Primo piano Argomenti Schede Anteprime Editoriali
 
 
 
 
   
 
 

 

 
 
 
       CATALOGO DEI PRODOTTI
 
 
 
 

Minisiti

 
 
 
 
 

 

 

 
 

 

 

 

 

 
 
 
 
   



 

 
    3/3  
 
 

L’Iliade narra della guerra di Troia, durata 10 anni. Il poema, tuttavia, comprende solo 51 giorni dell’ultimo anno, e, soprattutto, è legato ad un solo tema: l’ira di Achille. La scelta di focalizzare su un unico mito l’attenzione è dovuto alla poeticità del testo e non al fatto storico in sé. Aristotele (nella Poetica) lodò la scelta di Omero, di un episodio particolare della guerra, proprio perché la poesia è una verità di fatto.

Sia l’Iliade che l’Odissea facevano parte del Ciclo Troiano, una raccolta di otto poemi epici ad essa dedicata. Oltre i due maggiori, comprendeva: Cypria, Etiopide, la Piccola Iliade, l'Iliou persis (La caduta di Ilio), i Nostoi (I ritorni a casa) e la Telegonia. Pur andati perduti, ne abbiamo notizia da Proclo, poeta greco del V secolo, da esso riassunti nello scritto Crestomazia. Questo riassunto farebbe parte della prefazione del noto manoscritto dell'Iliade del X secolo chiamato Venetus A., come testimoniato da Fozio (nella sua Biblioteca), uno studioso di epoca successiva. La prefazione, tuttavia, è incompleta sulla parte riguardante i Cypria. Si è supplito con altre fonti.
I poemi ciclici, chiamati così in epoca ellenistica, erano successivi ai due capolavori omerici. Il termine ciclico era utilizzato come sinonimo di "stereotipato", quasi di livello inferiore. Molti, però, ritengono che il Ciclo Troiano sia anteriore all’opera di Omero, facente parte di un corpus leggendario su una guerra leggendaria.
Tuttavia la ricerca bibliografica ha portato al ritrovamento di alcuni brani, citazioni di autori successivi, e riassunti. Da questi resti del Ciclo Troiano e dalle due opere di Omero, ne è nata una corrente di studio denominata neoanalisi omerica.
Tra le questioni sorte sui ritrovamenti dei brani relativi al Ciclo Troiano, vi è la qualità dei testi originari. Per lo più essi hanno un’impostazione fantastica, ma se è vero che Omero si è ispirato ad essi, certi brani dell’Odissea stessa condividono la stessa impostazione fantastica. D’altra parte molte opere successive dimostrano un collegamento con queste opere “secondarie”. L’Eneide, le Metamorfosi, i Posthomerica di Quinto di Smirne, il Carmen Priami, presentano dei brani che fanno riferimento alla guerra di Troia, con ispirazione non omerica.
Tra le altre problematiche legate al Ciclo vi è quella del perché furono riuniti insieme e del perché tra essi e le opere omeriche non vi siano sovrapposizioni. Lo studioso David Binning Monro, verso la fine del XIX secolo, analizzando il termine “ciclo” con il suo riferimento greco, arrivò a tradurlo non con il significato attuale, ma con quello di “tradizionale”, e cioè che nel periodo ellenistico (I secolo a.C.) furono raccolti solo per il fatto che trattavano lo stesso argomento. Ma vi è una relazione esistente tra i poemi del Ciclo ed Omero? E se sì, quale? Si fa notare che lo stesso Proclo nel suo riassunto delle opere del Ciclo, rileva come facciano da contorno a quelle di Omero, senza però presentare sovrapposizioni. Alcuni studiosi, ritengono, tuttavia, che all’origine il rapporto tra le opere non fosse questo. Proclo narra che la Piccola Iliade si ferma prima del saccheggio di Troia, ma da altra fonte, sicura, si ha notizia che in essa era trattato il brano narrante Neottolemo che prende prigioniera Andromaca, ed altre dissomiglianze tra quanto riportato da Proclo ed altre fonti e la stessa ricerca delle loro stesure originali.
Come per la questione omerica anche le problematiche legate al Ciclo Troiano sono ancora aperte: la ricerca e le interpretazioni sicuramente continueranno.

La trama dell’Iliade
Tutto ha inizio con il rapimento di Elena, moglie di Menelao, da parte di Paride. Menelao ne richiede la restituzione, ma ne riceve un rifiuto. Gli Achei si riuniscono, allora, e mandano un esercito ad assediare Troia. Passano nove anni inutilmente.
E’ il decimo anno di guerra (e qui ha inizio il poema). Agamennone, fratello di Menelao, a capo della spedizione achea, si rifiuta di restituire Criseide (ottenuta come preda di guerra) a Crise, sacerdote di Apollo. Il dio provoca allora una terribile pestilenza nel campo greco, tanto che Agamennone è costretto a liberare Criseide. Per compensare la cosa, prende la schiava Briseide ad Achille, semidio figlio della Dea Teti e di Pelèo e valoroso guerriero acheo.
Achille ne è irato e rifiuta di prendere ancora parte agli scontri con i troiani. La situazione si fa seria: numerose sono le sconfitte raccolte dall’esercito greco. Patroclo, amico di Achille, per tamponare la cosa, scende in battaglia con le armi dell’amico, fingendosi esso. Ha uno scontro con Ettore, eroe troiano, perde e muore. Ettore si impadronisce dell’armatura sacra. Achille ne è sconvolto. Riarmato da Efesto, torna a combattere sfidando allo scontro Ettore. Inizialmente non ha successo, finchè Ettore esce dalla città ed ha lo scontro con Achille. Ettore muore, ma Achille, prima fa strazio del suo corpo, poi porta via con se il corpo. Il re dei troiani Priamo scende al campo acheo e richiede ad Achille la restituzione del corpo di suo figlio Ettore. Alla fine i due s’intendono, facendo quasi una pace separata tra loro, e Achille permette al suo interlocutore di riscattare il corpo. Senza Ettore i troiani hanno difficoltà a respingere gli Achei. Il destino di Troia è segnato.



Pagine      

 
 
  HOME  
 
   

È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi media, di testi ed immagini, la cui proprietà intellettuale appartiene ai rispettivi autori.

 

   
 
     
 
Experiences S.r.l. - Servizi per la promozione e lo sviluppo di attività culturali e ambientali - Copyright © 2004-2010. Tutti i diritti riservati - E-mail: info@experiences.it - Schermo 1024 x 768