione ha, infatti, un uso molto antico. Lo ritroviamo negli affreschi delle chiese, che illustrano la vita e la passione di Cristo o i vari momenti biblici. Ugualmente sulle vetrate istoriate delle chiese gotiche. Dello stesso periodo medievale sono le miniature dei manoscritti. Nel mondo classico li troviamo nei testi antichi greci e latini, nelle storie mitologiche, nelle pitture funebri egizie, che illustrano il viaggio dell’anima del faraone nel mondo dei morti. Alcuni studiosi arrivano, persino, ad indicare come primordi le stesse pitture rupestri, che raffigurano varie scene di caccia.
E’ evidente come questo tipo di linguaggio, la narrazione per immagini, fa parte del DNA umano. Nella storia dell’uomo le espressioni grafiche sono innumerevoli. Qualcuno rileva come gli stessi geroglifici o i pittogrammi, si rifacciano ad immagini illustrate per esprimere termini o concetti con gli ideogrammi delle lingue più antiche. E’ ovvio come le immagini, per la loro validità iconica, rappresentano un tipo di linguaggio molto più immediato di una parola scritta con termini fonetici sottoposta a leggi grammaticali. E’ altrettanto ovvio è che esso perde la sua validità nell’espressione di un concetto più complesso o astratto.

Storia del fumetto
Ciononostante, il fumetto in sé, con riferimenti storici ben precisi, non può essere considerato certo "l'arte più antica". Questo perché è la nostra stessa ottica moderna a portarci a tali riferimenti, secondo concetti sconosciuti ad un uomo del medioevo.
Storicamente il fumetto nasce con il poeta Wilhelm Busch che crea, tra il 1827 e il 1833, i due eroi di Max e Moritz (rifacendosi al ginevrino Rodolphe Töpffer). Il primo fumetto, nei suoi stretti termini tecnici, nasce con il personaggio di Yellow Kid, un bimbino dal vestito giallo, creato da Richard Felton Outcault. Il bambino non utilizzava ancora la nuvoletta, ma le battute apparivano sul suo vestito giallo. Proprio col nome di Yellow Kid, è denominato un importante premio italiano del fumetto.

I fumetti ai loro primordi, vengono veicolati attraverso i quotidiani con strisce da due a quattro vignette che si concludevano nella striscia stessa, ma a volte vi erano anche brevi storie a puntate. Nella pubblicazione domenicale era inserito un allegato a fumetti, contenente dalle 9 alle 16 vignette. Si crea un vero e proprio mercato del fumetto con la creazione dei cosiddetti “sindacati” che ne operano la distribuzione autonoma (ad esempio, la United Features Syndacate). La tipologia del fumetto si sdoppia, dividendosi in comic strips e story strips, cioè, o in strisce comiche, che si concludevano nell’inserto, o storie, dalle varie trame, a puntate.
La diversa periodicità, col tempo, acquisisce una grande importanza. Vi è la serie feriale (sei puntate) e la serie domenicale, con tavole a colori. Quest’ultima viene ritenuta più pregiata. Poiché gli acquirenti dei quotidiani o lo comprano l’intera settimana, ma non l’acquistano la domenica, o viceversa, le storie si differenziano tra loro. Capita, a volte, che i fumettisti scelgano solo una delle due periodicità.

Il vero successo dei fumetti si registra, tuttavia, con la nascita dei comic book, cioè con quelli che noi chiamiamo albi. Sono pubblicazioni con solo fumetti, in genere di diversi personaggi in storie a più puntate. Nascono, ovviamente, dagli inserti domenicali, ma più pratici. Gli albi con un unico personaggi sono (almeno all’inizio) evitati, perché rappresentano un rischio editoriale. Su comic book, come Action Comics e Detective Comics, nascono personaggi di grande successo, tuttora presenti sul mercato, quali Superman e Batman, da cui verranno estratti per la realizzazione di film su di essi incentrati. Il fumetto sindacato, negli inserti domenicali, riscuote un enorme successo: si parla di milioni di copie vendute. Bisogna tenere conto, però, del basso prezzo di vendita dei quotidiani. I comic book si inseriscono in tale quadro, che da un lato, li vede venditori di un minor numero di copie, dall’altro rientrano nel boom di tale genere. Essendo divenuti un fenomeno di massa, e, quindi, sociale, i fumetti furono messi sotto controllo con l’accusa di "corruzione degli innocenti". Nacquero autorità di controllo apposite, quale il "Comics Code Authority". Sta di fatto, che i fumetti ne uscirono puliti e indenni, riscuotendo, almeno in America, il successo a loro dovuto.

Problemi simili si registrarono in concomitanza negli altri paesi, ma senza le stesse vendite. Tra i comic book italiani vi fu il Corriere dei Piccoli e altre riviste contenitore, che pubblicavano le storie dei fumetti americani, unendole a fumetti più “autarchici” italiani. Negli anni ’30, appaiono eroi a fumetti quali Kit Carson (realizzato da Rino Albertarelli), che fu precursore del genere western, Dick Fulmine e le imprese di fantascienza di “Saturno contro la Terra”.

In Italia gli anni precedenti l’ultima guerra furono, come i successivi del dopoguerra, un momento di grande sperimentazione nel mondo del fumetto. Nella sperimentazione rientra, ad esempio, quella del formato degli albi. Si passa dal formato bonelli a quello, più piccolo di Diabolik e del genere giallo. In questo calderone ribollente nascono (e muoiono) molti personaggi, oggi magari dimenticati come Asso di Picche o il Comandante Mark. Altri personaggi, invece si affermano con un discreto successo come Tex, Diabolik, il grande Topolino, Dylan Dog e Martin Mystere. Altre storie e personaggi, pur essendo dei veri capolavori, sono oggi quasi dimenticati, come il Maestro di Mino Milani, le storie di Un uomo un'avventura, o Gli Aristocratici disegnati da Alfredo Castelli. Altri ancora, mantengono la celebrità divenendo vere e proprie icone del fumetto, quali Corto Maltese (di Hugo Pratt) e Ken Parker (di Berardi e Milazzo).
In Italia il fumetto seriale in uscita nelle edicole o nelle librerie, in brossure dalle cento alle 200 pagine e dalle scadenze mensili o simile, non ha riscosso molto successo o seguito. In Francia, Belgio, ma anche in Giappone, il fumetto è molto più apprezzato e ritenuto di medio o grande livello. Questo perché ogni storia a fumetti è considerata al pari di un romanzo, con una vera e propria letteratura. Dagli anni ’80, si sono diffuse le graphic novel, cioè romanzi a fumetti autoconclusivi non in serie.

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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