La
rivoluzione industriale ed il
pensiero illuminista segnarono il
corso del XVIII secolo. Scoppiano
in Francia e America le
rivoluzioni storiche che portarono
ad un nuovo assetto politico e
sociale. La borghesia nel corso
del secolo soppiantò la vecchia
nobiltà, per cui anche nel nostro
settore si sviluppò il
collezionismo moderno della
classe borghese, che prese il
posto del collezionismo colto
nobiliare del passato.
Tuttavia i sovrani e la nobiltà
non passarono di mano, anzi,
rilanciarono. I musei che si
formano e si aprono al pubblico,
hanno come motivo scatenante
l’auto celebrazione attraverso le
ricchezze raccolte nel passato. La
stessa “esplosione” del Louvre
post-rivoluzionario e napoleonico,
che avviene con l’arrivo di opere
dovuto alle campagne militari ed
archeologiche (vedi la stele di
Rosetta), non è altro che la
celebrazione della propria
identità nazionale. E’ una guerra
etnica, che sarà alla base delle
esplorazioni e del colonialismo.
Nel secolo successivo (il XIX
secolo) la nuova realtà borghese
fa nascere un fiorente mercato
dell’arte. Esso si fonda
principalmente sull’attività dei
musei, dei mercanti, dei
collezionisti e dalla risposta
positiva del pubblico. I maggiori
collezionisti privati, spinti
dalla passione e dalla volontà di
investire i propri capitali sul
valore dei reperti raccolti,
creano quella struttura culturale
manifestatasi successivamente nei
musei, grandi e piccoli del XX
secolo. Tra le più importanti
collezioni ottocentesche italiane,
ricordiamo: quella di Federico
Stibbert (Firenze), di Gaetano
Filangieri (Napoli), di Giacomo
Carrara (Bergamo) e di Teodoro
Correr (Venezia). Alla fine del
XIX secolo, iniziano ad apparire
sul mercato dell’arte i grandi
collezionisti americani. Come
esempio, uno per tutti: Paul
Getty.
Il valore
dell’arte sui mercati
internazionali
E’ proprio il livello economico,
nocciolo del mercato, ad attivare
i collezionisti del XX secolo.
Partendo dalla funzione essenziale
dei galleristi, all’opera dei
collezionisti d’arte antica e
contemporanea, fino alla nuova
critica d’arte, tutto spinge verso
l’evoluzione e l’affermazione
delle correnti d’avanguardia,
nutritissime nel secolo. Nel
settore, giocano un ruolo
importante i Musei e collezioni
pubbliche, che definiscono il
valore artistico delle nuove
proposte. Il mondo dell’arte si
lega inscindibilmente al mercato
dell’arte. Le enormi collezioni
private “materializzano” i più
grandi musei, soprattutto,
americani. Nascono il MOMA (museum
of modern art), il Guggenheim e,
molto dopo, il museo Paul Getty.
Anche le banche, le società di
credito e le aziende di prestigio
oltre ai grandi patrimoni (vedi
Rockefeller) finiscono per
investire sull’arte. L’arte, con
il valore e il nuovo mercato
globale, diventa mondiale a tutti
gli effetti. L’artista, supportato
dalle nuove prospettive vende
ovunque e le sue opere seguono i
flussi economici e l’altissimo
numero degli operatori del
settore, supportati dalla
pubblicità dei media. Oltre alle
gallerie e le mostre, si formano
nuovi modelli espositivi, come le
fiere d'arte (ad esempio l’Art
Basel di Basilea). A queste si
aggiungono, negli ultimi decenni,
le possibilità fornite dalla Rete,
come le aste virtuali o la vendita
diretta. Purtroppo, quando si
creano mercati economici fiorenti,
la speculazione non manca mai,
anche nel mercato dell’arte.
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