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La matematica, non solo, è stata tra le prime discipline a nascere e svilupparsi, il concetto di numero ha origini preistoriche, ma si sono ritrovati reperti archeologici sulla matematica (conoscenze rudimentali di alcune nozioni matematiche) ben prima della nascita della scrittura stessa. Essa non è attribuibile ad una civiltà o popolo specifico, in quanto la disciplina matematica ha riferimenti arcaici provenienti da aree totalmente differenti. Infatti, possiamo enumerare:

Il papiro di Mosca (2000-1800 a.C. ca.), dall'antico Egitto, del periodo del Regno di mezzo.
La tavoletta Plimpton 322 (1900-1700 a.C.ca), dalla Mesopotamia.
Il Sulba Sutras
(800 - 600 a.C. ca), dall'India.

Quello che va sottolineato è che queste culture hanno elaborato nozioni matematiche indipendentemente l’una dall’altra. Quando le civiltà hanno avuto contatti tra loro, non sempre si è assistito ad uno sviluppo più celere della disciplina, in quanto, talvolta, si è ottenuto l’effetto opposto: un rallentamento.
La matematica moderna si basa, invece, sull’apporto di studiosi di tutto il mondo, che hanno collaborato tra loro reciprocamente.
Tra gli aspetti evolutivi matematici più antichi e studiati vi è
il cosiddetto teorema di Pitagora, che è successivo, come vedremo, all'aritmetica e alla geometria elementare.

Tra i più antichi ritrovamenti riguardanti tentativi di enumerazione vi sono gli
artefatti preistorici ritrovati in Africa e in Francia, risalenti intorno al 35.000 a.C. e il 20.000 a.C., relativi alla  misurazione del tempo basata sull'osservazione delle stelle. Conteggi effettuati, tra l’altro, allo scopo di capire i cicli mensili delle donne o le fasi lunari. Tra le altre motivazioni, abbiamo, tra l’altro, quella di quantità, applicabile al dimensionamento di un branco di animali. In una grotta del Sud Africa, paleontologi hanno ritrovato pitturazioni ornate di figure geometriche risalenti al 70.000 a.C. L’uso di tacche e incisioni per il conteggio sono riferibili, ad esempio, all’osso d'Ishango, rinvenuto in Congo, alle sorgenti del Nilo. Alcuni studiosi reputano che “l’osso” presenti una possibile conoscenza, addirittura, della sequenza dei numeri primi.

L’inizio, comunque, fu: "uno" "due" e "molto". Non vanno oltre popoli primordiali attuali come le tribù dei zulu, i pigmei africani, i nativi delle Isole Murray, i kamilarai australiani, e i botocudos brasiliani. Altre tribù hanno utilizzato riferimenti corporali, arrivando a memorizzare e contare fino a 17, 33, o 41.
È sorprendente che nella lingua di taluni popoli vi sia la declinazione delle forme al singolare, duale, triale, quattriale e plurale. Gli stessi latini declinavano solo i primi quattro numeri (unus, duo, tres, quatuor).

E’, oltremodo evidente che alla base delle strutture megalitiche c’è la padronanza di concetti geometrici come quelli di cerchio, ellisse e terna pitagorica. I riferimenti sono molteplici: dai monumenti megalitici egiziani, che risalgono fino al V millennio AC, a quelli ritrovati in Inghilterra e Scozia databili dal III millennio AC in poi. E’ altrettanto evidente che essi avevano lo scopo della numerazione del tempo sulla base del movimento della luna e delle stelle. Dietro le grandi costruzioni, databili intorno al 2600 a.C. si arriva ad una conoscenza della matematica applicata alle costruzioni attraverso la geodesia di precisione.

Nell’India settentrionale e nel Pakistan, ritrovamenti, risalenti al 3000 a.C. - 2600 a.C., dimostrano che la popolazione utilizzava un sistema di pesi e misure basato su frazioni decimali (rinvenuta una riga con suddivisioni decimali precise). La stessa urbanistica e architettura dimostra, non solo la padronanza dell’angolo retto, ma anche la perfetta conoscenza di moltissime forme geometriche, come: il parallelepipedo rettangolo, la botte, il cono, il cilindro e le figure di cerchi e triangoli concentrici ed intersecati (rinvenuto uno strumento a conchiglia utilizzato come compasso per la misurazione di angoli o parti di esso secondo multipli di 40 – 360 gradi). Sembra che fosse in uso un sistema di numerazione in base 8 e multipli.


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