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Sommario

 
 

 BREVE STORIA DEL TEATRO

Introduzione e
definizioni di Teatro

La rappresentazione del divino nei riti primitivi
Ai primordi del Teatro Greco
Nascita della terminologia teatrale
Costumi e maschere del teatro greco
I protagonisti del Teatro greco
…e la Commedia?
Il Teatro romano
Autori romani
Il Teatro medievale
Il Teatro rinascimentale
Altri autori rinascimentali
La commedia degli Zanni
Il Teatro seicentesco spagnolo
Il Teatro elisabettiano
Il Teatro classico francese
Il Teatro del Settecento in Italia
Il Teatro del Settecento in Germania
Il Teatro dell’Ottocento in Francia
Il Teatro dell’Ottocento in Inghilterra
Il Teatro dell’Ottocento in Italia
Tra Ottocento e Novecento in Italia
L’alba del XX secolo in Italia
Il teatro contemporaneo del Novecento
Nella seconda metà del Novecento

 
 
 
 

 

 

 
 
 
 
   

 

 
  Breve Storia del Teatro
I protagonisti del Teatro drammatico greco
 
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E’ sostanzialmente Eschilo (Eleusi, 525 a.C. – Gela, 456 a.C.)  l’inventore della Tragedia greca. Non solo negli aspetti tecnici, come l’introduzione della maschera e dei coturni, ma anche di quelli contenutistici.
Nato ad Eleusi, a poca distanza da Atene, combattè nelle battaglie di Maratona e Salamina, mori' in Sicilia, presso Gela, esule a causa della presa del potere da parte di Pericle.
Il dramma di Eschilo si basa su motivi drammatici ripresi in seguito dai suoi successori:
l’ineluttabilità del potere del fato;
la misteriosa trasmissione del delitto per generazioni;
il conflitto interiore tra il richiamo della natura e le regole più alte;
Una legge di giustizia nella vita del protagonista, che lo costringe al suo compimento.
Tutto questo si ritrova nella tragedia l’Orestiade, una delle sue migliori. Tra le principali caratteristiche del teatro di Eschilo sono: l’uso di trilogie in cui si sviluppa un tema e l’uso di due attori, che verrà mutato da Sofocle, che li porterà a tre, per una maggiore complessità dei motivi drammatici.

In realtà le trilogie di Sofocle (Colono (demo di Atene), 496 a.C. – Atene, 406 a.C.) si diversificano da quelle di Eschilo per il fatto che le tre opere che le compongono possono essere considerate il semplice accostamento di tre tragedie a se stanti. E’ proprio questa “autonomia” di ogni singola tragedia che rappresenta una delle innovazioni di Sofocle. Ad essa si aggiunge la rivoluzionaria presenza di tre attori in scena, ma ancor più il motivo di questa scelta tecnica, cioè alla prorompente e complessa visione di Sofocle delle proprie opere drammatiche. I protagonisti, infatti, vengono schizzati come veri e propri uomini, con la loro personalità. Si assiste ad una “umanizzazione” dei protagonisti, non più tipologici come in Eschilo. “Uomini” e “donne” affollano adesso il dramma greco, sempre idealizzati, ma molto più vicini allo spettatore
Tra le sue opere maggiori vi è senz’altro Edipo Re . Nel dramma, conosciutissimo, Edipo uccide, senza saperlo, il proprio padre per poi sposare, sempre inconsapevolmente, la propria madre rimasta vedova.

Il terzo della famosa triade di drammaturghi greci è Euripide (Salamina, 23 settembre 480 a.C. – Pella, 406 a.C.). Ad esso si deve, sempre nello sviluppo della tragedia, l’introduzione del lieto fine. Nell’Alcesti, ad esempio, la giovane moglie di Admeto si immola per la salvezza del marito, condannato ad essere immolato dagli dei. L’arrivo dell’eroe Eracle che lotta con il dio degli inferi, Tanato, e vince, riporta in vita Alcesti, ora riunita al marito Admeto.

   
 
   
   
 
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