Essendo
il presepe parte della cultura
sacra del cristianesimo, esso si è
diffusa in tutto il mondo, quindi,
non solo in Europa. Certo le sue
caratteristiche e varianti sono
diverse, paese dopo paese, ma
nella sostanza, la
rappresentazione della nascita del
Cristo, costituisce, in tutte, il
suo nucleo centrale.
In Italia
La tradizione del presepe
è stata fatta propria dalle genti
di ogni luogo cristiano,
presentando, quindi, varianti
l’uno dall’altro. In Italia,
ovviamente, non esistono grandi
differenze culturali, ma piuttosto
di fattura. Mentre a Genova si
utilizzano figurine in legno, in
Puglia si impiega la carta pesta,
e, in altri luoghi, il gesso o la
ceramica. In Sicilia si
caratterizza con l’utilizzo di
rami d'arancio o mandarino, e con
l’eventuale aggiunta di materiali
come il corallo, la madreperla e
l’alabastro.
Come abbiamo
visto, la tradizione del presepe a
Bologna risale al XIII secolo ed è
considerata la più antica. La
particolarità è che, qualsiasi
materiale si usi, la figura è
rappresentata “vestita”, quindi,
il personaggio non va abbigliato
in un secondo momento. Il
presepe italiano più conosciuto al
mondo è, sicuramente, quello
napoletano in terracotta.
Tuttavia, questo successo italiano
rischiò negli anni
sessanta-settanta di scomparire
del tutto. In quel periodo
vennero, infatti, commercializzati
personaggi in plastica, molto meno
costosi. L’eroe, che evitò il
tracollo, fu Nicola De Francesco:
recuperando le classiche tecniche
di lavorazione, egli rilanciò
l’antica arte del "pastoraro",
dandole anche una valenza
artistica e quindi di pregio.
Tra i presepi più caratterizzati e
caratterizzanti vi è quello di
Villar Focchiardo in Val di Susa.
In questo paese, a Natale (dall'8
dicembre al 5 gennaio), vengono
esposte, lungo le vie, piazze e
cortili dell’abitato, 270 grandi
figure a grandezza naturale
eseguite in legno.
In Europa
La tradizione italiana del
presepe sarebbe stata anticipata,
secondo alcuni studiosi, in
Provenza e in Linguadoca, dove
operava Madre Pica, che plasmava
scene religiose, già nel XIII
secolo. Sta di fatto, però, che la
tradizione francese si basa sul
presepe barocco italiano. La sua
tradizione, arrestatasi in periodo
rivoluzionario, riprende
successivamente con Napoleone. Il
presepe si diffuse durante
l’Ottocento in Francia, grazie al
figurinaio Jean Louis Lagnel, che
“stampava” (in appositi stampi)
pastori di argilla a basso costo,
vendendoli praticamente a
chiunque. Ne realizzò talmente
tanti, che anche oggi si possono
trovare e acquistare come souvenir
nei vari mercatini francesi.
La tradizione del presepe è
molto sentita in Germania, dove,
in città come Monaco, Augusta e
Norimberga, in periodo natalizio,
si trovano i “mercatini di Gesù
Bambino” (i Christkindlemarket).
Tanto attaccamento al presepe nel
paese si deve alla leggenda che
vuole che nel Duomo di Colonia,
siano sepolte le spoglie dei tre
Re Magi, portate qui
dall'imperatore Federico
Barbarossa, nel 1164.
In
Spagna l’usanza del presepe arriva
tardi, all’epoca della dominazione
dei Borboni a Napoli. Dalla città
partenopea le statuine si
diffusero in Spagna, in particolar
modo in Catalogna. Si narra che il
più famoso scultore spagnolo del
periodo, Ramon Amadeu, amasse
plasmare pastori del presepe in
creta. Così lentamente si diffuse
tra gli appassionati, fino alla
"Asociaçion de Pesebristas", la
prima scuola catalana (da cui
nacque "scuola del gesso
catalana"), che dal 1921 influenzò
tutte le altre scuole successive.
In Catalogna ricordiamo
l’invenzione del presepe
"storico", cioè frutto di attente
ricerche storiche riguardo
costumi, costruzioni e paesaggi
propri della Palestina dell’epoca
di Gesù.
Quattro tradizioni
del presepe sono riconoscibili nei
paesi dell’est europeo: in
Ungheria, Russia, Polonia e
Slovacchia. In Ungheria il
presepe è “portatile”, in quanto
contenuto in una cassa di legno,
che rappresenta una chiesa o una
stalla. Nelle case vi si
affiancano altri personaggi e una
candela sempre accesa. Se il
presepe russo è a due piani, dove
su quello superiore si svolge la
scena della Natività e su quello
inferiore vi sono personaggi
legati alla vita quotidiana, nel
presepe polacco i piani sono tre,
contenuti in una scatola ricoperta
di carta stagnola a forma di
chiesa (come nel presepe
ungherese). Nei tre piani polacchi
si rappresentano le fasi più
importanti della natività: su
quello in alto i personaggi
raffigurano l’Annunciazione, su
quello centrale la Sacra Famiglia
natalizia, mentre su quello
inferiore, ecco arrivare u pastori
ed i tre Re Magi. In Slovacchia il
presepe ha una grande importanza,
tanto che la zona della casa in
cui viene composto è considerata
un’area “sacra”.
Nel
mondo L'evangelizzazione
delle popolazioni locali ha
diffuso con il cristianesimo anche
la rappresentazione del presepe,
rimanendo, chiaramente,
all’interno delle genti
convertitesi. Tuttavia esso rimase
estraneo alle culture del posto,
finché non si “contaminò” con
elementi etnici. E’ il caso dei
presepi africani, ma anche di
quelli sudamericani. La
caratteristica principale di
questi ultimi sono i cieli azzurri
ed il pieno sole. Non potrebbe
essere altrimenti, in quanto da
loro il Natale arriva nella
stagione estiva, quindi niente
cielo stellato o fiocchi di neve.
In Asia il presepe è usanza
solo nelle comunità cristiane. Fa
eccezione in parte l’India, dove
si racconta che fu permesso
dall'imperatore delle Indie Akbar
(che non era cristiano), e,
tollerato come forma d’arte,
rimase come raffinata
composizione. La permissività di
Akbar fa parte, comunque, della
leggenda. Più probabile è
un’imitazione degli europei,
dovuta al periodo coloniale.
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