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Con la fine dell’impero, il latino non venne dismesso. Essendo nei territori ex romani, unica lingua scritta, il latino rimase lingua franca in molte realtà. Veniva utilizzato nelle cancellerie dei re, nella curia romana, nella liturgia della Chiesa cattolica, e nella produzione dei libri miniati. Tuttavia veniva affermandosi il reale nemico del latino, e, cioè, il latino volgare, che andava corrompendo l’antica lingua. Contemporaneamente dava origine prima al protoromanzo e poi alla prima fase delle lingue romanze. In un periodo che va dal tardo impero all'alto Medioevo, le due lingue arrivarono a differenziarsi totalmente.  Quando intorno all’800, Carlo Magno riunì i suoi dotti maestri e diede loro l’incarico di riordinare la cultura e l'insegnamento all’interno del suo impero, la scissione fu in pratica realizzata. Ricomponendo la correttezza del latino, con derivazioni classiche, esso divenne una lingua del tutto artificiale, che non trovava più il suo rapporto con la lingua parlata. Consapevolmente si creò, così, la prima lingua romanza, il francese del giuramento di Strasburgo (dell'842), avendola “ufficializzata” come entità diversa dal latino.
Ciononostante il latino, essendo nell’uso ancora lingua viva, continuava ancora ad essere una lingua dinamica. Quando nel XIV secolo sorse l’Umanesimo, con la sua rivalutazione del mondo classico e pagano, nacque, di fatto, la disciplina denominata filologia classica.
Negli ultimi secoli il latino divenne la lingua utilizzata dalla filosofia e dalla scienza, fino almeno al XVIII secolo. Scienziati come Copernico e Newton l’usarono per i loro trattati (Galilei invece scrisse in italiano). Il latino venne adoperato per designare i nomi nelle classificazioni scientifiche delle piante e degli esseri viventi.
Tra le lingue romanze più legate al latino sono il sardo per la pronuncia, l'italiano per il lessico, e il rumeno per la struttura grammaticale (con le declinazioni).
La lingua della Chiesa cattolica romana è, ancora oggi, il latino ecclesiastico, ed è la lingua ufficiale della Santa Sede; il latino è stata la principale lingua liturgica fino al Concilio Vaticano II.

La sua presenza ancora oggi
Con l’espansione dell’impero romano, essendo lingua ufficiale, fu adottata in tutti i paesi conquistati dell'Europa e dell'Africa settentrionale. Tutte le lingue romanze, come italiano, francese, spagnolo e portoghese, derivano dal latino volgare. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l’uso della lingua non decadde, ma diventò lingua franca della cultura, della scienza e dei rapporti internazionali, e come tale influenzò anche varie lingue locali. Quest’uso si mantenne fino al XVII ed al XVIII secolo, quando divenne lingua franca il francese, che fu parlata. in alcuni ambiti letterari e nella diplomazia internazionale. Poiché il francese, come detto, è una lingua romanza, l’influsso, stavolta indiretto, del latino continuò ad essere esercitato su varie altre lingue. Solo verso l’inizio del Novecento si passò come lingua franca all’inglese, che, pur essendo di ceppo germanico, presenta, tuttavia, nel lessico, termini di origine latina.
Con la scoperta delle Americhe le lingue romanze (francese, spagnolo e portoghese) divennero le lingue della gran parte del nuovo continente. Sempre le lingue romanze, unitamente all’inglese ed altri idiomi europei, attraverso la politica coloniale, si sono diffusi nel mondo.


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