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GALILEO GALILEI ED IL METODO SCIENTIFICO
   

 
Da giovane scopre l'isocronismo delle oscillazioni del pendolo
 
Pratica artigianale e pratica scientifica
 
Galileo e Simplicio ovvero il "Dialogo" della discordia
   
 
  IL METODO
   

Metodo scientifico, definizione ed aspetti correlati

 

Mondo Antico: la nascita dei metodi filosofici

 
Mondo Medievale: molta filosofia ma poca scienza
 

Galileo Galilei dà avvio alla scienza e alla conoscenza

 

La Rivoluzione del metodo di Albert Einstein

 

Elementi del Metodo induttivista

 

Elementi del Metodo deduttivista

 
Differenze nell’utilizzo del metodo scientifico
 

Il punto di vista di Karl Popper

 
Critiche al metodo scientifico

 
 
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Agli inizi del XX secolo, appare sulla scena della scienza Albert Einstein. Egli, sostanzialmente, rivoluzionò il metodo scientifico, dandogli, però, un maggiore stato di certezza. Senza partire da osservazioni empiriche o esperimenti, ma semplicemente a tavolino, Einstein formulò la sua teoria della relatività, attraverso dei ragionamenti matematici e l’analisi razionale. Lo scetticismo inizialmente fu enorme, anche perché la teoria non era confermata da prove sperimentali. Tuttavia, Arthur Eddington, nel 1919, durante un'eclissi solare, attestò che la luce di una stella veniva deviata dalla gravità solare nel suo passaggio vicino ad esso. La teoria scientifica fu, quindi, comprovata, unitamente alle nuove possibilità (e applicazioni) del metodo scientifico.
Partendo dalla teoria di Einstein con nuove applicazioni matematiche si è ottenuto un grandissimo sviluppo sia nel campo della Fisica che dell’Astronomia. Essendo di grande importanza, la teoria della relatività è stata sottoposta a verifiche sperimentali  e controlli scientifici rigorosi di tutti i generi, dimostrando sempre la sua esattezza. Albert Einstein scriveva: “Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato”. (lettera a Max Born del 4 dicembre 1926)
Da allora è stato applicato lo stesso criterio in molte occasioni e campi, come, ad esempio, l’ipotesi dell’esistenza di particelle, dimostratesi esatte solo in un secondo tempo.

La nuova filosofia di Popper
E’ evidente come con i grandi passi fatti dalla scienza e l’importanza del metodo scientifico, la filosofia ed il suo ruolo sono entrati in crisi. Con il saggio Logica della scoperta scientifica.di Karl Raimund  Popper (1902-1994) si aggiorna e rilancia la tradizione aristotelico-tomista nel problema della verità. Popper sosteneva, infatti, il carattere congetturale della scienza, dove la certezza si può avere solo sull’errore e sul falso.

In opposizione al nuovo aspetto induttivo della scienza, proprio del positivismo logico, egli riafferma l’approccio deduttivo, sostenendo la conoscenza come processo critico. Secondo Popper la verità non può che essere una e incontrovertibile, con una sola proposizione in condizione di esprimerla.
Egli riteneva che vi era la possibilità oggettiva del raggiungimento della verità, ma escludeva questa nella coscienza soggettiva dello scienziato. Tuttavia, Popper finisce per dare valore al metodo scientifico, dandogli importanza regolativa, come guida dello scienziato nell’applicazione della logica formale: due teorie opposte non possono essere entrambe vere.

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

   
 
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