La
bimbetta infagottata nel suo
cappottino blu, con la sciarpa di
lana al collo, guarda incantata
quello sfolgorio di luce che
irradia da un’umile capanna dove
un bue e un asinello, in carne ed
ossa, fanno da amorosa guardia ad
un pargolo addormentato tra le
braccia della madre. Un vecchio
barbuto appoggiato ad un lungo
bastone sorride paterno di fronte
alla scena. Certamente
quest’immagine, splendida nel suo
fascino delle cose d’altri tempi
legate al mondo agro-pastorale che
i pittori del passato hanno
eternato nelle loro tele, rimarrà
custodita per sempre tra i più bei
ricordi d’infanzia della bimbetta
con la bocca spalancata per la
meraviglia che rievoca alla mente
un personaggio caro alla
tradizione presepistica siciliana:
(‘U maravigghiatu da rutta").
Abbiamo scelto questa, una
delle tantissime sensazioni che i
visitatori provano nel camminare
fra vicoli e "vanedde", per
parlare di un "Villaggio
bethlemmiano" vivente che, da
dieci anni, i giovani dell
‘Associazione turistico culturale
"Giovanna d’Arco" allestiscono
nell’antichissimo Casale di
Castanea delle Furie. E non
vorremmo peccare di presunzione se
affermiamo che il Presepe vivente
di Castanea ha uguagliato, se non
superato, la fama dell’analoga
sacra rappresentazione che dal
1983 si tiene a
Custonaci, un piccolo Comune
in provincia di Trapani. Il fatto
è che tutta la comunità del
villaggio messinese partecipa a
questa immensa rappresentazione da
"teatro edificante" medievale e
nessuno recita o mima
pateticamente gesti, manualità,
saperi antichi di mestieri
artigianali, contadini e
pastorali. Nessuna finzione,
insomma, perché gli ambienti, i
tipi umani, gli strumenti di
lavoro, le suppellettili e gli
arredi che compongono tutti i
quadri viventi di questa
rappresentazione "en plein air",
attingono proprio dal vissuto
degli abitanti di Castanea, dai
loro segni autentici di una
civiltà e di una cultura agro
pastorale che un tempo scandiva i
giorni del villaggio nella sua
"storia senza potere".
Nel lussureggiante parco della
villa ex Costarelli messo a
disposizione con grande
sensibilità dal notaio Nino Arrigo
e dai fratelli, attuali
proprietari del complesso ubicato
al centro del villaggio, un
itinerario di potente suggestione
evocativa e al tempo stesso un
percorso di fede, si snocciolano
attraverso: le botteghe artigiane
(il fabbro, il vasaio, le
tessitrici, il maestro d’ascia,
l’orafa, il conciatore, il
cestaio, le speziali, le pastaie,
le fornaie, le ricamatrici, il
cuoiaio); l’orientaleggiante tenda
dei Re Magi alle prese con
astrolabi, sestanti ed altri
strumenti da viaggio; l’alcova
dove alberga la sfrenata lussuria
di Erode e delle donne del suo
harem: il Pretorio romano con alti
dignitari mollemente adagiati sui
triclini, rapiti dalle flessuose
movenze di giovani danzatrici; il
mercato colorito e chiassoso dove
i profumi delle primizie della
terra si mescolano alle
caratteristiche "banniate" dei
venditori; il Tempio con la
"menorah" che si intravede,
attraverso il velario, nel "Santa
Santorum"; le "mandre" e i capanni
dei pastori, i "pagghiari"
siciliani, e, finalmente, la
capanna-mangiatoia dove
un’indifesa creaturina viene al
mondo per rivoluzionare il mondo
nel segno dell’amore. Il tutto,
con una ricerca maniacale della
perfezione ed un’estrema cura del
dettaglio, spinto fino alla
massima correttezza filologica e
storica del più piccolo oggetto.
Ma, non solo questo è il
presepe vivente di Castanea e ce
lo spiegano gli stessi artefici
dell’Associazione "Giovanna
d’Arco": "Era, dieci anni fa, il
proposito di spezzare l’apatia
opprimente del proprio villaggio;
oggi è la volontà e la passione di
fare insieme e di stare insieme; è
la spontaneità, la genuinità, la
creatività di pensiero e azione,
la disposizione all’ascolto e
all’aiuto reciproco. Oggi sono
valori umani difficili da
coltivare ma che nel nostro
Presepe vivente prendono vita tra
un chiodo e l’altro, tra un
martello e l’altro, tra un
rastrello e l’altro, tra una
pittura e l’altra, tra un tessuto
e l’altro, tra una danza e
l’altra. Oggi sono contatti umani
difficili da instaurare. Oggi sono
momenti di gioia del vivere comune
che regalano momenti di gioia e di
serenità al visitatore".
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