Rappresentante di spicco dell'Illuminismo
tedesco Gotthold Ephraim Lessing (Kamenz, 22 gennaio
1729 – Braunschweig, 15 febbraio 1781) divenne famoso per le
sue opere teatrali, come le commedie Minna von Barnhelm
(1767), Miss Sara Sampson (1775) ma in particolare
Nathan il saggio (1779), in cui esprime i suoi concetti di
solidarietà e tolleranza. Compose anche una tragedia,
Emilia Galotti (1772), e varie opere di estetica, tra cui
la più importante è il Laocoonte (1766).
In polemica con il
Winckelmann sull’unità dell’arte (egli sostiene una diversità
tra arte che si svolge nel tempo e arte che si svolge nello
spazio), fu in contrasto anche con le teorie letterarie di
Johann Christoph Gottsched. Nella Drammaturgia di Amburgo,
Lessing si dichiara favorevole al
ritorno dei
modelli teatrali di Aristotele (la regola dell'unità di tempo
e luogo), l’introduzione nelle tragedie della catarsi e la
supremazia della struttura delle opere di Shakespeare.
L’argomento che più svolge Lessing nelle sue opere è quello
della superiorità della ricerca della verità piuttosto che del
suo possesso. Illuministicamente antidogmatico sostiene che
ogni apprendimento raggiunto deve essere comunque aperto ad
ogni modifica, contributo e integrazione che giunge dalle
nuove conoscenze. Scrive: “Se Dio
tenesse nella sua destra tutta la verità e nella sua sinistra
il solo tendere alla verità con la condizione di errare
eternamente smarrito e mi dicesse: Scegli -, io mi
precipiterei con umiltà alla sua sinistra e direi: Padre, ho
scelto; la pura verità è soltanto per te” (G. E. Lessing,
Una replica)
In Germania nasce il movimento
letterario dello "Sturm und Drang" (tempesta e passione). Il
suo fondatore riconosciuto fu
Friedrich Schiller (Marbach am Neckar, 10 novembre 1759 – Weimar, 9
maggio 1805) (concorrono in Francia Voltaire, J.J. Rousseau,
Montesqieu e Diderot), il quale trasferì sul piano morale,
politico e sociale tutte le problematiche contemporanee.
Sostiene che l’uomo può raggiungere una sfera di libertà
razionale solo abbandonando le passioni che lo coinvolgono.
Scrisse tra l’altro:
Bruto, Catilina, I masnadieri, don Carlos, Maria Stuart,
dove piega gli avvenimenti storici alla sua immaginazione e
alla sua concezione di libertà. Molte opere di Schiller
sono stati musicate nell’Ottocento. Il coro dell'Inno alla
gioia di Beethoven è mutuato da alcune strofe dell'Ode
An die Freude (Alla
Gioia) di Schiller. Giuseppe Verdi musicò La Pulzella
d'Orléans (Giovanna d'Arco), I Masnadieri,
Intrigo e Amore (Luisa Miller) e il Don
Carlos.
Sempre in Germania, sul finire del secolo,
opera Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 –
Weimar, 22 marzo 1832). Di enorme importanza per la cultura
dell’Ottocento, fu, come scrive George Eliot, “l'ultimo
uomo universale a camminare sulla terra”.
In effetti Goethe nella sua vita si occupò di tutto. La sua
attenzione si rivolse verso la poetica, il
dramma, la letteratura, la teologia, la filosofia, l'umanismo
e le scienze ma diede il meglio di sé anche nella pittura,
nella musica e nelle arti. Coniò il concetto di
Weltliteratur (letteratura mondiale), poiché la sua
conoscenza a livello letterario comprendeva le opere di
svariati paesi. La sua opera e il suo pensiero contribuirono
alla transizione dall’Illuminismo al Romanticismo. Dall'Età
della Ragione e dal periodo neoclassico, infatti, la
sensibilità europea si rivolge verso la sensualità,
l'indefinibile e l' emozionale. Egli stesso ricerca un proprio
stile personale e una nuova forma di espressione, intuitiva ed
emotiva. Autore drammatico (da Rousseau mutua la ricerca
sulla “condizione umana”), dà il meglio di se nel testo del
suo “Faust”, che ebbe grande successo popolare per l’intreccio
e il drammatico amore tra Faust e Margherita. La composizione
fu utilizzata da grandi musicisti quali: Berlioz, Gounod e
Schumann. Ebbe grande influenza nella letteratura tedesca,
da Friedrich Nietzsche (nell’Ottocento) al romanziere Thomas
Mann (nel Novecento).
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