Dal nuovo modo di pensare la società in
funzione degli uomini nasce una concezione
alternativa del diritto penale. Cesare
Beccaria arriva a sostenere che la pena
non è in rapporto con la colpa-peccato ma,
semplicemente strumento di difesa
dell'ordine sociale. Sempre in ottica
sociale, gli interessi economici della
borghesia capitalista si collegano alle
dottrine economiche liberiste dei
fisiocrati e di A. Smith. Nel campo
economico, infatti, si sottolineava la
necessità del libero scambio delle merci
e, in generale, della libertà in tutte le
attività economiche e produttive.
Francois Quesney precorre la costruzione
di una scienza economica attraverso lo
studio organizzato delle leggi che
regolano l'economia. Distingue le tre
categorie economiche: agricoltura,
industria e commercio. La sua dottrina
prende il nome di fisiocrazia (dominio
della terra) in quanto delle tre categorie
solo l'agricultura creerebbe materialmente
ricchezza, mentre le altre due (definite
classi sterili) si limiterebbero a
trasformare le materie prime prodotte
dalla prima. Non valuta l'importanza del
lavoro. Al contrario l'inglese Adam
Smith sostiene l'importanza del lavoro e
la divisione del lavoro come fonti di vera
ricchezza. Propugna il capitalismo come
migliore sistema economico, in quanto
autoregolato dalle leggi della domanda e
dell'offerta. Lo Stato non dovrebbe
intervenire nel libero scambio, ma
limitarsi a rimuovere gli eventuali
ostacoli alla libera concorrenza. Anche
il pensiero politico registra nuove teorie
e nuove soluzioni. Montesquieu vede il
nuovo Stato organizzato in tre diversi
poteri: legislativo, esecutivo e
giudiziario.Essi devono essere distinti
tra loro e autonomi (principio della
separazione dei poteri). E mentre Voltaire
sosteneva il principio di tolleranza,
Rousseau arrivava a concepire uno Stato
basato su un contratto volontario fra
cittadini con uguali diritti e doveri e
uguali fra loro davanti la legge. Diderot
e D'Alambert danno vita all' Encyclopédie.
Partendo, infatti, dal
comune convincimento di fondare la
conoscenza unicamente sull'esperienza,
Jean Baptiste D’Alembert e Denis Diderot.,
realizzarono l'”Encyclopédie” ( pubblicata
con successo nonostante l'opposizione del
governo francese) intendendo persuadere i
lettori della validità delle idee
illuministe, per cui il sapere non era
riservato più ad un'elitè chiusa ma in
funzione del miglioramento di tutti gli
uomini indistintamente, “cittadini”, che
operavano nelle arti e nei mestieri
produttivi (commerciante, artigiano, ma
anche letterato e uomo di Stato) che
porterà progressivamente allo sviluppo
dell'industria moderna. Ciononostante, gli
autori, avevano interpretazioni diverse
della stessa teoria illuminista:
D'Alembert, tendeva a limitare la scienza
all'analisi e alla pura descrizione dei
fenomeni, mentre Diderot, più radicale,
credeva nella ricerca di ipotesi teoriche
finalizzate verso nuove aree del sapere,
in funzione di uno sviluppo di un quadro
unitario dell'universo. Lo stesso Diderot,
materialista ateo (i materialisti
credevano in una filosofia di vita
esclusivamente meccanicistica. La nuova
scienza e la sua indagine sulla materia
dovevano bastare a spiegare le
sfaccettature dell'esistenza e
dell'attività spirituale), dissentiva con
deisti come Voltaire (i deisti ricercavano
una nuova religiosità basata sull'uso
della ragione e della coscienza morale,
contraddistinta dalla credenza nell'Essere
Supremo, soprannominato anche Grande
Architetto dell'Universo), pur concordando
nella valutazione negativa delle
superstizioni e dei pregiudizi delle
religioni.
Proprio l'avversione verso
le religioni e, in particolare, quella
cattolica, dà impulso per una revisione
generale della Storia. In questo periodo
nasce sul medioevo il giudizio di periodo
oscuro, quando i privilegi, le
superstizioni e i soprusi tendevano a
limitare la libera ragione degli uomini.
Ed è proprio il concetto di ragione che
viene affiancato alla realtà dei fatti
storici. Viene trascurata, così, l'analisi
delle cause e delle azioni, proprie di
ogni periodo storico. Si svilupparono
diverse credenze sul medioevo, epoca buia,
che ancora oggi permangono. La paura
dell'anno mille, ad esempio, o lo jus
primae noctis, l'uso della cintura di
castità e le nefandezze dell'Inquisizione
e dei gesuiti che insieme alle
persecuzioni per magia e pratiche
esoteriche furono fatte risalire al
periodo medioevale, invece che a quello
rinascimentale.
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