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Sommario

 
 

 BREVE STORIA DEL TEATRO

Introduzione e
definizioni di Teatro

La rappresentazione del divino nei riti primitivi
Ai primordi del Teatro Greco
Nascita della terminologia teatrale
Costumi e maschere del teatro greco
I protagonisti del Teatro greco
…e la Commedia?
Il Teatro romano
Autori romani
Il Teatro medievale
Il Teatro rinascimentale
Altri autori rinascimentali
La commedia degli Zanni
Il Teatro seicentesco spagnolo
Il Teatro elisabettiano
Il Teatro classico francese
Il Teatro del Settecento in Italia
Il Teatro del Settecento in Germania
Il Teatro dell’Ottocento in Francia
Il Teatro dell’Ottocento in Inghilterra
Il Teatro dell’Ottocento in Italia
Tra Ottocento e Novecento in Italia
L’alba del XX secolo in Italia
Il teatro contemporaneo del Novecento
Nella seconda metà del Novecento

 
 
 
 

 

 

 
 
 
 
   

 

 
  Breve Storia del Teatro
Il Teatro romano
 
8/25
 


Se il Teatro latino ha nei suoi primordi carattere sacro, come quello greco, le rappresentazioni a Roma non avevano carattere o tematiche religiose, ma profano. Tant’è che i latini si distinsero più per la satira che per la tragedia, a differenza del teatro greco, nonostante il potere tenesse sotto controllo quella politica.
D’altra parte, partendo da origini pressoché barbare, la società romana si distinse soprattutto per spettacoli rustici e violenti. La mancanza di una ceto medio, e le caratteristiche della composizione sociale, da una parte i patrizi, con costumi viziosi e brutali, e dall’altra la plebe, moralmente degradata e proveniente dalle diverse parti dell’impero (quindi con una erudizione variegata), non permisero lo sviluppo di un teatro culturalmente all’altezza di quello greco. Anche se possiamo annoverare autori del calibro di Andronico, Plauto, Cecilio, Terenzio, a dispetto di Novio e Seneca, il teatro romano, se vogliamo per certi versi raffinato, non decollò mai.
A proposito della società romana lo stesso Sallustio scrive: " Rapinare, divorare, far mercato dei propri beni, desiderare quelli degli altri, calpestare l'onore, la decadenza di qualsiasi pudore, tale fu la vita dei giovani romani." (Trimalcione, dal Satyricom di Petronio)
Le prime forme della satira romana furono la Farsa e l’Atellana. Più tardi si arrivò, verso il III secolo a. C. , a qualcosa di simile al modello greco. In questo periodo si distinsero: Plauto, che si basava su rappresentazioni con parodie e vis comica (la commedia motoria) e Terenzio, con una satira sui caratteri e meditativa (la commedia stataria).
Il teatro romano era diviso in:

la commedia di modello romano (la fabula togata)
la commedia di modello greco (la fabula palliata, da pallium, mantello)
la tragedia di modello romano (la fabula praetexta)
la tragedia di modello greco (la fabula cothurnata)

L'Atellana
Sempre nel III secolo a.C., si affermarono a Roma le Atellane (dal nome della citta' di Atella, in Campania). Opere teatrali caratterizzate da maschere e costumi, per lo più improvvisate, che influenzarono la commedia dell’arte e, in generale, il teatro europeo. Solo nel 90 d.C., Pompomio e Novio condussero il genere farsesco ad una forma letteraria reale.
L’Atellana romana era sul tipo del dramma satiresco in Grecia. Poiché le maschere definivano i personaggi in scena,  questi erano differenziati sul carattere, come il mangione, il gobbo e furbo, il vecchio sciocco ( Maccus, Manducus, Dossenus, Pappus).

Nelle commedie di Terenzio, Plauto e Cecilio (di tipo fabula palliata) i mimi e le pantomime presero piede nelle rappresentazioni comiche, ciò dovuto anche ad una osservazione critica attenta e approfondita.

 

   
 
   
   
 
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