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GALILEO GALILEI ED IL METODO SCIENTIFICO
   

 
Da giovane scopre l'isocronismo delle oscillazioni del pendolo
 
Pratica artigianale e pratica scientifica
 
Galileo e Simplicio ovvero il "Dialogo" della discordia
   
 
  IL METODO
   

Metodo scientifico, definizione ed aspetti correlati

 

Mondo Antico: la nascita dei metodi filosofici

 
Mondo Medievale: molta filosofia ma poca scienza
 

Galileo Galilei dà avvio alla scienza e alla conoscenza

 

La Rivoluzione del metodo di Albert Einstein

 

Elementi del Metodo induttivista

 

Elementi del Metodo deduttivista

 
Differenze nell’utilizzo del metodo scientifico
 

Il punto di vista di Karl Popper

 
Critiche al metodo scientifico

 
 
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Il metodo induttivista sin dall’epoca di Bacone, ha sempre sollevato obiezioni e critiche. E’ stato osservato come non è possibile formulare leggi generali partendo da singole osservazioni e sperimentazioni. Da un cigno bianco non si può produrre la teoria che tutti i cigni siano bianchi (infatti ne esistono di neri). Osservava Bertrand Russell (1872-1970), filosofo e logico inglese, come la metodologia dell'induzione raccolga molte osservazioni su un dato fenomeno per produrre una legge generale, che preveda nuove manifestazioni del fenomeno. Secondo il filosofo inglese ciò non era corretto. Egli proponeva un esempio (detto del tacchino induttivista). Un tacchino americano, amorevolmente nutrito dal padrone, dai dati in suo possesso, prevedrà di mangiare anche il giorno dopo. Ma il giorno dopo è la festa del Ringraziamento. A mangiare sarà il padrone…

Ancora Karl Raimund Popper sollevò un problema legato all’osservazione empirica. Egli sosteneva che nell’osservazione lo scienziato è portato a sovrapporre, inconsciamente, la propria struttura mentale, che caratterizza ogni essere umano. E’ logico, quindi, che, proprio nella parte iniziale, la mente non sia del tutto sgombra da schemi già assimilati, che offuscano il “cosa” guardate nell’osservazione del fenomeno.

Proprio il fatto che lo scienziato è un uomo, con una sua personalità, che svolge la sua pratica quotidiana come chiunque altro, è stato obiettata l’impossibilità dell’esistenza di un metodo automatico. In quest’ottica, ma è opinione universale, William Whewell, nel suo saggio Storia della Scienza Induttiva, rileva come in ogni fase del percorso scientifico (quindi, non solo quello iniziale) lo scienziato ha bisogno di "inventiva, sagacia, genio". Elemento essenziale, perciò, del matodo scientifico è l'immaginazione. Un fattore sorprendente, ma necessario, anche se poco “matematico”.

Ma, incredibilmente, molti altri filosofi, saggisti, epistemologi hanno sollevato ulteriori critiche. Si va da Paul Feyerabend che nel suo testo Contro il metodo, fa osservare come la conoscenza si sia sviluppata indipendentemente dal metodo, poiché, faceva rilevare, alcuni scienziati hanno proposto leggi contrarie a molti  dati sperimentali. Sempre sul concetto di definizione di un metodo scientifico intervengono Imre Lakatos (allievo di Popper) e Thomas Kuhn. Quest’ultimo osserva il carattere per nulla lineare del progresso scientifico, quindi, poco scientifico.

Giuseppe Sermonti, come il già citato Bertrand Russell, hanno sollevato il problema di uno sviluppo anomalo e pericoloso delle conoscenze scientifiche. L’uso che se ne può fare a fini personali o in un ottica sbagliata proietta ombre sulla strada della meravigliosa avventura scientifica. Se, comunque, dobbiamo rilevare (per il momento), con metodo scientifico, l’efficacia di questa dai suoi stessi effetti e innovazioni, possiamo affermare, tranquillamente, che il metodo ha del tutto rivoluzionato il campo della scienza e della conoscenza umana.

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

   
 
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