Primo piano Argomenti Schede Anteprime Editoriali
 
 
 
 
   
 
 

 

 
 
 
       CATALOGO DEI PRODOTTI
 
 
 
 

Minisiti

 
 
 
 
 

 

 

 
 

 

 

 

 

 
 
 
 
   



 

 
    3/3  
 
 
 

Enea, personaggio dell’Iliade, al tempo di Virgilio era già nella Mitologia greca e romana. Il poeta raccolse informazioni su di esso e i suoi viaggi, così come erano riportate nei testi precedenti, il suo incerto collegamento alla fondazione di Roma, la sua religiosità (pietas in latino), e ne fece un protagonista, non solo della fondazione di Roma, ma anche di un’epica moderna, legata a quella omerica, con valori romani, rapportabile alla stessa glorificazione della dinastia Giulio-Claudia, progenie diretta dei miti romani e troiani.
Essendo stato scritto in un periodo di grandi cambiamenti, la fine della Repubblica, la guerra civile che aveva lacerato il tessuto sociale e politico di Roma, trova nell’intento di Augusto di ricucire queste spaccature con un collegamento alla storia e ai tradizionali valori romani la struttura e il contenuto  con un racconto ed un protagonista, Enea, proprio collegato alla fondazione di Roma e alle antiche motivazioni della grandezza romana. In tutto il racconto i riferimenti alla gens Iulia, la famiglia di Giulio Cesare e di Augusto, suo figlio adottivo, sono apertamente dichiarati: il figlio di Enea, Ascanio, inizialmente chiamato Ilo (da Ilio, altro nome di Troia) viene rinominato Iulo, presentato progenitore proprio della gens Iulia, tanto che, nella discesa negli inferi di Enea, Vulcano gli fa una profezia riferita alla futura magnificenza dei suoi  discendenti  imperiali . Nonostante, quindi, il contesto si riferisca alla fondazione di Roma, l’Eneide è profondamente contemporanea al momento storico in cui fu scritta.
Nella prima parte due sono i personaggi importanti: Didone, regina di Cartagine, che lo ama, ed Anchise, il vecchio padre che gli profetizzerà, anche lui, una discendenza gloriosa.

Composto in esametri dattilici (come gli altri poemi epici classici), l’Eneide, dramma epico, fu scritto da Virgilio tra il 29 a.C. e il 19 a.C., data della sua morte. Era diviso in dodici libri, di cui la prima metà, narra del viaggio di Enea, principe troiano, figlio di Anchise, da Troia (dopo la caduta)  fino all’Italia. Nella seconda metà si narra della guerra tra i Troiani, alleati con Liguri, una parte di Etruschi e  greci provenienti dall’Arcadia, contro i Rutoli, a loro volta alleati con altri Etruschi. La coalizione troiana verrà denominata come “Latini”.
Il riferimento ai capolavori omerici è palese. Ciononostante i dodici libri dell’Eneide, frutto di un compromesso tra brevitas alessandrina e i 24 libri ciascuno in cui Omero aveva diviso le sue opere, sovvertono il rapporto con i testi d’ispirazione. Nei primi sei  (il viaggio) vi è il riferimento all’Odissea, nei successivi sei (la guerra) ci si rapporta con l’Iliade. Dal viaggio verso l’ignoto (non di ritorno) si giunge ad una guerra che porterà alla fondazione(non alla distruzione) di una nuova città.

Il racconto epico è incentrato sulla figura di Enea, semidio, nato da Venere, che impersoni fica i decantati valori romani. Devoto e sottomesso al volere degli dei, è rispettoso verso il padre e attento verso il figlio, è leale, coraggioso e giusto, ma anche paziente, clemente e dall’alto senso civico. La stessa pietas romana vi si incarna: senso del dovere, di devozione e il rispetto verso le norme che legano gli uomini con gli dei. Raramente Enea diventa feroce o sanguinario, mentre Il suo acerrimo nemico, Turno, giovane re dei Rutuli,  lo fa, e ancor più Mesenzio, empio verso i nemici e gli dei. Ciononostante Virgilio trova parole di comprensione anche con i nemici di Enea: lo fa con Mesenzio, quando perde il figlio Lauso, lo fa per la morte dei giovani eroi troiani, ma anche di quella dei loro nemici italici.

L’Eneide, se vogliamo, è un’opera didattica, che presenta e insegna quei valori, ad esempio, la pietas romana, che portano alla serena accettazione dello status quo augusteo (riflette i propositi della riorganizzazione etica voluta da Augusto). I contenuti di questa “opera morale” sono basati sul rispetto: del volere degli dei, della patria, dei propri compagni, del proprio padre e della famiglia. Il rapporto con quest’ultima è giocato in più versioni. Esiste il legame tra padri e figli: tra Enea e Ascanio, Anchise ed Enea, Evandro e Pallante, Mesenzio e Lauso. Lo stesso carattere dell’eroe principale, con la capacità di ragionare con calma e fermezza, viene contrapposto al carattere (sbagliato) di Didone e Turno, il suo nemico, che agiscono cedendo alle emozioni senza ragionare.  Evidentemente il furor non rientrava nella mentalità del “perfetto romano”.


Pagine       

 
 
  HOME  
 
   

È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi media, di testi ed immagini, la cui proprietà intellettuale appartiene ai rispettivi autori.

 

   
 
     
 
Experiences S.r.l. - Servizi per la promozione e lo sviluppo di attività culturali e ambientali - Copyright © 2004-2010. Tutti i diritti riservati - E-mail: info@experiences.it - Schermo 1024 x 768