Se il
genere del fumetto è un “media”
d’invenzione abbastanza recente
(le sue radici sono nel XIX
secolo), ha un’ispirazione tra le
più lontane nel tempo. Lo
svolgimento di una storia
attraverso immagini in successione
ha, infatti, un uso molto antico.
Lo ritroviamo negli affreschi
delle chiese, che illustrano la
vita e la passione di Cristo o i
vari momenti biblici. Ugualmente
sulle vetrate istoriate delle
chiese gotiche. Dello stesso
periodo medievale sono le
miniature dei manoscritti. Nel
mondo classico li troviamo nei
testi antichi greci e latini,
nelle storie mitologiche, nelle
pitture funebri egizie, che
illustrano il viaggio dell’anima
del faraone nel mondo dei morti.
Alcuni studiosi arrivano, persino,
ad indicare come primordi le
stesse pitture rupestri, che
raffigurano varie scene di caccia.
E’ evidente come questo tipo
di linguaggio, la narrazione per
immagini, fa parte del DNA umano.
Nella storia dell’uomo le
espressioni grafiche sono
innumerevoli. Qualcuno rileva come
gli stessi geroglifici o i
pittogrammi, si rifacciano ad
immagini illustrate per esprimere
termini o concetti con gli
ideogrammi delle lingue più
antiche. E’ ovvio come le
immagini, per la loro validità
iconica, rappresentano un tipo di
linguaggio molto più immediato di
una parola scritta con termini
fonetici sottoposta a leggi
grammaticali. E’ altrettanto ovvio
è che esso perde la sua validità
nell’espressione di un concetto
più complesso o astratto.
Storia del fumetto
Ciononostante, il fumetto in
sé, con riferimenti storici ben
precisi, non può essere
considerato certo "l'arte più
antica". Questo perché è la nostra
stessa ottica moderna a portarci a
tali riferimenti, secondo concetti
sconosciuti ad un uomo del
medioevo. Storicamente il
fumetto nasce con il poeta Wilhelm
Busch che crea, tra il 1827 e il
1833, i due eroi di Max e Moritz
(rifacendosi al ginevrino Rodolphe
Töpffer). Il primo fumetto, nei
suoi stretti termini tecnici,
nasce con il personaggio di Yellow
Kid, un bimbino dal vestito
giallo, creato da Richard Felton
Outcault. Il bambino non
utilizzava ancora la nuvoletta, ma
le battute apparivano sul suo
vestito giallo. Proprio col nome
di Yellow Kid, è denominato un
importante premio italiano del
fumetto.
I fumetti ai loro
primordi, vengono veicolati
attraverso i quotidiani con
strisce da due a quattro vignette
che si concludevano nella striscia
stessa, ma a volte vi erano anche
brevi storie a puntate. Nella
pubblicazione domenicale era
inserito un allegato a fumetti,
contenente dalle 9 alle 16
vignette. Si crea un vero e
proprio mercato del fumetto con la
creazione dei cosiddetti
“sindacati” che ne operano la
distribuzione autonoma (ad
esempio, la United Features
Syndacate). La tipologia del
fumetto si sdoppia, dividendosi in
comic strips e story strips, cioè,
o in strisce comiche, che si
concludevano nell’inserto, o
storie, dalle varie trame, a
puntate. La diversa
periodicità, col tempo, acquisisce
una grande importanza. Vi è la
serie feriale (sei puntate) e la
serie domenicale, con tavole a
colori. Quest’ultima viene
ritenuta più pregiata. Poiché gli
acquirenti dei quotidiani o lo
comprano l’intera settimana, ma
non l’acquistano la domenica, o
viceversa, le storie si
differenziano tra loro. Capita, a
volte, che i fumettisti scelgano
solo una delle due periodicità.
Il vero successo dei
fumetti si registra, tuttavia, con
la nascita dei comic book, cioè
con quelli che noi chiamiamo albi.
Sono pubblicazioni con solo
fumetti, in genere di diversi
personaggi in storie a più
puntate. Nascono, ovviamente,
dagli inserti domenicali, ma più
pratici. Gli albi con un unico
personaggi sono (almeno
all’inizio) evitati, perché
rappresentano un rischio
editoriale. Su comic book, come
Action Comics e Detective Comics,
nascono personaggi di grande
successo, tuttora presenti sul
mercato, quali Superman e Batman,
da cui verranno estratti per la
realizzazione di film su di essi
incentrati. Il fumetto sindacato,
negli inserti domenicali, riscuote
un enorme successo: si parla di
milioni di copie vendute. Bisogna
tenere conto, però, del basso
prezzo di vendita dei quotidiani.
I comic book si inseriscono in
tale quadro, che da un lato, li
vede venditori di un minor numero
di copie, dall’altro rientrano nel
boom di tale genere. Essendo
divenuti un fenomeno di massa, e,
quindi, sociale, i fumetti furono
messi sotto controllo con l’accusa
di "corruzione degli innocenti".
Nacquero autorità di controllo
apposite, quale il "Comics Code
Authority". Sta di fatto, che i
fumetti ne uscirono puliti e
indenni, riscuotendo, almeno in
America, il successo a loro
dovuto.
Problemi simili si
registrarono in concomitanza negli
altri paesi, ma senza le stesse
vendite. Tra i comic book italiani
vi fu il Corriere dei Piccoli e
altre riviste contenitore, che
pubblicavano le storie dei fumetti
americani, unendole a fumetti più
“autarchici” italiani. Negli anni
’30, appaiono eroi a fumetti quali
Kit Carson (realizzato da Rino
Albertarelli), che fu precursore
del genere western, Dick Fulmine e
le imprese di fantascienza di
“Saturno contro la Terra”.
In Italia gli anni precedenti
l’ultima guerra furono, come i
successivi del dopoguerra, un
momento di grande sperimentazione
nel mondo del fumetto. Nella
sperimentazione rientra, ad
esempio, quella del formato degli
albi. Si passa dal formato bonelli
a quello, più piccolo di Diabolik
e del genere giallo. In questo
calderone ribollente nascono (e
muoiono) molti personaggi, oggi
magari dimenticati come Asso di
Picche o il Comandante Mark. Altri
personaggi, invece si affermano
con un discreto successo come Tex,
Diabolik, il grande Topolino,
Dylan Dog e Martin Mystere. Altre
storie e personaggi, pur essendo
dei veri capolavori, sono oggi
quasi dimenticati, come il Maestro
di Mino Milani, le storie di Un
uomo un'avventura, o Gli
Aristocratici disegnati da Alfredo
Castelli. Altri ancora, mantengono
la celebrità divenendo vere e
proprie icone del fumetto, quali
Corto Maltese (di Hugo Pratt) e
Ken Parker (di Berardi e Milazzo).
In Italia il fumetto seriale
in uscita nelle edicole o nelle
librerie, in brossure dalle cento
alle 200 pagine e dalle scadenze
mensili o simile, non ha riscosso
molto successo o seguito. In
Francia, Belgio, ma anche in
Giappone, il fumetto è molto più
apprezzato e ritenuto di medio o
grande livello. Questo perché ogni
storia a fumetti è considerata al
pari di un romanzo, con una vera e
propria letteratura. Dagli anni
’80, si sono diffuse le graphic
novel, cioè romanzi a fumetti
autoconclusivi non in serie.
|
|