Partendo dalla rivalutazione e
dall’attenzione crescente che si è
avuta per la storia e la cultura
materiale grazie anche alla scuola
francese di Les Annales si può
affermare che l’alimentazione
rientra a buon diritto in quel
campo che si può definire
degli"universali biologici".
Il
rapporto dell'uomo con
l'alimentazione non si riduce solo
al soddisfacimento dei bisogni
fisiologici, ma pur essendo uno
tra gli atti più naturali, in esso
sono insiti specifici significati
culturali e simbolici.
L’alimentazione infatti, si
inserisce in una serie di norme di
usi e abitudini che dipendono
innanzitutto dall'ambiente
naturale ma che a ben vedere
passano attraverso una complessa
rete di prescrizioni, preferenze,
tabù, eccessi ed astinenze, per
cui i modi di preparazione,
distribuzione, e utilizzazione dei
cibi dipendono oltre che da
fattori geografici, anche da
fattori economici, sociali e
culturali.
La
stessa tipologia degli alimenti è
determinata da ragioni
antropologiche, che ci possono
spiegare perché si ammette il
consumo di cibi in un determinato
contesto e in un particolare
momento e no in un altro, perché
alcuni di essi sono segno di
prestigio sociale e ricchezza e
altri sono ritenuti indegni ed
impuri, perché infine alcuni sono
riferiti all’ambito del superfluo
ed altri sentiti come
indispensabile per l'esistenza.
Testimonianze per noi preziose
sono in questo senso la
codificazione letteraria di tutta
quella serie dì principi e regole
che sottendono alla cucina intesa
come scienza ed arte.
In
realtà però nella dinamica
concreta dei comportamenti
alimentari ha maggior peso la
tradizione orale cioè tutto quel
patrimonio di conoscenze ed
esperienze tecniche, di abitudini
e costumi su cui a livello
popolare si basa la produzione ed
il consumo dei cibi. Ciò è anche
vero per l’importanza che riveste
nella cucina tradizionale, l’uso
comunitario del pasto, la
necessità cioè di dividerlo e di
offrirlo agli altri, di scambiarlo
ed ostentarlo per affermare
posizioni di prestigio sociale, e
per rendere solenni eventi festivi
e cerimoniali, tanto che Braudel
afferma: "mangiare e bere non
erano soltanto necessità, o al
caso lussi sociali, ma veri e
propri giuochi comunitari,
rapporti fra l'uomo e la società,
fra l'uomo e il mondo materiale,
fra l'uomo e l’universo
soprannaturale." In particolare
nella società contadina il cibo
preparato e consumato
collettivamente, scandiva i cicli
stagionali e s’inseriva in tutta
una serie di riti che avrebbero
dovuto riscattare da quel senso di
insicurezza e precarietà su cui si
basava il vivere quotidiano. Nella
storia dell'alimentazione il pane
è sicuramente uno dei cibi più
ricchi di significati, di funzioni
e di valenze, in quanto più di
ogni altro rappresenta per l’uomo
il riscatto dalla fame e il suo
dominio sulla natura, è dunque
qualcosa in più di un alimento "è
un topos letterario e culturale"
in quanto è sentito come una
sostanza da cui dipende
l'esistenza individuale e
collettiva, e come meditazione fra
l'umano ed il vegetale. Eppure non
vi è niente di più "comune" del
pane, ma questo al di là del suo
consumo quotidiano diventa un
"segno" che rappresentava
soprattutto nella società
contadina il prodotto
finito,ultimo, di un faticosissimo
lavoro, ed in cui pertanto
confluivano le ansie, e le
speranze dei contadini.
Il pane
può così assumere "il valore di
offerta o di dono, di ex voto o di
talismano, può trasformarsi in uno
strumento di alleanze o di
solidarietà, in oggetto
apotropaico o propiziatorio,
ludico o terapeutico", in questa
funzione simbolica che il pane
assume sembra quasi perdersi, la
sua materialità, la sua accezione
di alimento. In effetti le due
funzioni quella di alimento e
'quella di "segno" sono entrambe
insite nel pane sia esso rituale
che usuale cosi da conservare a
livello cerimoniale la sua
funzione di sussistenza, così come
a livello quotidiano la sua
valenza simbolica, ma spesso il
confine tra i due livelli è
sottile. Inoltre soprattutto nel
caso di pani rituali diventa
difficile tracciare una netta
linea di demarcazione tra pani e
dolci, anche perché
nell'alimentazione contadina. la
produzione domestica del dolce non
era molto praticata, e la e la sua
mancanza viene in un certo senso
sostituita dal pane fritto o
condito con frutta secca ed aromi.
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